
Caro Direttore,
un rinvio a giudizio non è una condanna. Dietro ai fatti e le questioni che stanno alimentando il dibattito su quello che sta accadendo in Federcalcio occorre subito chiarire questo aspetto. Ci sarà un processo, penale mi è parso di capire, ci sono degli imputati e dei capi di imputazione. Questo è lo stato dell’arte. Quindi né Tura né Zafferani sono stati giudicati né tantomeno condannati. Per cui garantisti al 100% guardiamo ai fatti e cerchiamo di dargli un taglio oggettivo.
Si parla di rinvii a giudizio, dicevo prima. Ci sono delle leggi dello Stato e uno statuto della federcalcio che, sintetizzando, dicono che i dirigenti sportivi non possono prendere soldi, non possono prendere compensi per le loro attività. Assurdo dico io, perché essere dirigenti per delle federazioni grandi, che hanno impegni internazionali e responsabilità grandi, è un impegno che nessuno farebbe per passione. La Federcalcio di San Marino non è la Bocciofila di Spontricciolo, questo lo sappiamo tutti. Con bilanci che tutti gli anni superano i 10 milioni di Euro e un movimento di persone e sportivi cosi importante non è possibile che i dirigenti siano persone che sposino la causa del volontariato e basta, leviamo il velo di ipocrisia che qualcuno prova a cavalcare. Fatto? Ok.
Però ci sono le leggi, le norme, i regolamenti e gli statuti che, anche con tutte le ragioni del mondo, vanno rispettati.
Se uno statuto prevede che ai membri del consiglio federale non siano corrisposti compensi, e poi nel bilancio di fine esercizio c’è la voce :”compensi membri del consiglio federale: 165.000 €” come la vogliamo chiamare questa? Io non faccio il giudice, ma se una persona prende soldi che non può prendere perché le regole non lo consentono sicuramente non si può chiamare questa pratica: volontariato, misericordia o carità cristiana.
Lex dura sed lex. La legge è dura ma è legge.
Poi c’è la questione sportiva. Abbiamo celebrato pochi giorni fa le gesta eroiche dei nostri campioni che sono tornati dalle olimpiadi con le medaglie, l’onore. Che con le loro gesta hanno detto al mondo che San Marino c’è, che anche se piccoli possiamo distinguerci, possiamo fare la storia. Lo sport! Lo sport, dove il sudore, il merito, il fair play e la correttezza ti innalzano anche se gareggi con i mosti sacri del mondo.
Ma qui dov’è lo sport? Addirittura gira voce che qualcuno stia chiedendo solidarietà morale ed economica per Tura e Zafferani, anche per le spese legali. Si dice inoltre che qualcuno si stia attivando con le squadre di calcio per raccogliere le firme per una fiducia al presidente.
Ma Signori, questo è sport? Questi sono i valori che lo sport trasmette? Il consenso politico per nascondere atti apparentemente illegali?
Qual è il problema, spiegatemelo, le prossime elezioni federali di gennaio, la paura di non essere rieletti?
Cari consiglieri federali, se il vostro presidente non lo fa dando l’esempio, siate Sportivi voi, dimettetevi in attesa di giudizio, dimettetevi in attesa di giudizio.
Che senso il tanto impegno di qualcuno per ricercare la fiducia nelle società “amiche”, ma allora se uno pensa male ha ragione? Quali interessi ci sono dietro quelle poltrone?
Il calcio, quello sport che si pratica 11 contro 11 con un pallone, cosa c’entra in tutta sta vicenda?
Parlando da sportivo, la mia speranza in questo nuovo corso della federcalcio, il corso della modernizzazione, del cambiamento, del calcio 3.0 anche a San Marino, è evaporata appena ho visto i nuovi dirigenti presentarsi in sgargianti abiti firmati, come alle sfilate di moda.
Ora il calcio sammarinese è a un bivio.
C’è la strada della responsabilità che va nella direzione della difesa dei valori che lo sport insegnano, e quindi la strada che porta a rimettere il mandato; oppure c’è la strada del consenso che qualcuno vorrebbe intraprendere, ma che sicuramente con lo sport non ha nulla a che fare.
Dal cuore, per lo sport. Dimettetevi.
Un dirigente sportivo sammarinese