
Il caso del gendarme violento ha letteralmente infiammato il paese, in pochi casi l’opinione pubblica ha seguito con così tanto interesse una vicenda che riguardava una donna sammarinese.
Unanime lo sdegno e lo sconcerto da parte di tutti nel leggere i nostri diversi articoli che puntualmente hanno descritto i fatti per come sono avvenuti, con prove a dimostrazione di quello che stavamo scrivendo.
La violenza contro una bambina di 6 anni, come contro una donna sola ed indifesa, non è accettabile nè scusabile. Eppure la donna, vittima di percosse, all’ultima ed ennesima violenza ha reagito dopo essere uscita dal pronto soccorso. Ha denunciato, con un impeto di forza e di orgoglio il suo aguzzino. Un gendarme, una persona che veste la divisa e che ha il compito di dare sicurezza e difenderci dai pericoli. Ma stavolta il pericolo era lui!
Ai primi di agosto, appena uscita dall’ospedale la donna è andata dritta a denunciare il gendarme in Gendarmeria. I superiori del gendarme Massimiliano Capicchioni quindi sono stati informati di quanto stava succedendo e di come non fosse la prima volta che alzasse le mani contro la donna sammarinese.
Da agosto 2020 si arriva a novembre 2020, periodo in cui viene coinvolto Giornalesm. Noi avvicinati dalla donna, sentiti i fatti, procediamo senza alcun dubbio alla pubblicazione della verità. Cioè dei fatti per come sono successi, anche dopo aver sentito l’audio con le urla della bambina e quelle della donna in lacrime. Un tonfo al cuore per me e per molti nostri lettori che hanno letto dell’audio ed il suo contenuto da un mio articolo. Il male minore! Cioè andare fino in fondo con la possibilità di procurare dolore nel ripercorrere quegli atroci avvenimenti per farli finire poi definitivamente, con la denuncia pubblica.
Fortunatamente la gente ha capito la gravità della situazione e ci è venuta dietro sin da subito.
Lo stato si è mostrato finalmente con il volto di due politici e cioè quello di Matteo Zeppa, Presidente Commissione Giustizia, e quello di Massimo Ugolini, attuale Segretario di Stato alla giustizia entrambi da me coinvolti. Debbo dire che sin da subito si sono attivati, entrambi, per arginare questa follia.
Se fino ad allora il gendarme Capicchioni non era stato oggetto di nessun provvedimento disciplinare da parte del corpo della Gendarmeria, se non l’avergli tolto l’arma quando probabilmente la donna ha minacciato di andare dal sottoscritto per far cessare lo stalking a cui era soggetta, ora gli eventi precipitano.
Dopo un’enerzia di ben tre mesi, dopo i nostri articoli, dapprima il gendarme viene sospeso eppoi immediatamente sentito dal Commissario della Legge Roberto Battaglino che lo informa del procedimento a suo carico. Tutto in poche ore, tutto d’un fiato, quasi in apnea.
Ma il gendarme non viene arrestato, come la gente si aspettava e come era plausibile dato che fino a due giorni prima aveva importunato la vittima. C’è la reiterazione del reato! La gente, nei social, è infuriata e grida vendetta.
Nonostante la totale assenza degli altri media, Giornalesm a detta di tantissimi lettori ha fatto il suo dovere, ovvero quello di dare voce a chi voce non ce l’ha. E stavolta ci è riuscito benissimo. I lettori ci fanno tantissimi complimenti ed apprezzano il nostro lavoro di denuncia. Quello che ha fatto alla bambina, ed alla donna, e che abbiamo sentito nell’audio non poteva rimanere nell’oblio! Non potevamo permetterlo! Non doveva continuare ad importunarla.
Ma da tutti questi avvenimenti una domanda che molti si fanno è: come mai si è aspettato così tanto? perchè, sapendo degli atti di stalking e di molestie da parte del Capicchioni, si è permesso di farlo ancora stare in servizio e con la pistola? Perchè solo il giorno prima dei nostri articoli e non dal giorno della denuncia della donna, in agosto, non gli si è tolta? L’audio atroce della donna e della bambina picchiata era agli atti? Perchè Selva non è intervenuto subito, appena dopo la denuncia della donna? Che cosa ha fatto per tutto quel tempo?
Questi sono quesiti importanti ai quali qualcuno dovrà rispondere. La Gendarmeria non può sporcare il suo buon nome e la sua reputazione per colpa di uno o di pochi. Occorre un immediato intervento che chiarisca definitivamente come si sono svolti i fatti e punire chi ha sbagliato.
Il comandante Faraone nel suo comunicato ha scritto: ”sconti per nessuno”. Tutti abbiamo appreso queste parole con vero e proprio entusiasmo, ma è ora di vedere i fatti.
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