San Marino. Celli (Ps): “Meglio sciogliere ora il consiglio e andare a nuove elezioni”

Cellirimarcata la “terza via” con riforme, rinnovamento e un congresso in autunno.

Sciogliere il consiglio per andare a nuove elezioni, avviare una stagione di riforme e magari iniziare un per- corso di riavvicinamento con il Psd. Simone celli, segretario del Partito socialista non esita a rimarcare la strada della “terza via” e annuncia un possibile congresso in autunno.

Avete concluso il ciclo di incontri con le forze politiche presenti in Consiglio, qual è l’esito?

“Sono molto soddisfatto. c’è stata attenzione ed è emersa una disponibilità al dialogo davvero interessante che intendiamo approfondire già a partire dai prossimi giorni”.

Con i partiti di maggioranza sem- bra siano emerse aperture, ma anche distanze. E possibile però un diverso dialogo nonostante i vostri ruoli differenti in quanto partito di opposizione?

“È positivo che nella maggioranza ci sia l’intenzione di intensificare il confronto con le forze di opposizione, come il Partito socialista, che non vogliono giocare allo sfascio. Francamente però mi sembra ancora troppo poco. Il vero problema è infatti rappresentato proprio dal governo, visto che, a mio avviso, non ha più le energie necessarie a portare avanti un progetto di rilancio e di risanamento del Paese. Va benissimo dialogare, ma in assenza di un governo forte, capace di assumere decisioni strutturali, è difficile che il dialogo possa produrre qualche risultato di sostanza”.

Dai vostri incontri ma soprattutto dall’andamento dei lavori del Consiglio, sembra sempre più di vedere più opposizioni, con idee e comportamenti anche molto diversi, è così? E queste divisioni, non pensa che possano più nuocere che far bene al Paese?

“Si deve partire dal presupposto che i cinque gruppi della minoranza alle ultime elezioni si sono presentati con una lista autonoma e due coalizioni. ci sono oggettivamente impostazioni e percorsi diversi. Se così non fosse avremmo già formato una coalizione unitaria. Però il suo giudizio, a mio parere, è eccessivo. Basti pensare che, anche nel corso della recente sessione consiliare, al termine del dibattito politico sulla questione morale le opposizioni hanno proposto un ordine del giorno comune. Però è vero che di fronte a un governo così debole, servirebbe maggiore unità di intenti fra le opposizioni. Su questo terreno il Partito socialista ha fatto e continuerà a fare la propria parte, a cominciare dall’ottimo rapporto di collaborazione con gli alleati dell’Upr e dalle significative convergenze pro- grammatiche che in più circostanze si sono registrate con cittadinanza Attiva”.

Voi proponete una “terza via” per la ripresa, compresa una stagione di riforme istituzionali. Come pensa che sia possibile con il quadro attuale? Che cambiamenti sarebbero necessari?

“Un Paese moderno, basato sullo stato di diritto, deve disporre di un assetto istituzionale efficiente. I processi decisionali devono essere rapidi. Nel 2014 non ha più senso la responsabilità collegiale dietro alla quale i congressisti di ogni epoca si sono nascosti e ancora si nascondono per dire ‘non è colpa mia’. È il tempo di introdurre precisi regimi di responsabilità individuale, di riformare radicalmente congresso di Stato e consiglio Grande e Generale, con l’obiettivo di rafforzarne l’operatività e di contenerne i costi. la prima proposta che il Partito socialista avanza, è l’istituzione della figura del Primo Ministro con potere di nomina e di revoca dei membri della squadra di governo. chi rappresenta le istituzio- ni politiche deve disporre degli strumenti per potere prendere le decisioni rapidamente”.

Avete chiesto anche recentemen- te che il governo vada a casa. La soluzione che proponete è quella di elezioni in autunno. Perché?

“Sul piano politico il ragionamento è semplicissimo: o il governo di Bene comune è nelle condizioni di dare un senso a ciò che resta di questa sgangherata legislatura, ottenendo dei risultati concreti sul piano della ripresa economica e personalmente ritengo che ci siano ben poche pos- sibilità che questa ipotesi si realizzi. oppure è meglio sciogliere il consiglio, mettersi al lavoro per costruire nuove coalizioni e dare la parola ai cittadini. Andare avanti in questo modo diventa un puro esercizio di gestione del potere che rischia di provocare ulteriori danni. Il Paese rischia di implodere e lo scontro sociale è dietro all’angolo, non c’è più tempo da perdere. A volte bisogna avere il coraggio di ammettere che le cose non vanno e che bisogna voltare pagina. I sammarinesi vogliono vedere soluzioni ai problemi reali, soluzioni che possono arrivare solo attraverso un progetto di futuro incentrato sulla affermazione della legalità, sul rinnovamento della classe politica e sulla realizzazione delle riforme strutturali indispensabili per far diventare San Marino uno Stato moderno, dinamico e competitivo. Per questo il Partito socialista è uscito dagli schemi, ci ha messo la faccia e ha lanciato la proposta della ‘terza via’, su cui andremo avanti senza alcun tentennamento. Vogliamo imprimere una scossa al sistema politico sammarinese e nessuno ci fermerà”. (…) San Marino Oggi