San Marino. Caso Pedini, veleni in Consiglio fra futuri alleati e caccia “social” ai mandanti di un complotto che non c’è! … di Enrico Lazzari

Se sul Titano esistesse un ente o una società che rilevasse giorno per giorno i “trend topic” delle discussioni social, l’hastag del momento sarebbe senza dubbio “#PediniComplotto”. Mai, a mia memoria, un intervento inscenato nell’aula consigliare aveva avuto una simile eco sui social, sulle bacheche Facebook dei sammarinesi.

Lasciamo stare, poi, il relativo dibattito che ne è scaturito. Imbarazzante per ogni aula parlamentare: scontato nelle difese d’ufficio levatesi dai banchi del Psd-Md; inutile, sterile e talvolta intrinsecamente velenoso negli appelli dell’attesa delle conclusioni delle indagini della Magistratura toscana… Penoso nelle insinuazioni levatesi dai banchi di Alleanza Riformista, o meglio da quello di Denise Bronzetti.

Vogliamo vedere le carte, poi faremo le valutazioni” è il succo del suo intervento. Ma che carte c’erano da vedere? Bastava un calendario. Non solo quello di “Frate Indovino”, un calendario qualunque! Eppure, secondo la Bronzetti, “ci sarà tempo e modo per verificare anche gli aspetti più specifici di questa vicenda… 

“Ricordo anche che in paesi diversi dal nostro -azzardava la stessa- grandissimi personaggi politici di primo piano si sono dimessi…”.

Un intervento che, nel suo insieme, lasciava intendere di non essere del tutto convinta dell’estraneità di Pedini dai fatti e di non disdegnare eventuali dimissioni del Segretario di Stato al Turismo… 

O, forse, addirittura, secondo i più “maligni”, di sperare che il coinvolgimento di Pedini potesse venire confermato… Un’impressione, nulla più, ma eloquente visto che le probabilità di una coalizione elettorale unitaria fra il partito di Pedini (Psd-Md) e quello della Bronzetti appaiono alquanto alte. In tal caso, ci sarà da “divertirsi” nella prossima campagna elettorale…

Ci sono, intendo, attenuanti, ma lo “show” consigliare di Pedini non può non essere censurato perchè non si può parlare dai vertici delle Istituzioni di uno Stato di un complotto politico senza averlo prima dimostrato o senza, al limite, produrre prove tangibili a supporto dell’ipotesi di accusa.

Voglio rassicurare tutti i sammarinesi che si “scervellano” nel chiedere -via social- “nomi e cognomi” dei complottisti, nel denunciare che “quelli che sono stati eletti per risolvere i nostri problemi, e ai quali noi abbiamo dato la nostra fiducia, perdono il tempo a creare dossier fasulli”… O chi crede di andare alla radice del problema: “A San Marino non c’è un Consiglio Grande, ma c’è un Asilo Grande…”, oppure, “il Circo dei pagliacci”…

Voglio rassicurare tutti, dicevo: non c’è nessun complotto!

Ma cosa avrebbe dovuto fare, nella sua scomoda situazione (oggi risolta con la richiesta di archiviazione) il Segretario di Stato Pedini? Se lo chiede lui stesso, sempre via social: “…Non informi il Consiglio Grande e Generale di una indagine super infondata nei tuoi confronti e vieni accusato di voler nascondere qualcosa, ne dai notizia per la parte non sottoposta a segreto istruttorio ma non va bene perché non è il luogo preposto”. C’era una terza via.

Giusto darne notizia per quanto non sottoposto a segreto istruttorio (anzi indispensabile per azzerare il rischio di strumentalizzazioni politiche e di distorsione nel primo racconto dei fatti, qualora fossero finiti nella redazione di qualche organo di informazione); giustissimo dimostrare la propria totale ed incontestabile estraneità ai fatti contestati, come peraltro aveva fatto egregiamente in Aula consigliare… Totalmente errato, però, denunciare un complotto senza produrre nulla a supporto.

Così, causa la superficialità di parte della popolazione, la notizia ne ha generata fra la gente un’altra: la caccia ai complottisti… Presto circoleranno -a caso- anche i nomi, son pronto a scommetterci. La caccia, del resto, via social è già iniziata e la categoria di appartenenza di questi “mandanti” già individuata: il mondo politico sammarinese.

Cari sammarinesi, non c’è -ovviamente è una mia opinione- nessun complotto! Sarà interessante sapere come il nome di Pedini sia finito in quell’indagine, che cantonata abbia preso la Magistratura lucchese… Ma i complotti politici non si fanno con il meschino coinvolgimento di un personaggio in una rissa, perdipiù consumata quando l’alibi della vittima del complotto è granitico (visita ufficiale).

I complotti politici sono diversi e all’archiviazione (se ci si arriva) non lo si fa certo in tre giorni. Ma la cosa curiosa è il sammarinese medio (almeno fra quelli “armati” di social): è fermamente convinto, nella vicenda Pedini, di trovarsi di fronte ad un complotto politico, quando nulla di concreto, nessun minimo indizio trapelato o svelato, lo più far pensare. 

Misteri del sammariense-social medio: vede complotti dove nulla indica ci possano realmente essere; non li vede dove, invece, indizi precisi e noti potrebbero almeno far pensare ci possa essere stato…

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari