San Marino. Caso lettere anonime. Moreno Benedettini assolto in appello con formula piena. Il giudice di appello Prof. Brunelli annulla la condanna di primo grado. Soddisfazione dei difensori avv. Paride Bugli e avv. Filippo Cocco

Giudice di appello Prof. Brunelli

Il giudice d’appello, Prof. Brunelli, ha assolto l’imputato Moreno Benedettini con formula piena, annullando la condanna inflitta in primo grado dal Commissario della Legge, avv. Adriano Saldarelli, che lo aveva dichiarato colpevole di offesa all’onore di un Capitano Reggente, di calunnia nei confronti del consigliere Iro Belluzzi, e di reati contro persone investite di poteri pubblici.

In primo grado, Benedettini era stato condannato a 10 mesi di prigionia totali, con pena sospesa, per tre capi di imputazione:

– Sei mesi di prigionia per offesa all’onore dei Capitani Reggenti e persone investite di poteri pubblici;

– Tre mesi per un secondo reato di offesa;

– Sei mesi per calunnia nei confronti del consigliere Iro Belluzzi.

La sentenza prevedeva anche il risarcimento del danno alle parti civili, con una provvisionale di 10.000 euro a favore di Iro Belluzzi, 5.000 euro all’Eccellentissima Camera, 1.000 euro a Denise Bronzetti e 1.000 euro ad Alessandro Mancini. Tuttavia, la difesa aveva annunciato fin da subito l’intenzione di ricorrere in appello.

La fase processuale in primo grado si era risolta in una sola udienza, durante la quale sono stati esaminati i fatti che avevano portato alla condanna di Benedettini. L’imputato era stato accusato di aver imbucato lettere contenenti gravi offese, ma fin da subito aveva dichiarato che tali missive gli erano state consegnate dal consigliere Iro Belluzzi. Questa dichiarazione aveva portato all’indagine su Belluzzi, la cui posizione è stata archiviata rapidamente dall’allora Commissario Inquirente Simon Luca Morsiani.

Durante l’udienza di primo grado, la parte civile — composta dall’Eccellentissima Camera, dall’ex Capitano Reggente Alessandro Mancini, dal consigliere Denise Bronzetti e dal consigliere Iro Belluzzi — ha ribadito che Benedettini sembrava conoscere il contenuto delle lettere, forse perché viste in fase di interrogatorio. Il perito ha riferito come l’esame delle tracce di DNA sulle missive non abbia portato a identificare un eventuale “mandante”. Inoltre, il tenente della Gendarmeria Bernacchia ha ricordato che Belluzzi si era rifiutato di sottoporsi a test biologici e non aveva rilasciato dichiarazioni sul caso.

Nonostante la gravità delle accuse e la condanna in primo grado, il giudice Prof. Brunelli ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per sostenere la colpevolezza di Benedettini. L’assoluzione con formula piena ha posto fine al processo annullando tutte le pene precedentemente inflitte, compreso il risarcimento dei danni.

Gli avvocati difensori di Benedettini, Filippo Cocco e Paride Bugli, hanno espresso soddisfazione per la decisione, affermando che la sentenza di appello ha ripristinato la giustizia. Le parti civili, che in primo grado avevano ottenuto una provvisionale di risarcimento, non hanno ancora rilasciato dichiarazioni.