SAN MARINO. C’ERA UNA VOLTA IL FESTIVAL DELLA CANZONE DI SAN REMO.OGGI TANTO “RUMORE” PER NULLA! … di Paolo Forcellini

Riceviamo e pubblichiamo

C’era una volta il Festival della Canzone di San Remo, oggi solo “rumore”.. Una edizione quella di quest’anno, la settantesima, che sotto il punto di vista dello spettacolo, della coreografia , dell’eleganza e del fascino delle presentatrici e della coloratissima esposizione floreale ha decisamente battuto tutte le altre e che ha fatto registrare un numero di ascolti, il così detto auditel, impensabile, soprattutto dopo le polemiche della vigilia che non hanno fatto cambiare canale ai telespettatori. Ma se da un lato il Festival come spettacolo può definirsi un grande successo, sotto il punto di vista “canoro” si è rivelato un mezzo flop, dal quale si sono salvati solo i vecchi motivi dei festival passati, apprezzati da chi ama la vera musica e soprattutto le belle canzoni. Le performances canore di oggi, molto discutibili ed irriverenti i look di alcuni cantanti, sono state interpretate fra un urlo ed un altro, salvo rare eccezioni, tanto da infastidire i timpani anche quelli non supportati dagli apparecchietti dell’ Amplifon . Ma lasciamo perdere. Inutile commentare o giudicare il nulla. Grande esibizione invece come sempre di Romina ed Albano che hanno incantato con solite e storiche canzoni del loro repertorio, di Rita Pavone e soprattutto dei Ricchi e Poveri, che nonostante l’anagrafe hanno saputo scaldare ancora il cuore di una certa generazione con i loro successi di sempre. Fra gli ospiti l’avvenente giornalista israeliana Rula ha sciolinato un commovente monologo ma in una sede non idonea adibita per una manifestazione canora e forse più consono per una conferenza commemorativa dell’8 Marzo contro il sessismo. Ma il clou della terza serata è stato decisamente Benigni, molto atteso  sulla scena, che è riuscito a “penetrare” nel cuore degli spettatori parlando dell’amore, badate bene non quello spirituale ma quello carnale, monologo illuminato e reso più gradito dall’illuminazione a “luci rosse” del palco dell’Ariston, decisamente intonata all’argomento .Sorvoliamo sulle sue salite banali  battute sul politico di turno ,ieri Berlusconi oggi Salvini, che non sono state una sorpresa in quanto prevedibili e premeditate, per cui lasciano il tempo che trovano e caratterizzano sempre le idee politiche dell’ l’artista. Una cosa è certa che “La vita è bella” soprattutto per chi percepisce certe cifre per pochi minuti di apparizione sui teleschermi. Che dire poi di Amadeus che ha saputo far esibire ed amalgamare sul palcoscenico ospiti che hanno fatto ottenere alla manifestazione un alto consenso. E ci è riuscito. Geniale la trovata di far presentare le canzoni all’affascinante Giorgina ed invitare come ospite d’onore il suo superuomo Ronaldo, e non aver optato per un giocatore de Roccacannuccia Football Club. Nonostante l’aver dovuto cedere spesso la scena al sempre piacente e simpatico Fiorello, Amadeus va promosso a pieni voti tanto che sicuramente il prossimo anno non ci sarà qualche “ ignoto” che saprà sostituirlo. Per cui viva il Festival di San Remo…si..ma quello canoro di “Vola colomba bianca vola”, di “Papaveri e Papere”, “ Nel blue dipinto di blue”, ”Una lacrima sul viso”……. Successi internazionali e talmente orecchiabili che si cantavano la sera stessa della loro presentazione a differenza di quelle di oggi che cadono immediatamente nel dimenticatoio. Infine una speranza: che con l’aria che tira da qualche anno a questa parte, non venga in futuro organizzato in qualche piazza della Romagna con la coreografia non più floreale ma con bandiere di un certo partito con “Bella Ciao” come leit motiv d’apertura, che il famosissimo (?) Bugo non abbandoni più il palcoscenico lasciando i suoi numerosissimi (?) fans un brache di tela, ma soprattutto che ritorni ad essere il Festival della canzone e non del “rumore”.