In poche settimane quel poco che restava in piedi dell’ordine internazionale sta andando in frantumi terremotato dalle pagliacciate e dagli avanti-indietro del Presidente statunitense mentre la Cina aspetta il cadavere del nemico comodamente seduta sulla riva del fiume.
Donald Trump è diventato effettivamente l’agente del caos. Straparla, dice oggi e si rimangia domani, insulta (specie i suoi alleati) , si rivolge sempre e solo alla pancia dei suoi elettori per rinfocolare quel culto della personalità che lo fa assomigliare sempre più a un Matteo Salvini d’oltreoceano che al laeder riconosciuto dell’occidente e delle democrazie liberali.
Il suo grande elettore, per non dire il suo padrone, Musk assomiglia invece sempre più al dottor Stranamore (il famoso film dove un generale pazzo voleva sganciare l’atomica sull’URSS) e, semplice cittadino senza alcun mandato elettorale, agisce, minaccia, interviene con una arroganza che lo rendono un pericolo per tutto il mando ed in particolare per l’occidente, e da trattare come tale colpendolo con ogni mezzo nei suoi enormi interessi economici perchò è li il suo vero punto debole .
Vanno ribaditi alcuni punti che abbiamo già precedentemente avuto modo di affrontare.
L’impero americano è in crisi crescente . crisi economica, politica e militare . Trump può essere il sintomo di questa deriva ma può anche accelerarne il corso.
Vediamo un pò meglio.
In Economia il debito pubblico americano ha raggiunto la cifra stratosferica di 36,2 trilioni di dollari . una parte consistente di questo debito è posseduto dalla Cina che, come altri paesi detentori, ha cominciato a venderlo non considerandolo più sicuro. Se questo fenomeno continuerà e/o si espanderà gli Usa rischiano moltissimo. Un’altra fonte di rischio finanziario è legato alla fine del dominio del dollaro sia come riserva valutaria, sia come principale moneta di scambio commerciale. Invertire o almeno rallentare questa caduta non è facile e i tentativi preannunciati sono tutt’altro che sicuri ed efficaci, anche perché i competitor non stanno li fermi a guardare .
I dazi, ad esempio, sono un’arma a doppio taglio che l’America rischia di pagare molto caro e a tutto vantaggio dei paesi concorrenti ed emergenti . i primi segnali sono chiari sia a livello di e borsa sia a livello di produzione con una aspettativa crescente di recessione . Il mondo ancora non capisce, e men che meno pare capirlo Trump, se la globalizzazione voluta dagli Stati Uniti va bene oppure no, o se va bene quando gli Usa esportano ma non va bene quando importano. Ma il mondo ha smesso da tempo di avere l’anello al naso e ad esempio i Paesi del BRICS controllano una fetta di economia tale da essere in grado di dedolarizzare l’economia e di controllare buona parte del mercato del petrolio . auguri a tutti noi.
Crisi politica : un Paese che elegge Presidente un pregiudicato , un uomo con un passato economico molto discutibile e discusso , un Presidente che ha già dato il peggio di se nel precedente mandato, che in qualche modo ha assistito in silenzio se non direttamente incitato l’assalto a Capitol Hill, un Presidente che tende a dividere ulteriormente un Paese già frammentato e dove i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, dove l’1% dei cittadini possiede il 20% della ricchezza ed il 10% arriva a possedere l’80% della ricchezza , è chiaro che è un Paese che si prepara ad un conflitto sociale dalle conseguenze non calcolabili.
Crisi militare . quando un Paese che è stato l’impero dominante dopo la seconda guerra mondiale, con una forza politica,militare,economica indiscutibile ma, interviene e poi fugge dal Vietnam dando partita vinta ai Vietcong; interviene e poi fugge dall’Iraq (fra l’altro invasa con pretesti poi rivelatesi tutti falsi ) l dando partita vinta ai russi ed agli iraniani e lasciando il caos in un’area vitale per i rifornimenti energetici; interviene e fugge dall’Afganistan dando partita vinta ai talebani e disco verde ai russi per invadere l’Ucraina ; interviene in Ucraina , seppur indirettamente ma massicciamente , e poi fugge dando partita vinta ad un despota come Putin, ed addirittura umiliando e cannibalizzando quel paese martoriato, vuol dire che la sua affidabilità e credibilità morale e militare è ai minimi termini e nessuno d’ora in poi si potrà più fidare ed affidare .
Dunque segnali chiari di declino .
Riconoscerlo e tentare un ’accordo che superi l’attuale equilibrio unipolare (già in frantumi) per andare verso un mondo multipolare come auspicato dalla Cina potenza emergente può essere una possibile via di uscita che preserva la pace.
In questo ambito il ruolo di una Nuova Europa finalmente consapevole e responsabile del suo destino e del suo ruolo è essenziale e ritaglia uno spazio straordinario per la difesa dei Paesi a democrazia liberale .
E’ una strada lunga e sicuramente complessa ma finalmente c’e’ qualche segnale di risveglio.
Che fare ?
Intanto procedere verso una maggiore unificazione politica superando il voto all’unanimità , e da subito, riarmarsi come primo passo verso l’esercito comune europeo .
Riarmarsi non vuol dire guereggiare ma essere in grado di difendersi se del caso e visto l’ineluttabile e progressivo disimpegno americano ora ed in futuro .
Un mondo multipolare è ideale per gli Stati Uniti d’Europa .
Dario Manzaroli