San Marino. Cassa di Risparmio, comincia una nuova era? … di Alberto Forcellini

Chi ha dimenticato “l’inchiesta Varano”? L’indagine, condotta dai pm Fabio Di Vizio e Marco Forte, scoppiata nel maggio del 2009 con gli eclatanti arresti degli ex vertici dello storico istituto di credito sammarinese, sotto le telecamere del programma di Rai3 Report. Di seguito venne messa sotto inchiesta anche la bolognese Delta Banca, poi liquidata, con un danno economico e di immagine che ancora non è stato pienamente quantificato.

Poi, quando le cose sembravano comunque avviate verso una loro dolorosa ricomposizione, nella primavera del 2017 arriva il famoso Cda montepaschiano e il suo bilancio di meno 540 milioni di euro, con tanto di manleva per gli amministratori (il che è suonato a tutti assai equivoco). Nessun problema: Carisp in questo frangente era già diventata “banca di Stato”, quando invece avrebbe dovuto essere dichiarata fallita. Quindi tutto il debito rilanciato sul groppone dei cittadini sammarinesi, con una legge confezionata a bella posta che spalmava il buco per 25 anni (il famoso 5 ter). A dare la mazzata finale, la (s)vendita degli NPL. Un tesoretto di oltre 2 miliardi e 200 milioni, che ha fruttato liquidità per 5 milioni. Cifre raccontate durante serate pubbliche e scritte in molti documenti.

In mezzo, uno sconcertante balletto di poltrone che aveva portato, tra gli altri, un tale Fabio Zanotti che usava la carta di credito aziendale anche per comprare il caffè. A parte la crisi economica, si capisce perché la banca più importante di San Marino non riusciva a pagare i suoi debiti, e anzi aveva una perdita d’esercizio tra i 20 / 30 milioni all’anno, sempre ripianati dalle casse pubbliche con appositi assestamenti di bilancio. Basta rileggersi le cronache. L’ultimo assestamento, della settimana scorsa, rivelava un deficit di 19 milioni.

A giugno, la nomina di un nuovo Cda e, a ottobre, la prima audizione della nuova governance in commissione finanze, segretissima. Ma qualcosa comincia a trapelare, tra cui alcune frasi chiave. Compresa quella che vede chiusa la partita dei 110 milioni di obbligazioni restituite agli ex correntisti Asset.

“Carisp ha molti punti di forza che non vengono adeguatamente comunicati”. È un commento dell’Ad, professor Gianfranco Vento. Già la comunicazione, che strombazza e strumentalizza le cose che non vanno bene, ma tace quelle che vanno per il verso giusto. E comunque dovrebbe essere un obbligo delle istituzioni sammarinesi fornire ai giornali, e ai cittadini, informazioni chiare e precise. Il che non accade quasi mai.

Ma proseguiamo. Dalle scarse notizie che sono circolate, anche durante il recente assestamento di bilancio, si viene a sapere che il piano industriale individua soluzioni tecniche possibili e fattibili per portare in equilibrio il bilancio di Carisp fin dal prossimo anno. E sarebbe davvero un bel sospiro di sollievo anche per il 5 ter!

Tra gli interventi di cui si è sentito parlare, i contratti solidarietà per i dipendenti. È l’uovo di Colombo: perché non ci hanno pensato prima? Infatti è comprensibile a tutti che una struttura elefantiaca come quella dei tempi d’oro, oggi non è più sostenibile. Invece di licenziare, si pensa ad un accordo interno per una riduzione “accettabile” e temporanea degli stipendi (si sente dire un 20 per cento) senza tagliare i posti lavoro. Una specie di “contratto ponte” in attesa del rinnovo del contatto nazionale. Pare che ci sia già l’accordo con i dipendenti, speriamo che ci sia anche con il sindacato.

Fra i minori costi aziendali e i risparmi della direzione, in pochi mesi le spese sono state ridotte di un milione! Poi c’è la raccolta, che si attesta ancora sul miliardo annuo. Questo, grazie ad un affetto e una vicinanza che i sammarinesi continuano a riservare alla loro banca. Sentimenti che non hanno riscontro in nessun’altra parte del mondo. Da queste premesse, per altro confortanti, parte la volontà del piano industriale di avviare un percorso per l’apertura di canali esterni e attrarre clientela non residente, non erogando credito ma offrendo servizi che non assorbano patrimonio di vigilanza e che consentano di generare una marginalità. Ecco l’obiettivo: riportare Carisp alla produttività e continuare a sostenere le famiglie e le imprese sammarinesi, anche erogando credito, in maniera selettiva e non favorendo gli amici degli amici come succedeva fino a poco fa. Insomma, ripristinando quel ruolo sociale che Cassa di Risparmio ha sempre sostenuto con vanto.

Se tutto ciò avrà una consequenzialità, si può davvero sperare in una nuova era per Carisp. Anche se i vecchi problemi ancora riverberano conseguenze pesanti. Anche se la questione NPL non è ancora chiusa, ma se c’è gente in gamba ad affrontarla, magari si recupera qualcosa. Anche se l’emergenza sanitaria non aiuta certo l’economia. Bisogna solo avere tanto amore per il Paese e lavorare onestamente!

a/f