San Marino. Cena di gala: le parole sono importanti e sfortunatamente anche i silenzi – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Qualche tempo fa avevo criticato pesantemente le squadre dissidenti che avevano dato vita alla Super League. Non tanto per la proposta in sé, quanto soprattutto per la mancanza totale di una campagna di comunicazione che potesse spiegare ai tifosi che cosa stesse accadendo e quale fosse l’idea alla base della “secessione”. Con tutti i miliardi di euro e consulenti dei top club mondiali non si è stati capaci di “costruire” l’evento mediaticamente, ma si è buttata lì la cosa da un giorno all’altro senza alcuna preparazione, una vera e propria bomba che è deflagrata in mano agli organizzatori, dando la stura ai detrattori che hanno avuto vita facile nel veicolare i sentimenti dei supporters. Era una partita a scacchi persa ancora prima di iniziare. Oggi la differenza fra un successo e un insuccesso sta tutta lì. C’è chi lo ha capito e chi ancora stenta a farlo. Prendi la serata di gala con Sting che sta diventando un boomerang per il governo in un momento di calma piattissima (solo apparente in realtà). Ecco che viene servito su un piatto d’argento alle opposizioni il casus belli. E pensare che sarebbe bastata solo un po’ più di trasparenza, a partire magari da un “misero” comunicato stampa per spiegare che cosa si sarebbe andato a fare. In realtà si sarebbe dovuta e potuta valorizzare la presenza di Sting che ha scelto il Titano per ripartire dopo la pandemia. La sua chitarra all’asta per beneficenza sarebbe stata un titolo da nazionale italiano. E ancora la presenza di imprenditori internazionali e danarosi sarebbe potuta diventare – come poi lo è stato – una occasione per tessere rapporti utili per le imprese locali. E invece no. La frittata è fatta e giustamente l’indignazione sale fra la gente che non comprende il senso delle cose e non lo può fare perché tutto è rimasto avvolto da un inspiegabile alone di mistero. Vai ora a dire che le spese sono state coperte dalle donazioni e che sono rimasti pure dei bei soldini da destinare alla valorizzazione del turismo! E vai anche a spiegare all’uomo della strada che questi eventi, come ad esempio quelli del Quirinale in Italia per fare un parallelismo “di livello”, non possono essere aperti a tutti. E’ evidente che se si vogliono raccogliere fondi ad essere invitati debbano per forza di cose essere personaggi con una capacità di spesa non indifferente e pronti a mettere sul tavolo mille euro per un “calzino” di Sting o di un altro personaggio famoso. Ma ormai è tardi. Se si è creato un caso sul nulla, la colpa è solo degli organizzatori, di una comunicazione assolutamente assente, dell’improvvisazione in un campo delicatissimo dove non si può e non si deve improvvisare. Le parole sono importanti e sfortunatamente anche i silenzi.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”