San Marino. Caso Pietro Berti-molestie sessuali alle pazienti. Come si è arrivati al processo. Il Dott.Bugli andò sino in fondo…

BugliLeggiamo dalla sentenza di appello che ha condannato per molestie sessuali il Dr. Pietro Berti alla pena della prigionia per anni 3 e mesi 4 (in carcere gli rimane da fare solo un mese in quanto per i tre anni rimanenti potrà chiedere il beneficio dei lavori socialmente utili):

”Il 12 Agosto 2013 la sig.ra XXXXXXXXX segnala alla dott.ssa Stefania Stefanelli, direttrice dell’Ufficio Relazioni con il pubblico per la Sicurezza Sociale (ISS), compilando apposito modulo scritto, quanto segue: ”tengo a segnalare che il Dr. Berti Pietro ha tenuto comportamenti poco seri ed assolutamente non professionali appoggiando il suo organo maschile contro il mio corpo. Chiedo pertanto di cambiare medico al più presto sia per me che per mia figlia”.

La Dott.ssa Stefanelli il giorno successivo trasmette la segnalazione al Dott. Tiziano Bugli, nella foto, direttore della struttura sanitaria territoriale (U.O.C. cure primarie e salute territoriale) da cui dipende il Centro Salute di Serravalle, il quale il giorno successivo la gira all’interessato dott. Berti ”per l’invio delle proprie memorie entro alcuni giorni” e qualche giorno dopo scrive al Direttore Generale Dott. Pasini, segnalandomi l’accaduto e rilevando che ”i pubblici dipendenti sono responsabili per la mancata osservanza dei doveri inerenti al proprio stato giuridico e possono essere chiamati a rispondere degli atti compiuti nell’espletamento delle loro funzioni e del comportamento tenuto in servizio” (f.19).

Il Berti risponde per iscritto il 4 settembre 2013 e si dichiara ”allibito” tra l’altro spiegando che durante la visita era la paziente che si era appoggiata sfiorando anteriormente il suo torace ”sfiorando anteriormente la sua persona, ma in maniera del tutto casuale”, con la precisazione che egli durante la visita indossava un camice nella cui tasca anteriore era collocata una pila per osservare la gola. (f.23)

Il Dott. Bugli non sembra persuaso della spiegazione e il 13 settembre 2013 scrive di nuovo al Direttore Generale rilevando che il comportamento del Berti ”così come denunciato dalla signora XXXXXXXXX e da sottoporre a vaglio dimostrativo, può configurarsi come condotta in servizio non adeguata condotta morale dal tenersi nell’ambito del servizio stesso”. (f.18)

Il Dott. Pasini, a sua volta, trasmette subito la nota al responsabile dell’ufficio legale, con indicazione di ”avviare la procedura di legge”.

Trasmette circa un mese quando il 17 ottobre 2013 l’infermiera Magda Censoni, in servizio presso il Centro salute salute donna, riceve le confidenze di una paziente, appena visitata dalla ginecologa dott.ssa Simonetta Palma, la quale le detta una dichiarazione per la compilazione di un ”questionario per la valutazione della qualità nei centri salute”.

Tale questionario viene materialmente compilato dalla infermiera perchè la paziente, che vuole la garanzia dell’anonimato, teme di essere riconosciuta tramite la grafia. Nel modulo si legge: ”durante la mia visita medica, richiesta per faringite, il medico (che era il sostituto), mi ha palpato il seno – non di certo interessato alla gola – il medico è il Dr. Berti” (f.13)

L’infermiera Censoni trasmette il modulo alla dott.ssa Stefanelli, che lo rimette ai suoi superiori il 21 ottobre 2013. Due giorni dopo il responsabile dell’ufficio legale, avv. Marco Ghiotti, agendo su disposizione della Direzione, sollecita gli uffici ad indicare tutti gli elementi utili per la valutazione del caso.(f.5)

Nello stesso giorno la dott.ssa Palma e l’infermiera Censoni descrivono ciascuna in una relazione scritta i dettagli del colloquio avuto con la paziente, al momento ancora anonima (ff.9-11). In particolare la Dott.ssa Palma spiega che la paziente aveva narrato loro che qualche giorno prima il medico che sostituiva il medico di famiglia Dott. Pietro Monaldini, dal quale si era presentata accusando una laringite, ”l’aveva invitata a scoprire il torace ed oltre a procedere all’auscultazione con il fonendoscopio, aveva eseguito una palpazione delle mammelle (che la paziente ha definito ”palpeggiamento” tanto che riferisce di avergli allontanato con un gesto deciso le mani dal seno), riscontrando dei noduli mammari” aggiungendo che la stessa era ”rimasta sconvolta dal comportamento del medico e spaventata per il riscontro di una presunta patologia mammaria, per cui ha provveduto ad una visita senologica di controllo poi risultata negativa”

Nella stessa relazione riferisce che la dott.ssa Palma aggiunge che la paziente aveva già riferito l’accaduto al Dott.Monaldini, alla presenza della infermiera Simonetta Gobbi.

L’ultima circostanza era subito stata confermata da Monaldini e Gobbi con dichiarazione scritta in data 25 ottobre 2013, inviata dall’ufficio all’ufficio del Dott. Bugli. (f.7)”

(…) continua