San Marino. Caso Stamina, il governo fa causa a Vannoni “a tutela del prestigio, dell’onorabilità e dell’immagine della Repubblica di San Marino”

Metodo Stamina - Audizione del prof. Davide Vannoni presso il comitato scientifico dell' ISSIl centro dove venivano praticate le terapie era autorizzato dalla Repubblica di San Marino e il direttore sanitario era il primario del Pronto Soccorso”. È il gennaio 2014 e a parlare così davanti alle telecamere della trasmissione tv Matrix è Davide Vannoni, creatore del così detto metodo Stamina, che prevede l’iniezione di cellule staminali per curare malattie gravissime, che oggi è al centro di una serie di indagini e di processi.

Le parole di Vannoni vennero ovviamente riprese dai media italiani e sammarinesi e causarono l’immediata presa di posizione dell’Authority sanitaria del Titano che presentò un esposto per reati quali l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e la somministrazione di farmaci pericolosi. Dopo qualche mese di indagini il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani ha ufficialmente indagato Vannoni e il chirurgo anestesista Luciano Fungi.
Oggi emerge un’altra novità: contro le affermazioni del creatore del metodo Stamina anche il Congresso di Stato ha adito le vie legali. Ha svelarlo è stato lo stesso segretario alla Sanita Francesco Mussoni, da cui è partita l’iniziativa, nella risposta depositata pochi giorni fa all’interpellanza sul caso del consigliere indipendente Luca Lazzari.

Con la delibera 63 del 24 marzo il governo ha infatti dato mandato all’Avvocatura dello Stato “di intraprendere ogni più opportuna azione a tutela del prestigio, dell’onorabilità e dell’immagine della Repubblica di San Marino”.

La scelta del Congresso è dovuta al fatto, si legge nel documento, che le dichiarazioni di Vannoni “rese in programmi televisivi di attualità e approfondimento giornalistico andati in onda sulle principali reti italiane, nonché apparse su numerose testate giornalistiche italiane e sammarinesi”, “gettano discredito sul prestigio, l’onorabilità e l’immagine della Repubblica di San Marino”.

Nella sua interpellanza Lazzari chiedeva se il tribunale del Titano avesse ricevuto rogatorie da parte della procura di Torino e se “corrisponde al vero che cittadini sammarinesi che avevano partecipazioni o ruoli di responsabilità nelle società sammarinesi coinvolte sono stati ascoltati dalla procura di Torino in qualità di indagati o persone informate sui fatti”. Su questi punti il segretario Mussoni non ha risposto per colpa del segreto istruttorio e dell’“obbligo di riservatezza da osservare nell’ambito della collaborazione giudiziaria internazionale”. La Tribuna