San Marino. CDLS. Settimana di quattro giorni, ora di scegliere: San Marino apra una nuova fase di modernizzazione del lavoro

Rsm 17/11/2025 – La discussione sulla riduzione del tempo di lavoro a parità di salario è matura. Il tema non è più se, ma come organizzare la transizione verso modelli più sostenibili. San Marino non può restare ferma a guardare: la settimana lavorativa di quattro giorni deve diventare una priorità politica e un asse strategico del futuro anche nella prospettiva di associazione con l’Unione europea.
Oggi la riduzione dell’orario non è uno slogan, ma una leva di politica industriale e sociale. Per un piccolo Stato inserito in uno spazio economico aperto, la scelta è netta: o si aggiorna l’organizzazione del lavoro agli standard europei più avanzati, oppure rischia di collocarsi ai margini, con un modello novecentesco che non risponde più né ai bisogni delle persone né alle esigenze di competitività delle imprese.
La settimana di quattro giorni parla direttamente di competitività internazionale. Le imprese che adottano modelli più innovativi nella gestione del tempo di lavoro attraggono talenti, professionalità qualificate e nuove energie imprenditoriali. Un Paese che valorizza il benessere organizzativo e investe sulla produttività oraria diventa più attrattivo per chi vuole fare impresa e per chi cerca un’occupazione stabile e di qualità.
In questo percorso si inserisce anche l’evento inizialmente programmato per il 25 settembre con il professor Stefano Zamagni e Franco Zullo, country partner italiano di 4 Day Week Global. L’incontro, riprogrammato per gennaio, sarà un momento cruciale per aprire una discussione pubblica di ampio respiro, confrontarsi con esperienze internazionali e costruire le condizioni per avviare, anche a San Marino, una fase di sperimentazione condivisa sul futuro dell’organizzazione del lavoro.
Accanto alla dimensione economica, emerge con forza un tema generazionale: le persone più giovani lavoreranno più a lungo, con pensionamenti ritardati e carriere più discontinue. In questo scenario, la riduzione del tempo di lavoro diventa uno strumento di equità intergenerazionale. Restituire tempo significa riequilibrare ciò che le generazioni future rischiano di perdere: la possibilità di vivere meglio gli anni della crescita professionale, della cura familiare e dell’impegno sociale, compensando l’inevitabile allungamento dei tempi di attività lavorativa.
Questa prospettiva rende la settimana di quattro giorni non solo una misura organizzativa, ma una scelta che incide sulla qualità della vita e sulla sostenibilità del patto sociale. Dare tempo alle generazioni più giovani è un investimento sul futuro del Paese, sulla sua coesione, sulla natalità e sulla capacità di attrarre e trattenere competenze.
Inoltre, scegliere di aprire una nuova fase di riflessione significa presentarsi al confronto europeo come un Paese che non subisce i cambiamenti, ma li anticipa e li governa.
Le ricadute positive di un approccio moderno al tempo di lavoro riguardano sia le imprese, sia le lavoratrici e i lavoratori. Per il sistema produttivo può significare maggiore stabilità dei team, riduzione del turnover e una reputazione più forte, utile ad attrarre investimenti orientati all’innovazione. Per le persone, significa più tempo per la vita, la formazione, la cura e l’impegno sociale, con benefici diretti sulla salute psicofisica e sulla qualità delle relazioni.
La settimana lavorativa di quattro giorni è il banco di prova di un modello più giusto e più competitivo. Ora serve una scelta politica coraggiosa: aprire la stagione della modernizzazione del lavoro e costruire, insieme, la roadmap per il futuro del sistema produttivo di San Marino.
Comunicato stampa – CDLS