San Marino. C’è qualcosa che non torna nella storia dell’acquisto da parte dello Stato delle azioni di Carisp di proprietà della SUMS…

Riceviamo e pubblichiamo

C’è qualcosa che non torna nella storia dell’acquisto da parte dello Stato delle azioni di Carisp di proprietà della SUMS. Carisp ha chiuso il bilancio 2015 con un patrimonio netto di 91,6 milioni di euro. Nel 2016 ha messo a bilancio una perdita di 534 milioni, quindi il patrimonio netto (quello vero, non quello “spalmato”…) di Carisp a fine 2016 sarà pari a -442,4 milioni (91,6 meno 534).

Sul sito di BCSM leggiamo che SUMS detiene il 7,21% delle azioni di Carisp, che quindi oggi dovrebbero avere un valore NEGATIVO (-32 milioni circa).

Per cui semmai dovrebbe essere SUMS ha partecipare all’aumento di capitale per mantenere la propria quota. Invece Celli chiede al Consiglio di poter trattare l’acquisto della quota di SUMS partendo da una valutazione di 3 milioni.

Un affare degno del tizio a cui Totò ha venduto la fontana di Trevi!

Non si trova una ragione economica a questo acquisto, ma le parole di Podeschi e Ciacci in Consiglio hanno fatto candidamente capire che lo scopo di tutto ciò sarebbe evitare che SUMS impugni delibere ed ostacoli i piani del Governo per Carisp.

In sostanza, il Governo vuole comprare il silenzio della SUMS?

Ci sono state organizzazioni e gruppi di persone in passato dediti a comprare il silenzio degli oppositori, ma nessuno è mai passato alla storia come esempio di virtù civica e senso dello Stato.

Quando alla deriva economica si aggiunge la deriva etica, siamo veramente al “si salvi chi può”!

Un lettore”