San Marino. CEMEC, cos’è e cosa fa. E perché è importante che alla sua guida sia arrivato un militare … di Alberto Forcellini

Il Centro Europeo di Medicina delle Catastrofi (CEMEC), con sede a San Marino, operativo dal 1987, un tempo era molto famoso. Con i suoi corsi di formazione di taglio internazionale, attirava personaggi famosi, autorità straniere, giornalisti da tutto il mondo. Era talmente popolare che qualche giornale politico locale, di taglio satirico (un tempo erano veramente molto belli e validi), giocava con questo nome per criticare l’allora politica sanitaria, definendola “catastrofe della medicina”.

Oggi c’è qualcuno che sappia davvero cos’è e cosa fa il CEMEC? La sigla è tornata d’attualità con la nomina alla presidenza di Luigi Maria D’Anna. Un nome forse poco conosciuto ma che viene dall’Esercito italiano, dove è stato Maggior Generale del Corpo di Sanità, Comandante della Scuola di Sanità e Veterinaria Militare. Quindi un curriculum di tutto rispetto, che lascia supporre un cambio di marcia. Come del resto lui stesso annuncia ai giornali nel momento della nomina. “Il Cemec ha bisogno di un’operazione di rilancio”. Individuati gli obiettivi di sviluppo delle attività formative già nel primo consiglio di amministrazione della nuova gestione. Rileva ancora D’Anna: “Si sono dati dei livelli di ambizione abbastanza rilevanti. Spero che con il lavoro dei prossimi mesi si possano iniziare a vedere le differenze. L’orientamento prevalente è quello della formazione, sia del personale sanitario, sia dei laici (vale a dire, la popolazione generale) ad avere comportamenti corretti, nella fase iniziale della gestione delle emergenze. Stiamo anche pensando alla possibilità di integrare i corsi con delle competenze logistiche, che integrino le strutture già esistenti della Protezione Civile Sammarinese, per migliorarne ulteriormente il livello di preparazione e di performance, nell’augurio che non ci sia mai bisogno di impiegarle”.

La gestione delle emergenze presuppone infatti un sistema organizzativo complesso e perfettamente strutturato, dove ogni attore sa perfettamente quello che deve fare e risponde ad una regia centralizzata.

Del resto, il CEMEC è l’unico Ente di Formazione sanitaria esistente all’interno dell’Accordo sui Rischi Maggiori del Consiglio d’Europa a cui aderiscono, oltre ai paesi europei, anche molti Paesi dell’ex Unione Sovietica. Si parla di rischi naturali o tecnologici, ovvero una gamma di eventi che va dai terremoti, alle alluvioni, agli atti di terrorismo, all’incidente nucleare. Scenari che, come sappiamo presentano situazioni e necessità molte diverse.

La Medicina delle Catastrofi ha una parentela stretta e molto affine con la Medicina di Emergenza anche se gli obiettivi e gli strumenti sono diversi. La maxi emergenza, seppur di natura diversa, convenzionale o non convenzionale (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico) si caratterizza sempre per una netta sproporzione tra le richieste e le capacità di risposta sanitaria. L’obiettivo è garantire il miglior risultato possibile per la popolazione, sia in termini quantitativi che qualitativi, ridurre le morti evitabili e la morbilità del maggior numero di persone coinvolte.

Gli strumenti utilizzati sono: la prevenzione del rischio per la conoscenza dei fattori potenzialmente causali, la loro eventuale riduzione e la pianificazione della risposta attraverso la formazione, l’addestramento e l’organizzazione delle risorse umane; la predisposizione dei materiali; la risoluzione del danno e l’elaborazione dell’attività svolta, con valutazione degli esiti (debriefing). Ecco, qui ci sono le due parole chiave che rappresentano l’attività del CEMEC. Prima parola: la formazione delle persone, che hanno già una loro professionalità, ma che di fronte a una maxi emergenza, fuori dal loro ambiente di lavoro, potrebbero trovarsi psicologicamente impreparate. Seconda: debriefing, è un intervento psicologico-clinico strutturato e di gruppo, che deriva direttamente dal linguaggio militare e significa andare a rapporto dopo una missione. È fondamentale per capire le eventuali criticità e correggerle.

Gli interventi da programma riguardano essenzialmente: primo soccorso e assistenza sanitaria, interventi di sanità pubblica, attività di assistenza psicologica e di assistenza sociale alla popolazione. Di pari passo vanno le attività di tipo tecnico, come la logistica, che è l’insieme delle procedure di supporto all’impiego di uomini, materiali e mezzi; il management, ovvero la forma di coordinamento delle risorse umane e materiali, per definizione limitate, allo scopo di raggiungere l’obiettivo (portare soccorso per salvare vite umane); la comunicazione: quella tecnica dedicata agli operatori delle varie divisioni e quella rivolta all’esterno della scena nei confronti delle autorità, delle famiglie, dei media.

È ben comprensibile che ognuna di queste voci deve avere importanti approfondimenti che, con la guida di un militare come ha adesso il CEMEC, possono trovare la loro compiutezza. Ed è proprio quello che ci si aspetta da un organismo così importante. Sapere che ci sono esperti pronti ad intervenire in caso di bisogno, dà davvero una grande sicurezza ai cittadini. E anche fiducia.

a/f

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