San Marino. Caso pedofilo Steven Raul James. Sintesi e trascrizione dell’intervento di Carattoni (RF)

INTERVENTO INTEGRALE CARATTONI (RF) E SINTESI

Eccellenza, devo dire che rispetto agli interventi che si sono susseguiti nella prima parte del pomeriggio, quantomeno quest’ultimo intervento ha cercato di mettere probabilmente un po’ di ordine e di dire l’unica cosa che forse andava detta in questo dibattito, e cioè: scusa.

Una parola che io non ho sentito negli interventi dei Segretari di Stato che sono intervenuti, né da parte di altri consiglieri che hanno preso la parola, se non appunto da chi mi ha preceduto, cioè dal consigliere Baciocchi, al quale credo sia necessario quantomeno rendere merito per questa giusta osservazione.

Io credo che questa vicenda venga letta in maniera troppo ambigua e dimostri, la sua relazione segretario, la volontà di non fare piena chiarezza su quanto è avvenuto. Ora, si badi bene, io voglio sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. Io non penso che in questa vicenda ci sia del dolo, o cioè ci sia stata la volontà da parte di qualcuno, chi sia, di coprire o in qualche modo voler ritardare l’esecuzione di una pena da parte del soggetto che è stato condannato. No, non credo che ci sia questo.

Credo che ci sia stata una scarsa efficienza da parte degli organi di governo, del Congresso di Stato e della Segreteria di Stato alla Giustizia. In primo luogo, credo che ci sia stato un pessimo coordinamento con l’autorità giudiziaria, che non è intervenuta sul punto. E credo che sia mancato un collegamento con la pubblica amministrazione, ma non come si è voluto far passare — cioè come colpa della pubblica amministrazione che non avrebbe potuto avere questo tipo di notizie — bensì da parte di chi queste notizie non le ha volute condividere.

Ma andiamo con ordine.

I fatti che lei ci ha illustrato, segretario, nella sua relazione e che per il momento io prendo per buoni, descrivono la cronologia dal momento in cui si è venuti a conoscenza della condanna definitiva di un cittadino sammarinese in Italia per fatti gravissimi, che va dal 14 giugno del 2025 fino al 23 agosto, data dell’arresto del predetto cittadino sammarinese.

Il 14 giugno lei ci dice che, anche se in maniera informale, era stata inviata una richiesta di estradizione al nostro tribunale, con già richiesta di arresto provvisorio. Richiesta però irrituale, perché doveva essere trasmessa all’autorità politica. Bene, primo dato su cui poi torneremo.

Il 18 giugno lei ci dice che viene per la prima volta formalmente a conoscenza di questo fatto, e cioè della condanna e della richiesta di estradizione che portava anche la richiesta — badate bene — di un arresto in attesa della procedura di estradizione. E già qui forse il primo campanello doveva sorgere.

Non si tratta, come in casi analoghi, di una richiesta di espiazione pena per un furto più o meno banale, per reati che danno un allarme sociale minore. No. La Procura generale presso la Corte di Appello di Ancona chiede, oltre all’estradizione, la massima misura coercitiva immediata. Al netto del fatto che si potesse o meno applicare, io condivido la correttezza della procedura. Ma un campanello di allarme non vi suona? Cioè, quando le arriva sulla scrivania una roba del genere, non dice: “Oddio, fermi, forse un approfondimento in più è bene farlo, no? Fermi tutti”.

Bene, poi si va avanti. E anche qui c’è una prima discrasia, segretario, e il tema è anche un altro: lei nella sua relazione non ci allega un atto. Lei non ci allega niente di niente. Le richieste che sono pervenute, le sentenze, niente. Noi dobbiamo prendere per buono quello che ci dice lei.

E la prima grande fatica che io faccio nel comprendere questa cosa è che lei ci dice che la richiesta le perviene il 18 di giugno, ma in realtà la prima richiesta sembra essere datata 6 maggio. Ora, non mi pare che la Procura e le forze di polizia italiane, che sono andate a spron battuto — 14 giugno, 15 giugno, 21 giugno scade il termine per il ricorso, il 23 lo arrestano — facciano aspettare un mese e mezzo per farle arrivare una raccomandata. Non mi sembra. Però questo lo approfondiremo e, magari se avrà la bontà di trasmetterci anche la documentazione, lo approfondiremo anche noi.

Poi, dal 18 giugno al 30 giugno non succede niente. Niente. La stasi. Cioè lei si trova una richiesta di arresto di un cittadino sammarinese, residente a San Marino, che lavora nelle scuole per reati in danno di soggetti minori, e cosa fa in 12-13 giorni? Niente. Aspetta il 30 di giugno per trasmettere la richiesta al Tribunale della Repubblica di San Marino. Ma in questi giorni che cosa è successo? Questo vuoto enorme che c’è, come è stato colmato?

Si è rapportato col suo collega degli Affari Esteri che aveva già ricevuto la richiesta per potere espiare la pena ai sensi di altra convenzione, la Convenzione di Parigi, in San Marino? Ma soprattutto: si è attivato, ha trasmesso atti, procedure, ha chiesto informazioni, si è confrontato con la pubblica amministrazione? Oppure non ha fatto niente in quei 12 giorni?

Poi cosa succede: 30 giugno comunicazione dal tribunale, e il 2 luglio dà la comunicazione in Congresso di Stato. E io anche qui ho un altro grande, enorme punto interrogativo: il Congresso di Stato è composto da 10 Segretari di Stato. Posto che vengono a conoscenza di questo fatto, che seguirà le vie giudiziarie, nessuno dei 10 si è posto il tema di dire: “Ma questa persona dove lavora? Che cosa fa? Può essere un pericolo per la Repubblica di San Marino, visto che se è stata fatta una richiesta di arresto evidentemente c’è anche una pericolosità sociale della persona, no?”

Ci è stato detto che è stato riferito quasi come se gli altri congressisti avessero fatto una passiva presa d’atto. Adesso ce lo chiariranno, mi auguro, il tenore di quell’incontro, di quella conversazione in Congresso di Stato, per capire che cosa si sono detti, per capire qual è stata la presa di posizione degli altri Segretari di Stato, e se qualcuno magari ha detto: “Ma signori, cosa può succedere? So che lavora nella pubblica amministrazione, facciamo un’indagine, un accertamento, cerchiamo di capire di che cosa si sta parlando”. Oppure se semplicemente è stata data comunicazione, presa d’atto e poi finito tutto lì.

Questa è l’altra grande anomalia, segretario, che la sua relazione purtroppo non ci permette di comprendere.

Il 16 luglio c’è la sentenza del giudice d’appello che rigetta l’estradizione. E poi, dal 16 luglio al 23 agosto, cioè la data dell’arresto, qui non succede più niente. Niente.

E questa persona, ci dice lei, ha continuato a lavorare non presso l’Ufficio Tributario — con tutto il rispetto — o l’Ufficio del Registro, no: ha continuato a lavorare nelle mense degli asili nido o dei centri estivi. E questo è un elemento devastante. In una comunità piccola come la nostra, è un elemento devastante.

Allora, noi ci possiamo lamentare che a ogni elezione vada sempre meno gente a votare, ci possiamo lamentare di mille cose. Ma questi poi sono i motivi principali per cui la gente non crede più nelle istituzioni. E qui non parlo di politica o di partiti: non crede più nel Congresso di Stato, nel Consiglio, nel Tribunale. Non crede più in niente.

Perché se si crede alla favola che ognuno ha fatto il suo compitino e ognuno ha lavorato bene, allora qui è finita. Allora il nostro ruolo, il ruolo delle istituzioni tutte, preposte in primo luogo alla salvaguardia e alla tutela dei soggetti più deboli e fragili, viene meno.

S.e.& o.

Sintesi intervento:

  • Unica parola assente: “scusa”. Carattoni  riconosce che solo il consigliere Baciocchi ha chiesto scusa. Critica i Segretari di Stato per non averlo fatto.
  • Niente dolo, ma gravi inefficienze. Non accusa nessuno di aver voluto coprire o ritardare la pena. Denuncia invece scarsa efficienza di Governo, Segreteria alla Giustizia e cattivo coordinamento con Autorità giudiziaria e PA.
  • Cronologia critica.
    • 14 giugno 2025: richiesta italiana di estradizione con arresto provvisorio inviata all’Autorita’ Giudiziaria.
    • 18 giugno: la Segreteria viene formalmente a conoscenza. Carattoni dice: era un campanello d’allarme, serviva un approfondimento immediato.
    • 18–30 giugno: “stasi”. Nessuna azione rilevante. Critica per inattività e mancanza di interlocuzione con Esteri e PA.
    • 30 giugno: trasmissione al Tribunale.
    • 2 luglio: informativa in Congresso di Stato. L’oratore chiede cosa si siano detti i dieci Segretari e se qualcuno abbia verificato ruolo e rischi legati al posto di lavoro del condannato.
    • 16 luglio: il giudice d’appello rigetta l’estradizione.
    • 16 luglio–23 agosto: di nuovo “niente”. Il soggetto continua a lavorare nelle mense di nidi e centri estivi. L’oratore definisce questo fatto “devastante” per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
  • Documenti non allegati. Carattoni contesta che la relazione del Segretario non alleghi atti, richieste e sentenze. Nota una possibile discrasia: prima richiesta forse del 6 maggio, non del 18 giugno.
  • Quattro macro-anomalie evidenziate.
    • Mancata conoscenza 2021–2025: appare irreale che San Marino non sia mai stata informata delle indagini dato che notifiche e assistenze giudiziarie dovrebbero passare anche per convenzioni bilaterali. Domanda se siano mai arrivate richieste di assistenza o notifiche.
    • Verifiche su precedenti penali: chiede se le procure italiane abbiano mai chiesto certificati penali o carichi pendenti sammarinesi per la commisurazione della pena.
    • Inerzia su atti urgenti: se il 14 giugno c’era già richiesta di arresto, perché nessuno ha attivato misure, trasmissioni rapide o tutele?
    • Segretezza mal posta: critica la giustificazione della “privacy” legata a richieste Interpol. A suo dire, le sentenze passate in giudicato superano tali profili. Definisce “follia” non informare la PA per prevenire rischi.

 

  • Misure che si potevano adottare.
    • Riassegnazione/trasferimento del dipendente pubblico lontano dai servizi con minori.
    • Ordini di protezione e misure cautelari atipiche previste dall’ordinamento: divieti di avvicinamento, allontanamento, informative a Tutela Minori e Neuropsichiatria, trasmissione alle forze di polizia.
    • Richiamo al decreto delegato 164/2024, art. 19-bis come strumento che consente comunicazioni anche senza procedimento penale in corso.
  • Richieste politiche e istituzionali. Vuole chiarimenti su:
    • Come il Segretario abbia impiegato i giorni 18–30 giugno.
    • Cosa abbia deciso il Congresso il 2 luglio.
    • Se sia stato aggiornato il casellario giudiziario dopo la sentenza di luglio 2025.
    • Perché non siano state attivate misure a tutela dei minori e della collettività.
  • Conclusione. Non si tratta di cavilli. È una questione di tutela dei soggetti deboli e di credibilità delle istituzioni. Gli strumenti normativi esistono, ma non sono stati usati.