Alla fine purtroppo è stata solo una questione di tempo. Era del resto più che prevedibile che la chiusura di Asset banca avrebbe comportato la perdita del lavoro dei suoi dipendenti nonostante nella precedente legislatura vi fosse chi aveva garantito ad alcuni di loro la ricollocazione nella banca pubblica. Così 20 ex dipendenti Asset nel tardo pomeriggio di martedì hanno ricevuto la notizia che il loro contratto già prorogato due volte non sarebbe stato rinnovato. Scelta questa presa da un Cda che non gode certo della fiducia dell’attuale maggioranza perché nominato da chi oggi siede all’opposizione. Solo ieri infatti il Segretario Lonfernini aveva dichiarato su queste pagine di essere contrario a lasciare indietro dei dipendenti. Poi le scelte ovviamente le devono prendere gli amministratori come è del resto avvenuto. Una vicenda questa che lascia con l’amaro in bocca e che tuttavia ha moltissimo da insegnare, ovvero che quando la politica mette le mani nelle aziende crea solo disastri. Da un lato la politica agisce secondo la logica del consenso, dall’altro l’azienda agisce secondo la logica di una sana gestione dei conti. E un lavoratore questo dovrebbe saperlo. E’ proprio tenendo a mente questi principi che Banca di San Marino appena lo scorso anno ha impedito alla politica un’intromissione che avrebbe con ogni probabilità significato la perdita di tanti posti di lavoro e non solo. Da Banca di San Marino quando Adesso.sm ha ricominciato a ciarlare di banca Pivot hanno subito alzato le antennine capendo che anche su di loro si sarebbe potuta abbattere una sciagura. Allora si è addirittura costituito un comitato per evitare che la politica potesse mettere le mani sulla banca. Peccato in altre realtà invece non tutti abbiano capito subito che quelle raccontate da un non illustre ex segretario di Stato fossero bugie dalle gambe davvero corte. Il modo per fermarlo in tempo forse c’era e fa ancora impressione il credito che al contrario è stato dato a piani che ormai è chiaro come fossero stati studiati da fuori. Nell’ordinanza del giudice Morsiani si legge del resto: “In questo caso, si è osservato, qualsiasi sia la più puntuale ricostruzione dei passaggi, è tangibile l’alterazione del circuito decisionale, con informazioni che (presumibilmente) Confuorti veicola prima che la collegialità degli interlocutori istituzionali, il CCR – nel suo insieme – e tramite i componenti dello stesso il Congresso di Stato ed il Congresso Grande e Generale, ne abbiano contezza o con sapevo lezza.
Il messaggio attribuito a “Celli” e l’impatto sul- sistema – E’, quella; descritta, una situazione analoga a quella che si determina con effetti, come separatamente si nota., ancor più pervasivi – nel caso della mail dell’1l.6.2017, quando dall’indirizzo ricondotto a Francesco Confuorti transita un messaggio in cui si legge “Arrivato da Celli lo vuole condividere oggi con la sua maggioranza non mi sembra adeguato farlo oggi!!”.
Da tempo questo giornale chiede che venga fatta luce su ciò che è realmente accaduto. Non ci sono soltanto i dipendenti presi in giro dalla barzelletta della banca pivot. Da che Asset Banca è stata chiusa per rispondere ad appetiti esterni c’è ancora chi attende la restituzione dei propri soldi. Per non parlare di come sarebbe realmente tempo di veder chiaro su tutta la vicenda che tanto caos ha generato in Repubblica mettendo in ginocchio l’intero sistema. Quanto alle scelte del cda di Carisp, dati e numeri alla mano, c’era ben poco da sperare. Difficilmente in ogni caso il solo taglio dei costi del personale potrà traghettare la banca verso lidi più felici. Per questo c’è attesa di un reale cambiamento anche perché le perdite di quella banca impattano direttamente sulla collettività. Alla luce di queste ultime notizie diventa fondamentale che il nuovo governo ripristini la legalità e metta mano al caso Asset, riportando finalmente giustizia in quello che fu un vero e proprio omicidio di impresa i cui effetti ancora una volta ricadono sui sammarinesi.
