L’odissea del caso targhe non è finita. Chi contava di tirare finalmente un sospiro di sollievo ha avuto nella giornata di martedì l’ennesima doccia fredda. Il perché è presto detto: il decreto sicurezza bis che doveva contenere la deroga per San Marino non ne fa invece alcun cenno. A fronte di questa nuova fumata nera gli industriali hanno espresso tutta la propria preoccupazione. Non si sa né se né quando una soluzione arriverà. Ne abbiamo parlato con il consigliere indipendente Giovanna Cecchetti che più e più volte è tornata a battere su questo chiodo. “Ancora una volta –ha detto – siamo rimasti con un pugno di mosche in mano tanto che è inevitabile chiedersi se il Segretario è andato o meno a Roma per cercare una soluzione. Se sì e la sua voce è rimasta inascoltata c’è un problema molto grave legato ai rapporti con la vicina Italia. Tanto più che quest’ultima avrebbe tutto l’interesse a trovare una soluzione visto che una parte del problema è legato a cittadini italiani che lavorano a San Marino e guidano i mezzi delle rispettive aziende. Non è più possibile che le nostre attività pur in regola al 100% corrano ogni giorno il rischio di vedersi sequestrato il mezzo e pagare multe dai 500 euro in su. Non stiamo parlando di casi isolati ma di sequestri che avvengono orami quotidianamente e che vanno avanti da oltre sei mesi. Non sarebbe accettabile aspettare che la questione venga risolta grazie all’intercessione di Svizzera e Monaco. Non dobbiamo infatti dimenticare che il problema che colpisce soprattutto le aziende è però anche un problema che coinvolge i privati cittadini messi a dura prova da una legge che come altre volte ho ricordato impedisce anche ad una figlia residente in Italia di guidare l’auto acquistata per il papà disabile. Di casi poi ce ne sono ovviamente tanti altri. Tutti meritano la protezione e la tutela del proprio Stato. Ma chi lo guida è latitante”. Mentre San Marino è sotto torchio e soffre senza reagire per un decreto emanato dall’Italia, dal Belpaese arriva anche una bella tirata d’orecchi nei riguardi degli automobilisti sammarinesi che avrebbero il braccino corto nel pagare le multe. Numeri alla mano i dati forniti dall’ufficio contravvenzioni della polizia locale di Rimini fotografano una situazione quasi surreale: nel 2018 sono state pagate solo 1.964 sanzioni su 11.057 verbali elevati ad automobilisti che hanno commesso violazioni alla guida di veicoli con targa estera, poco meno della metà dei quali (5.263) sammarinesi. Un trend confermato anche in questo 2019. Nei primi cinque mesi dell’anno sono state elevate 3.168 contravvenzioni, quasi due terzi delle quali (1.969) a mezzi con targa sammarinese. Numeri cui non corrispondono adeguati incassi. Neppure il venti per cento lo scorso anno (le 1.964 multe riscosse); 504 pagate quest’anno. Dunque, si viaggia sempre sul venti per cento del totale. Complice della mancata riscossione sarebbe l’iter complicatissimo delle notifiche, nel 2018 sarebbero stati 362 gli atti notificati all’estero, 159 quelli fino a maggio 2019. Numeri però addirittura più spaventosi sono quelli che riguardano le multe elevate a San Marino nei confronti di italiani. Un problema annoso quello della reciprocità delle multe che evidentemente è ben lontano dall’essere risolto.
