San Marino. CGG – Dibattito sulle dimissioni di Felici, 21 Ottobre 2014

consiglioMARTEDI’ 21 OTTOBRE- prima parte

Il dibattito sulle dimissioni del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, iniziato ieri in seduta notturna, ha occupato la giornata consiliare odierna. Sono 58 gli iscritti ad intervenire. 

Il primo a prendere la parola è William Giardi, Upr, per cui oggi “la maggioranza non ha il coraggio di certificare la fine di un percorso politico”. Mario Venturini, Ap, spiega i dettagli dell’accordo “di due mesi” raggiunto con gli alleati: “Ap si è impegnata alla redazione della legge di Bilancio, voteremo il sostituto di Felici e inizieremo una verifica sin da subito sull’operato del governo e della maggioranza” che si concluderà “alla fine dell’anno”, dopo la legge di bilancio. “Se poi valutazioni tra noi e gli alleati saranno diverse- conclude- ognuno farà le sue scelte”.   

Per Ivan Foschi, Su, le dimissioni di Felici “sono un atto dovuto e necessario anche se non scontato”, mentre “il collega Morganti non ha avuto questa sensibilità e ciò genererà sospetti”.

L’unica risposta attuale “sono le elezioni nel più breve tempo possibile”, sostiene Andrea Zafferani, C10, perché “se ci sono emergenze da risolvere, questo lavoro non può essere fatto dalla maggioranza dilaniata dalla questione morale”.

Elena Tonnini, Rete, sottolinea che “l’allontanamento di persone con ombre” dalle istituzioni  sia “la condizione necessaria per iniziare un percorso che demolisca pezzo per pezzo il meccanismo corruttivo creato ad hoc”.

Alessandro Mancini, Ps, riconosce che i prossimi due mesi delineeranno il futuro della legislatura: “Attenzione- avverte- le mazze di carte non ce l’ha la minoranza, ma la maggioranza che deve decidere come dare queste carte” a a riguardo, il Ps è pronto a fare la propria parte all’insegna della responsabilità. Il segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, ammette che Felici non era obbligato a dare le dimissioni, “ma ha fatto quello che era giusto facesse- spiega- doveva essere al di sopra di ogni sospetto per il suo ruolo”.

Punta il dito contro i civici, in particolare contro Rete, Alessandro Cardelli, Pdcs: “E’ vigliacco- manda a dire- questo atteggiamento denigratorio nei confronti della maggioranza dell’Aula”. 

Prende le distanze dal suo partito, Federico Pedini Amati, Ps,quando diffida i suoi compagni che “si dicono disponibili a appoggiare la maggioranza- dice- io non sono disponibile a farlo perché questo governo non è più legittimato”. Quindi, il presidente del Psd, Francesco Morganti, spiega quindi che una crisi di governo ora “sarebbe un salto nel buio” e riconosce che “ora tra maggioranza e opposizione serve un dialogo maggiore ed un rapporto nuovo”.   Stefano Canti, Pdcs, spiega che le dimissioni di Felici sono un gesto con cui l’ex segretario “ha dimostrato di non essere attaccato alla poltrona”. Valeria Ciavatta, Ap, garantisce per il suo partito “continuità agli alleati”, ma elenca i punti “non negoziabili”, ovvero “l’efficacia del governo, una finanziaria seria e soddisfacente, la capacità di vedere l’avvio di quei progetti che danno respiro sul piano economico ed occupazionale al Paese”. Lorella Stefanelli, Pdcs, indica che una volta approvata la finanziaria, si devono adottare soluzioni “in grado di dare risposte esaurienti alla questione morale e si dia al Paese stabilità con un rinnovato impulso all’azione di governo”.

“Non si vuole fare giustizialismo tout court- sottolinea Augusto Michelotti, Su– bisogna però ci sia un cambio di politica ai massimi vertici”. Infine, Anna Maria Muccioli, Pdcs, riconosce che governo e maggioranza hanno “il dovere di dare credibilità alla politica e nuova fiducia nelle istituzioni”, ma ciò “può avvenire solo dando risposte veloci e concreti al Paese”.

Il dibattito proseguirà fino alle ore 20.00.

Di seguito una sintesi degli interventi della prima parte della seduta odierna.

William Giardi, Upr: “Unico fatto certo sono le dimissioni del solo Claudio Felici. Il resto fa solo parte del repertorio che la politica mette in campo quando le prerogative che sono alla base del rapporto fiduciario sono al capolinea. Cos’è cambiato dal 17 giugno 2014 quando Felici in conferenza stampa affermava di ‘aver chiarito tutto’ in merito a inchieste? Cos’è successo ora perché una forza di maggioranza, come Ap, chieda una sorta di governo di scopo lanciando il Paese verso le elezioni anticipate? Non è proprio normale che un segretario di Stato alle Finanze ad un giorno di distanza dalla missione al Fondo Monetario rassegni le dimissioni. Ci troviamo oggi ad assistere alla presa d’atto delle dimissioni della seconda persona più importante, perlomeno in termini carismatici, del Paese. Il governo va avanti con un ordine del giorno del Consiglio assolutamente routinario. Dopo che Capicchioni avrà accettato l’incarico di governo tutto riprenderà come prima. Upr ha da tempo espresso la propria posizione: in momenti complicati della vita di un Paese o i movimenti politici trovano un minimo comune denominatore nella gestione della cosa pubblica o il rischio è che la stabilità economica e politica del paese sia gravemente compromessa. Nel momento in cui si propone un governo di scopo si compie una scelta dettata da motivi straordinari. Noi ci abbiamo provato e non per andare al governo: ogni persona di buon senso eviterebbe di compromettersi. Abbiamo un dispositivo di norme elettorali che riescono a tenere in vita una maggioranza. San Marino Bene comune è giunta al capolinea come penso si siano esauriti i percorsi di collaborazione tra forze politiche che animavano quella coalizione. Fuori tema un esecutivo di scopo gestito dalla stessa maggioranza. Capisco l’intento politico di alcuni partiti ma i cittadini hanno votato Bene Comune per un programma preciso e non per una versione minimal. La politica impone il coraggio delle scelte. La maggioranza non ha il coraggio di certificare la fine di un percorso politico. La fine di un’esperienza che poco ha portato al Paese. Occorre ammettere che il governo ha esaurito la propria azione, non più sostenuto dai partiti di maggioranza che sono più impegnati a costruire future alleanze piuttosto che a impegnarsi per i problemi del Paese”.

Mario Venturini, Ap: “Chi ci liscia il pelo oggi ci ha definito ‘vecchi riciclati’ pochi mesi fa. C’è anche chi ha ritenuto Ap responsabile di tutti i mali del mondo, attribuendoci una sorta di responsabilità cosmica. Un fatto è certo, Ap non viene neppure sfiorata dalle vicende giudiziarie. Il consigliere Fiorini qualche giorno fa ha affermato che dall’attuale governo non sono stati compiuti atti per cui egli si debba vergognare: questa è la sintesi che dimostra perché Ap sta dentro l’esecutivo. Abbiamo inviato un comunicato, come Ap, che verteva su tre punti: 1) le dimissioni di Felici non rappresentano una risposta politica adeguata alla questione morale, ma solo un atto dovuto. Diamo merito al Segretario di avere preso una decisione che non era quella del suo partito, ma si tratta di una risposta parziale alla questione morale; 2) le forze politiche tradizionali non hanno ancora compiuto un’analisi critica sulle loro responsabilità oggettive anche se non dirette; 3) serve un governo di svolta che nel rispetto del risultato elettorale consenta di cambiare pagina con il ricorso a figure non imparentate alla politica del passato: dopo aver affrontato le priorità porterà il Paese alle elezioni perché è difficile pensare che la legislatura arrivi al 2017. Ap si è impegnata alla redazione della legge di Bilancio. Voteremo il sostituto di Felici. E inizieremo una verifica sin da subito sull’operato del governo e della maggioranza. La verifica che comincerà subito si chiuderà alla fine dell’anno dopo la legge di bilancio. Se poi valutazioni tra noi e gli alleati saranno diverse, ognuno farà le sue scelte. L’accordo è per due mesi. Chiusa la verifica entra in vigore il contenuto del comunicato. Che prevede: affrontare la questione morale, affrontare le emergenze del Paese (crisi economica e occupazionale), poi sarà il momento di andare al voto”.

Ivan Foschi, Su: “Le dimissioni di Felici sono un atto dovuto e necessario anche se non scontato. Il collega Morganti però non ha avuto questa sensibilità e ciò genererà sospetti. Le dimissioni devono servire non ad anticipare un giudizio ma a tutelare le istituzioni. Sono principi di precauzione. Il rimprovero che mi sento di muovere a Felici è quello di aver sposato la linea politica di Stolfi. Ha prevalso la politica spregiudicata nel Psd fatta non di progetti ma di cene carbonare e accordi sottobanco. Ha prevalso quella politica che coincideva più con la visione di Craxi che con quella di Berlinguer. Fa sorridere che qualcuno ora caschi dalle nuove. I segretari Lonfernini e Mussoni oggi si svegliano dal torpore e chiedono trasparenza dimenticando però di chiedere chiarimenti al loro segretario di partito. Ma davvero vogliamo fare credere ai sammarinesi che dentro quei partiti nessuno si fosse accorto di nulla? La vecchia politica è sempre più avvitata su sé stessa. Qualcuno potrà anche essere stato in buona fede, ma c’è una cerchia di persone che conosceva bene quei meccanismi, ma non diceva nulla per stare dentro la parte che comandava. L’opposizione nel corso degli anni ha lanciato numerose denunce ma dalla maggioranza è sempre stata derisa. Le forze politiche sane si interroghino su come mettere al sicuro le istituzioni, al di là degli insulsi particolarismi”.

Andrea Zafferani, C10: “Stiamo assistendo a un ladrocinio voluto, organizzato e difeso dai tre partiti che da 30 anni governano questo Paese. Questo ladrocinio continuato e organizzato ha come protagonisti diretti una serie di personaggi che oggi sono in custodia cautelare ma che hanno comandato i loro partiti fino a ieri nel silenzio di tomba di tanti. Tra i protagonisti tante persone che sono in quest’Aula a rappresentare quei partiti come segretari, capigruppo o addirittura Segretari di Stato. E non mi riferisco solo al Conto Mazzini, ma anche alle frodi Carosello in cui è coinvolto il segretario della Dc. Chi rasenta il comico è la Dc, quando dice che dal 2007 è iniziato il vero rinnovamento: poi vedi le inchieste giudiziarie e i nomi coinvolti e ti viene da dire se ‘fanno davvero’? Solo il segretario Celli ha avuto il coraggio di chiedere scusa per gli errori commessi dal partito che rappresenta. Di fronte a tutto questo, l’unica risposta sono le elezioni nel più breve tempo possibile. Per tre ragioni: 1) se ci sono emergenze da risolvere, questo lavoro non può essere fatto dalla maggioranza dilaniata dalla questione morale. 2) portare avanti le riforme strutturali oggi necessarie al paese richiede grande credibilità da parte di coloro che devono porle in essere. Come possono andare, gli attuali membri della maggioranza, di fronte alla cittadinanza a chiedere sacrifici? Non hanno credibilità. 3) di fronte a quello che sta emergendo i cittadini hanno il diritto di esprimersi e di esprimere la nuova classe politica che dovrà definire il percorso di cambiamento necessario. Ma le elezioni per la maggioranza equivarrebbero ad una “Caporetto”, ecco perché si sta facendo di tutto per non andare a votare. Sono due anni che la maggioranza non fornisce risposta ai problemi economici ed occupazionali del Paese. La maggioranza ha aumentato le tasse a carico dei più deboli, non ha preso scelte serie in materia di contrasto all’evasione fiscale, sta prosciugando la liquidità dello Stato, sta lasciando aumentare la disoccupazione giovanile, dimezza lo stipendio dei giovani e depotenzia il nostro sistema di welfare. Il Consiglio è delegittimato e non bastano le dimissioni di Felici. Dimissioni sono risposta parziale alla questione morale. Nessuno può pensare che con il sacrificio di Felici si possa risolvere il problema. Tra i silenzi della maggioranza spicca la presa di posizione di Ap che ha chiesto forte discontinuità di Governo e un termine a questa agonia. Sua posizione è sensata: speriamo che sia conseguente con quanto scritto. L’unica risposta possibile sono le elezioni: facciamo il bilancio e poi si sciolga il Consiglio e si voti restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere. Sul bilancio saremo responsabili e presenteremo nostre proposte in termini di sviluppo”.

Elena Tonnini, Rete: “Non basta allontanare le persone e tutto è a posto, ma l’allontanamento di persone con ombre è la condizione necessaria per iniziare un percorso che demolisca pezzo per pezzo il meccanismo corruttivo creato ad hoc. Non è così, allontanando un segretario, che il governo acquista vigore, ma quando c’è continuità tra proclami e azioni, il segretario Valentini può iniziare ad attuare le istanze che ha lasciato nel cassetto.  La popolazione nei discorsi di qualcuno è diventata qualcosa da cui difendersi,  la gente è arrabbiata, si dice, per le tasse, i soldi alle banche, ma è destabilizzante l’immagine di una popolazione scontenta e incapace di comprendere.

Nella speranza di tornare al voto prima possibile, mi chiedo se la maggioranza ha valutato come affrontare la finanziaria che ci apprestiamo a discutere. L’incapacità di affrontare i fenomeni corruttivi ha l’obbligo di trasformarsi in azione. Non si potrà più dire ‘io non sapevo’ e incolpare qualcuno, altrimenti autorizzerete la gente ad affermare che esiste la precisa volontà di non ostacolare certi percorsi. A Giovagnoli dico che il Psd non sia un ostacolo se n’è accorto anche Stolfi che fino a ieri era dentro il direttivo”.

Alessandro Mancini, Ps:  “Ieri sera ho ascoltato con attenzione le dimissioni del segretario Felici e il suo intervento. Aveva diverse opzioni su come affrontare la delicata situazione e ha deciso di rassegnare le dimissioni, poteva difendersi anche da segretario di Stato, ma con alle spalle tutto il peso dell’incarico istituzionale che aveva, e il rischio di indebolire le istituzioni era certo. Credo abbia fatto bene ad assumersi le proprie responsabilità di fronte al Paese e al Consiglio. La questione morale: credo che negli ultimi dieci anni non ci sia stata sessione consiliare in cui si parlasse di ciò Oggi è chiaro che le dimensioni della questione morale hanno assunto confini più ampi ed è necessario intervenire con determinazione. Ma come ha detto questa notte il mio segretario, va fatta una distinzione, una cosa sono i singoli, una cosa è il sistema. Sui singoli la magistratura sta facendo un lavoro eccezionale che sosteniamo. Poi anche la politica avrà un ruolo sui singoli. Ma oggi il compito della politica è più grande, è riscrivere le regole del gioco: del consiglio, dei partiti, delle incompatibilità. Queste regole le deve scrivere una nuova generazione non per un rinnovamento forzato, ma perché chi ha gestito il Paese non può avere oggi la capacità di scriverle. Il rinnovamento è soprattutto di metodo. Questo il nodo cruciale della questione morale, altrimenti non andiamo da nessuna parte. La questione morale si affronta con riforme strutturali e il cambiamento. Dimissioni di Felici: oggi si dimette il segretario di Stato con una delega importante, un punto di riferimento, uno dei più importanti nel congresso per iniziativa politica. Oggi indubbiamente questa maggioranza, che già da tempo non portava risultati, ha un’ulteriore battuta d’arresto. Mi auguro l’avvicendamento dia effetti positivi, ma il lavoro da fare è ancora tanto, non credo si possa ripartire come se niente fosse. Questa fase va gestita con la massima responsabilità che c’è in Aula, nonostante c’è chi va avanti con la demagogia. C’è in Aula tanta buona politica e onesta. C’è il passaggio della legge di Bilancio che sarà uno spartiacque, poi si dovrà voltare pagina. Questi prossimi due mesi delineeranno il futuro della legislatura. Attenzione però, le mazze di carte non ce l’ha la minoranza, ma la maggioranza che deve decidere come dare queste carte. Il Ps l’ha detto che era pronto a fare la propria parte. Mi auguro il senso di responsabilità possa prevalere su tutto”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Non sottovaluto la gravità del momento. Abbiamo davanti a noi due questioni grosse, il Paese sta vivendo una fase di transizione, in passato chi faceva politica poteva fare tutto, ma il lavoro iniziato nella scorsa legislatura ha cambiato le cose, è un lavoro iniziato dalla politica stessa.
Felici non era obbligato a dare le dimissioni, ma ha fatto quello che era giusto facesse. Doveva essere al di sopra di ogni sospetto per il ruolo che aveva. In altri Paesi ministri si sono dimessi perché non hanno pagato i contributi alla colf. Spero che prima o poi, riassestiamo il pendolo, la politica deve essere al di sopra di ogni sospetto, ma non la possono fare i giornali. Condivido che il Paese ha bisogno di una buona politica, quello che ha detto Celli.

Poi un altro aspetto è capire quale indirizzo di sviluppo economico vogliamo darci. L’indecisione è la cosa peggiore. Non sono per le scelte pauperistiche che sento in Aula. Se non si produce ricchezza, non si può dividerla. Se tutti concordiamo che certe forme di introito non possono arrivare a San Marino, dobbiamo stabilire quali possano essere. Bisogna far arrivare a San Marino chi ci può aiutare a produrre ricchezza, ma in questo Paese ‘guai a chi si avvicina’. Temo che, continuando così, ci saranno sempre meno investitori che vorranno venire. E’ giusto fare controlli, ma se uno investe in tutto il mondo, ma non a San Marino, forse abbiamo un problema, non sappiamo porci. Non abbiamo una bella fama a livello mondiale, ci mettiamo anni a decidere quello che altrove si decide in pochi mesi. Dobbiamo fare una riflessione, dobbiamo essere in grado di dare un indirizzo, non possiamo fermarci alla prima lamentela e da due giornalisti. Abbiamo imprenditori che si sono avvicinati a San Marino, valutiamo questi progetti e diamo risposte in tempi brevissimi”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “In quest’Aula vedo tanti politici che hanno fatto politica in maniera diversa. Politici che sono qui per cercare la lotta. Quello che dobbiamo capire oggi è perché la classe politica è così criticata? Per due aspetti: 1) Questione morale 2) Risultati ottenuti da questo governo. Un elemento che distingueva negativamente la vecchia politica era il senso di impunità. Non voglio giudicare perché sono un garantista ma il mio è un ragionamento generale. Il senso di impunità è nato perché alcuni di coloro che mantenevano il potere in certi momenti non si sentivano toccabili. Le valutazioni politiche le faremo con le commissioni d’inchiesta mentre le conclusioni giudiziarie spettano alla Magistratura. Qualsiasi parola in questo momento può essere un macigno sull’azione della Magistratura. Chi ci attacca e parla di Aula delegittimata sbaglia. Più di un terzo di quest’Aula è rinnovata: la stragrande maggioranza delle persone sono brave persone che cercheranno di cambiare il Paese. A essere delegittimato sarà lo stesso consigliere Zafferani. In questo momento la gente non ha bisogno di quello che propone Rete. Perché il Paese non va? Sarebbe una grandissima irresponsabilità fare cadere il Governo. Sono convinto anche che sarebbe irresponsabile lasciare fermo il Paese. D’accordo con una verifica interna entro due mesi. E’ vigliacco questo atteggiamento denigratorio nei confronti della maggioranza dell’Aula”.
Federico Pedini Amati, Ps: “Io non sono né l’avvocato di Rete, né quello di Civico 10, ma credo che Cardelli sia stato abbastanza inelegante nel leggere le proposte di questi movimenti. Che in questi 2 anni hanno proposto diverse soluzioni. Il consigliere ha parlato di una serie di provvedimenti che avrebbe fatto questo governo, ma che a noi non tornano. Ha fatto solo la riforma tributaria, la spending review (che poi è stata disattesa). Maggioranza e Dc non hanno fatto assolutamente niente. Quando il consigliere Zafferani parla di Consiglio delegittimato ci si dovrebbe ricordare che la magistratura parla di voti comprati. Considerando che questa maggioranza ha vinto per 140 voti credo anche io si possa parlare di maggioranza illegittima. Associazione a delinquere, riciclaggio, tangenti, collusione e concussione: credo che di elementi perturbatori ce ne siano eccome in questa attuale fase politica. C’è stato un ladrocinio continuo in questo Paese: ci sono almeno un centinaio di persone implicate. Non siamo credibili. E’ una vergogna che dentro quest’Aula si continui a fare finta di niente. Fuori da questo Consesso la gente si chiede se stiamo scherzando. La Magistratura deve fare chiarezza e su questo non c’è dubbio. Questo Governo non è più legittimato. Diffido anche dei membri del mio partito quando si dicono disponibili a appoggiare maggioranza. Io non sono disponibile a farlo. Non credo nella credibilità di queste istituzioni. Più volte il Ps ha fatto proposte ma è stato puntualmente preso in giro. Questa maggioranza non ha più le gambe per andare avanti. Per il dopo sono pronto a ragionare su cosa fare, ma ora la maggioranza ha terminato la propria azione. Deve scomparire una generazione politica che ha fatto del male a questo Paese. Tutte le persone coinvolte in queste indagini dovrebbero dimettersi”.
Francesco Morganti, Psd: “Felici si ferma per permettere al paese di andare avanti. Ha anteposto l’interesse del paese al proprio. La dimissioni non sono affatto scontate, è un gesto che merita rispetto. Il Segretario Felici è stato oggetto di un attacco ingiustificato forse perché è una persona capace e determinata. Per far si che non siano un gesto inutile, occorre rafforzare l’azione del governo. Uno stimolo per fare di più e meglio. Nel giorno in cui il governo perde uno dei suoi uomini di punta occorre guardare avanti. Il Paese ha bisogno di un cambiamento radicale: si cambi passo. Il Psd ha consapevolezza che quando si governa lo si fa per cambiare e per migliorare l’esistente. Felici ha portato avanti l’idea che la politica può essere costruzione anche quando si fa opposizione. Il successore di Felici avrà massimo sostegno e piena collaborazione da parte del partito. Si tratta di una persona competente che saprà portare avanti il lavoro di Felici. La segreteria di Stato alle Finanze ha varato strumenti impopolari ma utili che hanno garantito stabilità ai conti: tra queste l’uscita da black list, riforma imposte dirette, elaborazione riforme su imposta indirette, gestione delle relazione con il Fmi. Non possiamo permetterci una crisi di Governo: sarebbe un salto nel buio. Forse ora tra maggioranza e opposizione serve un dialogo maggiore ed un rapporto nuovo. Paese non ha bisogno di meno politica ma di una politica che torni a esercitare un ruolo di guida di San Marino”.
Stefano Canti, Pdcs: “Le dimissioni del segretario Felici rappresentano gesto importante nei confronti della politica. Un gesto con cui ha dimostrato di non essere attaccato alla poltrona. Sono passati ormai due anni dalle ultime elezioni politiche e ritengo che in questi due anni Governo e maggioranza abbiano dimostrato capacità di raggiungere obiettivi prefissati nel programma. L’uscita dalla black list, la riforma tributaria, la spending review: sono solo alcuni dei provvedimenti varati per dare a San Marino crescita e sviluppo. Se la Magistratura produce quello che sta producendo è merito anche degli strumenti che la maggioranza gli ha messo in mano. Anche io vorrei esprimere pieno sostegno alla magistratura. E’ sbagliato parlare di un governo di emergenza o di un esecutivo a tempo. Io sono contrario a tutto ciò. Ritengo sia giusto parlare di verifica di Governo quando la maggioranza non riesce a tenere fede al programma elettorale ma non è questo il caso. La nostra azione è efficace. Vorrei proporre l’adozione di un provvedimento anti-corruzione che introduca norme per la valutazione del rischio di corruzione, tecniche di intervento, revisione dei procedimenti amministrativi maggiormente soggetti al fenomeno corruttivo. Il Pdcs nei 65 anni di storia è sempre stato punto di riferimento nei momenti difficili. Sono convinto che anche in questo occasione sapremo farcene carico trovando una soluzione alla crisi politica”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Le dimissioni sono un atto personale non imposto dai partiti, personalmente le ho apprezzate. Ma le dimissioni non sono sufficienti per ciò che emerge nel Paese. Gli arresti di Stolfi e Podeschi hanno portato alla luce reati enormi. Ma il Consiglio non emette sentenze, fa valutazioni politiche e vorrei non soffermarmi sull’indebito arricchimento, piuttosto su quegli indizi che parlando di condizionamento del sistema democratico, voto di scambio, finanziamento partiti, clientelismo, fanno emergere un condizionamento dell’ampia parte della vita del Paese che era evidente quando Alleanza popolare è nata. Negli ultimi tempi sono stati introdotti strumenti per contrastare questi fenomeni nelle istituzioni e in politica. La questione morale ci trova sempre sensibili anche al governo e in maggioranza, abbiamo prodotto provvedimenti e attuato metodi di assoluto contrasto a certe pratiche del passato e non abbiamo fatto mediazioni su questo terreno. La pulizia delle istituzioni non è una condizione mediabile, per questo abbiamo chiesto autocritica e riconoscimento di responsabilità e che i partiti allontanino le persone coinvolte. Personalmente ritengo non si possano considerare i partiti coinvolti nell’uso distorto dei finanziamenti, ma gli esponenti coinvolti nel malaffare. Chi ha preso soldi non per sé, ma per il partito, ha comunque alterato la democrazia. Chi lo sapeva e taceva doveva riconoscere debiti di riconoscenza e perdere la libertà e serenità di giudizio e azione.
Quando si parla di sistema, non si deve dimenticare che era una parte della politica e del paese a riconoscere questa prassi come funzionale al suo interesse, partiti ma anche imprenditori, banchieri, faccendieri professionisti. Chi ha la responsabilità di aiutare la magistratura deve dire la verità e aiutare alla chiusura delle indagini in corso.
La proposta di Ap è di tracciare una linea di demarcazione attraverso la costituzione di un governo di svolta con compiti precisi legati alla situazione che si è definita. Il governo della fase che si apre adesso riteniamo difficilmente possa essere lo stesso nato in una situazione differenze. Noi garantiamo continuità agli alleati, ma per noi ci sono punti non negoziabili, l’efficacia del governo, una finanziaria seria e soddisfacente, la capacità di vedere l’avvio di quei progetti che danno respiro sul piano economico ed occupazionale al Paese. Qualcuno ha chiesto norme anticorruzione, ma le norme ci sono e sono state violate, altrimenti non ci sarebbero persone in carcere”.
Lorella Stefanelli, Pdcs: “Siamo in piena emergenza per la questione morale, per la crisi economica e sociale di cui non si vede la fine. E’ apprezzabile chi fa un passo indietro per non mettere in difficoltà le istituzioni che rappresenta, chi si mette a disposizione della magistratura per chiarire la propria non colpevolezza. Non ci possiamo permettere che la questione morale intacchi ancora di più le istituzioni. Prendiamo atto delle dimissioni e procediamo velocemente alla nomina del sostituto, abbiamo tempi strettissimi per dare al Paese una finanziaria che risolvi le emergenze: liquidità, necessità di attirare investimenti sani, disoccupazione giovanile. Non si può aprire una crisi di governo, né andare ad elezioni anticipate, saremo degli irresponsabili. Ma è innegabile che la questione morale vada affrontata nei tempi più brevi possibili, se non verrà fatto, ne sarà travolta la credibilità di tutti, anche di chi nulla ne ha a che fare, e la credibilità delle istituzioni. Abbiamo bisogno di un governo autorevole, non distratto da avvenimenti giudiziari e scoop giornalistici.  Approvata la Finanziaria si adottino soluzioni per dare risposte esaurienti alla questione morale e si dia al Paese stabilità con un rinnovato impulso all’azione di governo. Se non fosse così bisognerà andare a elezioni anticipate.  In questo contesto la proposta di governo di scopo può essere una soluzione, ma non l’unica possibile”.

Augusto Michelotti, Su: “E’ vero che tutti i cittadini hanno beneficiato dell’abbondanza e delle vacche grasse in passato e che ora che le vacche sono pelle e ossa siamo tutti a guardare indietro e non al futuro. Non tutti però sono stati così, qualcuno sano c’era che metteva in guardia contro il malaffare, ma le cassandre non le ascolta nessuno. Il coperchione si è scoperchiato in ritardo rispetto quando i potenti erano davvero potenti, ora qualcuno ha fatto in tempo a lavarsi le mani. Non si vuole fare giustizialismo tout court, bisogna però ci sia un cambio di politica ai massimi vertici”.

Anna Maria Muccioli, Pdcs: “La questione morale pone a ciascuno di noi di anteporre il Paese a interessi propri. Le istituzioni non possono subire il rischio di venire travolte, è auspicabile che chi venga toccato dalla questione morale compia atti di responsabilità. Si può e si deve uscire da questa situazione, ma non affrontare pienamente la questione morale comporta che tutto venga travolto da un fiume in piena, anche quello di buono che è stato fatto. La fiducia dei cittadini nella politica è ai minimi storici. Abbiamo il dovere di dare credibilità alla politica e nuova fiducia nelle istituzioni, ma può avvenire solo dando risposte veloci e concreti al Paese. E qui dobbiamo fare autocritica, disoccupazione, persone alla caritas, conti pubblici, spending review da completare, sono questioni non rinviabili. Preoccupante lo stallo a livello istituzionale a tutti i livelli, occorre fare appello a tutti. No ad apertura di crisi ed elezioni, affrontiamo la finanziaria, poi in maniera compiuta la questione morale, ma soprattutto affrontiamo i problemi del Paese. Il governo di svolta non può essere l’unica soluzione possibile, ma una possibile al termine della verifica”.

San Marino, 21 Ottobre 2014/01

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 20-31 OTTOBRE

MARTEDI’ 21 OTTOBRE- seconda parte

Prosegue il dibattito sulle dimissioni del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, iniziato ieri in seduta notturna, con 58 iscritti ad intervenire. 

Luca Santolini, C10 sostiene che il governo non possa permettersi di tirare avanti con rimpasti:  “Ecco perché richiediamo le elezioni, si concordi- suggerisce- un percorso con le opposizioni sulle priorità da affrontare nella legge di bilancio, poi si dia al Paese un governo al di sopra di ogni sospetto”. Per Massimo Cenci, Ns, occorre che “la politica stia al fianco del Tribunale rispetto la questione morale e che vinca le sfide per garantire il futuro di questo Paese”.  Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, commenta che il gesto di Felici “ha consentito di trasformare un potenziale momento di divisione in una fase di responsabilità molto sentita”. Al contrario, per Gian Matteo Zeppa, Rete, “qualsiasi tipo di dimissione deve essere letta come una sconfitta”. Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria, sottolinea che la questione morale “nasce da un percorso lontano” e “se il governo e questa maggioranza devono pagare- aggiunge- faremmo una cosa sbagliata”. Mariella Mularoni, Pdcs, richiama la buona politica: “E’ nostro compito recuperarla e ripartire senza incertezze”. 

Stefano Macina, Psd, spiega che il suo impegno politico terminerà in questa legislatura e le dimissioni dalla Commissione giustizia. “Ma ritengo non opportuno dimettermi dal Consiglio- puntualizza- non ho avuto comunicazioni e personalmente mi sento a posto con la mia coscienza e lo dimostrerò nelle sedi appropriate”. Luca Beccari, Pdcs, sostiene che la verifica deve riguardare la maggioranza, ma “dobbiamo essere capaci- sottolinea- di confrontarci anche con l’opposizione, questo è il tema fondamentale per portare avanti il cambiamento”. Quindi Paolo Crescentini, Ps, chiarisce che non farà la stampella a questo governo: “Le cose- sottolinea- devono essere fatte alla luce del sole, se il governo ha la forza vada avanti altrimenti alzi bandiera bianca”.

Per Massimo Ugolini, Pdcs, serve fiducia reciproca all’interno della maggioranza, “altrimenti- chiosa- passare la palla alla cittadinanza è inevitabile”. 

Matteo Fiorini, Ap, spiega che il suo partito non è soddisfatto di come è stata affrontata la questione morale perché “non vuol dire individuare singole persone, ma fare analisi sui metodi”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, sottolinea che deve emergere “un impegno politico della maggioranza a confrontarsi di più sui contenuti”, perché “c’è un problema Paese che deve essere affrontato con la collaborazione, dato che non c’è la bacchetta magica”. Quindi Roberto Venturini, Pdcs:  “Il governo per affrontare le priorità- manda a dire- deve essere autorevole e chiunque abbia ombre nel suo percorso politico deve fare un passo indietro immediatamente”. Tony Margiotta, Su, sottolinea come importante l’apertura del vicesegretario Pdcs, Beccari, verso l’opposizione: “Mi auguro che abbia esplicitato una posizione che rappresenta tutto il partito”. Per Oscar Mina, Pdcs, la politica è sotto accusa: “Non sono più sufficienti gli slogan. Serve un cambiamento radicale della classe dirigente”.

Franco Santi, C10 spiega che quando la politica è “in fase di stallo e non riesce a dare risposte al Paese, la cosa più giusta sia quella di tornare alle urne”. Quindi Grazia Zafferani, Rete, ribadisce:“Le dimissioni le devono dare tutti i membri di governo oggetto di indagini gravi”.

La seduta si interrompe con l’ultimo intervento della giornata, quello del segretario di Stato per la Cultura, Giuseppe Maria Morganti: “Se dovessi presumere che la magistratura ha solo il sospetto di un mio coinvolgimento nell’inchiesta che sta conducendo- chiarisce- provvederei immediatamente a rassegnare le dimissioni”.

Il dibattito proseguirà nella seduta che si aprirà domani alle 13.

Di seguito una sintesi degli interventi della seconda parte della seduta odierna.

Luca Santolini, C10: “Le dimissioni di Felici sono un atto necessario perché si è venuta a creare all’interno del governo una sensibilità tale da rendere necessaria una scelta forte di discontinuità. Prima ancora di fare un mea culpa convincente si è avanzata l’ipotesi del complotto. Il Psd ha perso un’occasione importante per fare al suo interno una verifica profonda. La Dc mi è parsa ancora di più in confusione. Ho visto Segretari di Stato partire per la tangente e prendere le distanze dai loro stessi colleghi di partito. A sua volta lo stesso Segretario Valentini ha preso le distanze dai colleghi Lonfernini e Mussoni. Ap ha preso invece posizione molto forte invocando elezioni tra qualche mese, dopo aver affrontato le principali criticità. Il movimento di cui faccio parte in due anni di legislatura non ha mai attaccato gratuitamente nessun partito, tantomeno Ap. Lo dico senza alcun intento polemico. La politica sta vivendo da qualche anno a questa parte una grossa crisi di credibilità. In questi giorni abbiamo raggiunto l’apice di questa crisi. E questa crisi è alla base del movimentismo che sta caratterizzando la politica sammarinese in questi ultimi anni. Celli ha toccato le corde giuste nel suo intervento, criticando i partiti che non hanno saputo combattere i comitati affaristici. Ha sottolineato che quello di cui stiamo parlando è tutto tranne che politica. La politica quella vera è ciò che serve oggi al paese. Questo governo non può permettersi di tirare avanti con rimpasti. Ecco perché richiediamo le elezioni. Si concordi un percorso con le opposizioni sulle priorità da affrontare nella legge di bilancio, poi si dia a questo Paese un governo al di sopra di ogni sospetto”.

Massimo Cenci, Ns: “Berti ha fatto notare che in base a chiacchiere da bar o articoli di giornale non è opportuno sputare sentenze. Mi sembra giusto. Un imprenditore, tal Giuseppe Roberti, ha utilizzato organi di stampa per lanciare messaggi al paese: butta il becchime e qualcuno becca. Molte persone hanno dato corda a questi soggetti. E Roberti ha già raggiunto il suo scopo. Io non so se Felici è responsabile di quello che gli viene additato in quest’Aula: il Tribunale e il tempo ce lo diranno. Io penso però che questo Governo e quella persona stessero operando nella direzione giusta. Quello che ha fatto di buono la politica nella scorsa e in questa legislatura è che è sempre stata al fianco del Tribunale. Io come molti altri qui dentro abbiamo iniziato attività politica 6 anni fa. La politica era considerata una casta di intoccabili e noi dei pazzi che provavano a cambiare le cose. Ma una volta entrati in quest’Aula abbiamo capito che c’erano molti più pazzi di quel che pensavamo. Abbiamo creato leggi importanti di cambiamento in un clima molto difficile. Ora serve: 1) su questione morale occorre che politica stia al fianco del Tribunale 2) vincere le sfide per garantire il futuro di questo Paese. Un plauso agli interventi dei consiglieri Celli e Mancini. Pensiamo più al Paese e meno ai consensi”.

Gian Carlo Venturini,  segretario di Stato per gli Affari interni: “Non è mai facile commentare le dimissioni di un collega. Questo Governo ha dovuto affrontare molte problematiche ma ognuno di noi ha provato a fare la propria parte. Ringrazio il Segretario Felici per l’impegno profuso e il senso di responsabilità dimostrato. Si è dimesso nonostante ancora tutto sia da appurare sul piano giuridico e nonostante la Magistratura non abbia richiesto alcun chiarimento. Lo cito testualmente nella sua lettera di dimissioni:’Tuttavia in considerazione del momento particolarmente difficile del Paese, chi ricopre ruoli di rilievo ha il dovere di rimuovere ogni elemento perturbatore rispetto al legame di rappresentanza e di fiducia con i cittadini’. Il gesto di Felici ha consentito di trasformare un potenziale momento di divisione in una fase di responsabilità molto sentita nei confronti di tutto il Paese. Quello che è accaduto negli ultimi mesi parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli di questo Paese. Diverse persone hanno detto ‘non potevate non sapere’. Non neghiamolo: ostacoli al processo di cambiamento ci sono stati, ma andiamo avanti. Il lavoro della Magistratura, che lavora in piena autonomia, testimonia il processo di cambiamento intrapreso. Occorre un’approfondita analisi dei meccanismi decisionali pubblici per impostare un sistema di gestione della cosa pubblica che renda più penetrante e efficace l’azione della Magistratura su attività come sequestro, confisca e uso intercettazioni telefoniche. Si stimoli il percorso già avviato di norme per la valutazione del rischio di corruzione. Lo sviluppo economico e sociale di San Marino deve essere impostato su trasparenza e legalità. La Magistratura continui il suo lavoro con la massima serenità nel rispetto del diritto degli indagati di difendersi nel processo. Il riconoscimento dell’indipendenza della Magistratura costituisce un requisito imprescindibile. In questo momento il paese deve affrontare scadenze importantissime tra cui nuovi accordi con l’Italia, il processo di integrazione europea. Inopportuna la crisi politica che metterebbe a rischio tali scelte. L’indicazione del collega Capicchioni premia l’aspetto tecnico e di conoscenza del settore”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Qualsiasi tipo di dimissione deve essere letta come una sconfitta. Poi però ci sono dimissioni e dimissioni. Anche io faccio i complimenti al consigliere Celli che ha avanzato le scuse per il comportamento del suo partito. L’unico ad ammettere le colpe. Nessuno della maggioranza e di parte dell’opposizione ha ammesso le proprie responsabilità. E allora siccome il consigliere Cardelli, dall’alto della sua giovane età, dice che Rete è il pericolo di questo Paese io dico che non è così. Cardelli dice che Rete non fa proposte. In realtà noi non abbiamo i voti per farle passare. Invece la Dc ha i voti ma o non è capace di fare le proposte per il Paese o non le ha. Ricordo poi al consigliere che Gatti e Podeschi facevano parte del suo partito. Nel 2011 la Dc impose le dimissioni al consigliere 27enne Scarano che disse ‘quando si sbaglia è necessario pagare le conseguenze fino in fondo’, il consigliere Marco Gatti prenda esempio. Io offro mia disponibilità: portate elementi che portino a salvaguardia sanità, scuola, istruzione, lavoro, portate elementi che facciano tagli orizzontali e non verticali e che siano definiti da persone che non hanno ombre su di loro. Portate una Finanziaria etica ed io ve la voto. Chiedo alla maggioranza: dite alla città quali sono i poteri oscuri che governano San Marino”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Bisogna portare il dibattito su un piano diverso, se no non si portano risultati. Parto dal primo atto che merita rispetto, quali che siano le risultanze, va dato atto a Felici di aver avuto un atteggiamento di grande chiarezza rispetto all’Aula e aver messo davanti l’interesse del Paese. Ma il dibattito si è spostato su terreni scivolosi per lo stile. Tutto quello che sta avvenendo grazie alla magistratura e alle notizie che emergono non capitano a caso. Per arrivarci c’è stato un percorso non facile che ha visto anche la nascita del mio movimento per questo motivo. Quando nel 2006 ci siamo presentati alle urne, il nostro obiettivo era quello di rompere gli schemi della politica degli affari e degli interessi personali. Volevamo metterci in gioco consapevoli che il gioco ci avrebbe messo in difficoltà, ma non abbiamo avuto paura, due anni dopo siamo entrati al governo e promosso una maggioranza. Forse il futuro ci darà ragione di quello che abbiamo fatto, non mi vergogno di essere entrato in un governo insieme a Podeschi e a Gatti, come allo stesso modo non posso dire che Zafferani, che era un consigliere di quella maggioranza, sia un delinquente. Abbiamo messo in discussione un sistema che nessuno fino ad allora era riuscito a scalfire, ma non eravamo soli perché soli non avremmo avuto risultati.

Nella questione morale non ci sono solo i politici, ci sono i professionisti, i cittadini compiacenti, gli uffici che non hanno visto. Ricordo quando abbiamo iniziato a revocare le prime sei società, a me hanno tremato le gambe. Ma è il motivo per cui questa maggioranza è determinata. Se pensiamo alle elezioni oggi non pensiamo alle generazioni future. Significa abdicazione alle nostre responsabilità. Quindi la questione morale nasce da un percorso lontano, e se il governo e questa maggioranza devono pagare, faremmo una cosa sbagliata. Tra chi ha interesse a tornare a votare, c’è chi spera nel caos e che l’azione del tribunale possa essere intimata e che si freni con la commissione inchiesta che mi auguro possa nascere a novembre per individuare le responsabilità politiche. E non vorrei venisse fuori un elenco telefonico. Qui qualcuno parla di delinquenti e di disonesti, io invece parlo di traditori per chi ha usato la sua posizione politica per vantaggi personali. Non fermiamo il percorso virtuoso iniziato, cerchiamo di capire se insieme possiamo far venire fuori la verità”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “C’è un diffuso senso di disagio nella cittadinanza nei confronti della politica. Ho sentito richiami alla buona politica, è nostro compito recuperarla e ripartire senza incertezze. Non è vero che non abbiamo fatto nulla in questi due anni. Le istituzioni si sono preoccupate di dare rigore, risposte concrete ai disoccupati, cercare investitori, approvare leggi anticorruzione. Rispetto la questione morale, si deve tracciare una linea di demarcazione e stilare il bilancio delle responsabilità, di fianco al politico corrotto c’è sempre un corruttore. Il percorso deve proseguire con gli alleati di governo, il Paese non ha bisogno di elezioni anticipate. L’autosospensione di Felici è una misura pesante, ma giusta per la politica. Ha messo l’interesse del Paese davanti a tutto”.

Stefano Macina, Psd: “La stima che ho per Claudio Felici non facilita il mio intervento. Rispetto l’azione portata avanti come segretario si deve riconoscere la sua lungimiranza politica.

Sono d’accordo con chi dice che non si sia dimesso per la questione morale, non poteva fare una scelta diversa per non inficiare quello che doveva essere compiuto per il Paese. Nel Psd non è stata una scelta facile, avevamo valutato anche il ritiro della delegazione, ma ne abbiamo discusso e abbiamo pensato al Paese. Concordo con quanto affermato da Celli sul fatto che la politica ha delle responsabilità nell’aver trasformato i partiti in comitati elettorali, in dispensatori di favori, è una responsabilità che dobbiamo assumerci di fronte al Paese che non si merita di essere ingessato da 10 anni dalla questione morale. Occorre fare chiarezza e completare il percorso di cambiamento iniziato dal 2008. Credo che l’evoluzione in positivo del sistema sia stata avviata e negarlo non contribuisce a fare chiarezza. Mi auguro che la commissione Sopaf e quella che si deve istituire facciano chiarezza, è da fare in questa legislatura perché nella prossima non possiamo permetterci ancora la spada di damocle della questione morale. La maggioranza a questo punto deve avere la responsabilità non solo di fare la verifica ma anche scelte di campo in materia finanziaria, proseguendo il confronto in ambito internazionale, e di portare a compimento le commissioni di inchiesta e fare in modo che attorno a questi aspetti ci sia confronto con tutti, con disponibilità di cogliere i contenuti. La richiesta di fare chiarezza deve essere abbinata alle soluzioni: quando avremo messo in sicurezza il Paese da fenomeni distorsivi e da difficoltà finanziare, si può poi passare alle urne. Su questo terreno sosterremo governo e maggioranza. Per quanto mi riguarda, l’ho già detto, il mio impegno politico termina in questa legislatura e che il Psd deve proseguire con il rinnovamento della sua dirigenza. Mi sono dimesso dalla commissione giustizia ma ritengo non opportuno dimettermi dal Consiglio, non ho avuto comunicazioni e personalmente mi sento a posto con la mia coscienza e lo dimostrerò nelle sedi appropriate”.

Luca Beccari, Pdcs: “Questo dibattito sulla questione morale è stato a tratti scontato e banale. Noi stiamo discutendo di una questione che conosciamo solo parzialmente. La Magistratura sta verificando fatti che testimoniano il connubio tra affari e politica. Il dibattito politico non sta aiutando la risoluzione della questione morale. Noi dobbiamo reagire a questi fenomeni: come lo faremo farà la differenza per i cittadini. Le prese di posizione sono precarie perché le vicende potrebbero avere portata più ampia o anche più ristretta. La politica che si impegna solo a dire ‘c’ero, non c’ero’ o ‘potevo sapere, non potevo sapere’ è a mio avviso sbagliata. Non è scontato oggi rimarcare le differenze rispetto al passato. Non saremmo qui a parlare di questione morale se avessimo la legislazione passata che prevedeva libretti al portatore, società anonime, segreto bancario. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono sufficienti? Di questo dovremmo parlare. Ricordiamoci però che non cambia nulla se non cambia il modo di fare politica. Serve un approccio alla politica più etico. In questo contesto non posso non vedere che da parte di qualcuno la questione morale è vista solo come una grandissima opportunità. Oggi di fronte alla questione morale partono una serie di azioni che non hanno nulla a che vedere con il futuro del Paese ma anzi sono l’esatta fotocopia di ciò che avveniva nel passato. Chi intravede un’opportunità, da una parte, alza la temperatura del dibattito politico e attacca chi deve attaccare mentre, dall’altra parte, allunga la mano verso quelle che potrebbero essere forze più sensibili a un altro tipo di progetto politico. Questo è il vecchio modo di fare politica. In questo Paese non si trova convergenza politica su alcun tema. Neppure sui temi di fondo. Non riusciamo a capirci sul fatto che votare una legge della maggioranza o accettare una proposta della minoranza porta stabilità e porta un dialogo molto più aperto. La verifica la dobbiamo iniziare da noi stessi, ma dobbiamo essere capaci di confrontarci anche con l’opposizione. Questo è il tema fondamentale per portare avanti cambiamento. Io credo che il segretario Felici abbia dato dimostrazione di cosa significa uscire dagli schemi. Al di là dei fatti a lui contestati e al di là di quello che sarebbe suo diritto di attendere decisioni Magistratura Felici ha dimostrato che a volte occorre fare dei passi controtendenza. Con coraggio. Noi cosa siamo in grado di fare in discontinuità col passato?”.

Paolo Crescentini, Ps: “Non farò mai la stampella a questo Governo perché ritengo che le cose debbano essere fatte alla luce del sole. Se il governo ha la forza vada avanti altrimenti alzi bandiera bianca. La Magistratura continui a portare avanti la sua attività. La maggioranza faccia la sua verifica interna e poi valuti se ci sono i presupposti per andare avanti, oppure se è meglio porre fine all’esperienza. Si tratta comunque di dimissioni pesanti che permetteranno al Segretario Felici di potersi difendere nel migliore dei modi anche se ancora non mi pare siano state mosse nei suoi confronti accuse da parte della Magistratura. Ma non può passare inosservata questa decisione. Qualcuno dice che la politica la fanno i giornalisti. Bene, parlo da giornalista: i giornalisti fanno solo il loro dovere e non credo abbiano riportato notizie sbagliate. Ci troviamo di fronte a una situazione difficile per il Paese. Il governo è debilitato dalla questione morale. E’ un Esecutivo sulle gambe e sicuramente questo non giova al Paese. La maggioranza conta 33 voti, l’opposizione solo 25: se non riuscite a governare avete molti più problemi al vostro interno di quelli che volete assegnare alle forze d’opposizione. Spero poi che la situazione di cassa non sia solo di 400 mila euro, come ho sentito, perché se è così non riusciamo neppure a pagare lo stipendio ai dipendenti pubblici a gennaio”.

Massimo Ugolini, Pdcs: “Se qualcuno ha utilizzato incarichi pubblici per fini personali deve pagare. Ma aspettiamo gli atti prodotti dal tribunale a riguardo, altrimenti si crea un clima di esasperazione. Va rispettato il segreto istruttorio.
Serve un forte senso di responsabilità politica per assicurare stabilità al Paese. Sono stati fatti degli interventi impopolari ma necessari di recente, dei quali Felici si è fatto carico senza fare dietrologie o rimbalzare responsabilità. Apprezziamo il suo gesto, anche se per lui difficile. Esce dal governo una persona capace.
Ritengo che il dibattito sia guidato dal tatticismo politico da parte dell’opposizione, spinta a dividere la maggioranza parlando di buoni e meno buoni. Si parla di questione morale e di verifica programmatica sull’operato dell’esecutivo: sul primo la politica si è già attivata per capire cosa è accaduto. Ma sono questioni che riguardano il passato, mentre noi dobbiamo pensare al presente e al futuro. Serve fiducia reciproca all’interno della maggioranza. Altrimenti, passare la palla alla cittadinanza è inevitabile”.
Matteo Fiorini, Ap: “Felici è stato un uomo forte di questo governo. I giovani come me, senza l’aiuto di persone con una visione ampia della realtà come lui, non vanno da nessuna parte. Spesso ho chiesto a lui consigli su questioni spinose che riguardavano la mia segreteria, quando ero titolare del dicastero al Territorio.
C’è voluto coraggio su questioni come il bilancio dello Stato. Io dico che chi verrà dopo di noi partirà da un vantaggio, rispetto ai recenti governi: nei sammarinesi ci sarà già una mentalità che accetta che tutti debbano rinunciare a qualcosa per il bene collettivo.
Ci sono stati anche dei limiti, come quello della spending review. Non siamo riusciti a farne una seria, nel senso di distribuire in maniera orizzontale i tagli. Parlo della spending review per arrivare alla questione morale che negli ultimi mesi rimbalza in quest’aula. Cos’è? Quando Ap dice che non è soddisfatta di come è stata affrontata, cosa vuol dire? Non vuol dire individuare singole persone, ma fare analisi sui metodi. Le tangenti sicuramente sono un problema, così come il voto di scambio. Sono alla pari. I diritti fatti cadere dall’alto come privilegi fanno anch’essi parte della questione morale. Ap, alleandosi con Psd e Pdcs, ha riscritto certi paradigmi sul piano finanziario, sulla speculazione edilizia e sull’autonomia dei poteri.
Quando diciamo che la verifica parte oggi e non dopo il bilancio è perché il bilancio è il primo banco di prova della verifica. Per capire se c’è slancio sugli elementi che ho citato prima, come i tagli orizzontali.
Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Da alcuni mesi governo e maggioranza credo fossero in una situazione di stallo. Ci sono state posizioni politiche chiare da parte mia e di Lonfernini per evidenziare questo momento, non per chiedere le dimissioni di qualcuno. E’ vero che c’è una questione morale e politica. La responsabilità in politica è oggettiva, sono d’accordo con Mario Venturini. La questione morale non è aperta dai recenti fatti di cronaca.  Ma non dobbiamo cadere nell’errore di fare una sentenza preliminare, questo è delegittimare la politica. Vorrei pensare che c’è speranza nel Paese ma dipende anche da noi, da tutti noi. E’ opportuno che in Aula, consapevoli delle responsabilità , ci si schieri dalla parte di chi vuole creare questo percorso. L’analisi politica di Ap è piuttosto cruda, ma la strada è stata percorsa insieme. Abbiamo detto che prima vengono la sicurezza  del Paese e del bilancio, è una posizione politica che abbiamo condiviso e voluto quella di aprire da oggi la verifica politica. Serietà vuole che i problemi si affrontino in modo costruttivo. Questo governo ha portato risultati, siamo usciti dalla black list, c’è collaborazione con l’Italia, c’è la legge sull’autoriciclaggio, sulla confisca, c’è maggiore autonomia della magistratura, tutto è anche merito dell’impulso di questa maggioranza e non è stato semplice. Credo la politica abbia un’occasione di rilancio, paradossalmente, attraverso una riflessione sul metodo, non possiamo valutare noi l’onestà, ma possiamo fare un’azione politica che cambi certi metodi. Ma lo facciamo con i fatti non ai microfoni. Mi è piaciuto molto Celli, sono emersi messaggi importanti e significativi rispetto a un contributo sostanziale per sostenere il Paese in una difficoltà. Credo debba emergere un impegno politico della maggioranza a confrontarsi di più sui contenuti, non so se il governo di emergenza ha una formula, ma sicuramente c’è un problema Paese che deve essere affrontato con la collaborazione. Non c’è la bacchetta magica. Non per giochi politici e vecchie strategie e inciuci, ma perché in questo momento dobbiamo anteporre gli interessi del Paese ai giochi di parte”.
Roberto Venturini, Pdcs: “Questione morale e portare nuova linfa al sistema economico con investimenti sono le priorità. E’ palese che nuove elezioni, fino alla piena operatività del governo, comporterebbe uno stallo di almeno sei mesi e con la finanziaria alle porte e la mancanza di liquidità il nostro Paese non se lo può permettere. Inoltre potrebbero rallentare i lavori della commissione d’inchiesta Sopaf e impedire la nomina della commissione sul Conto Mazzini, non vorrei ci fosse questo scopo. Occorre arrivare a una legge di Bilancio seria. Le dimissioni di Felici sono da apprezzare, è stato un atto di responsabilità per non rallentare l’azione di governo in momento delicato. Il governo per affrontare le due priorità deve essere autorevole e chiunque abbia ombre nel suo percorso politico deve fare un passo indietro immediatamente. A gennaio può essere utile una verifica di governo e arrivare a un nuovo esecutivo che dovrebbe concentrarsi su occupazione, liquidità e rilancio economico fino a nuove elezioni. Il mio auspicio è che in questo percorso ci sia il contributo anche delle forze di minoranza”.
Tony Margiotta, Su: “Non riesco a capacitarmi del fatto che molti interventi che ho ascoltato davano un caloroso saluto al segretario dimissionario senza entrare nel merito della questione. Non voglio la testa di qualcuno, però credo che oggi la politica debba dare un messaggio chiaro. I partiti coinvolti devono dare un messaggio chiaro. Ci troviamo in una situazione del paese disastrosa. Mi sento in dovere di esprimere il mio rigetto verso questa situazione e verso coloro che hanno contribuito ad arrivare a questo punto. Ho ascoltato con attenzione l’intervento del collega Beccari che, da qualche giorno, è anche vicesegretario della Dc. Penso ci sia stata apertura importante e mi auguro che abbia esplicitato una posizione che rappresenta tutto il partito. Fino adesso non c’è stato alcun miglioramento della situazione del Paese. Anzi ci ritroviamo addirittura ad avere quasi una crisi di Governo dove una delle forze di maggioranza ha chiesto una verifica. Questo credo faccia suonare campanello d’allarme. In questo momento non possiamo lasciare che dei poteri oscuri continuano a portare avanti i loro interessi bloccando i lavori del Consiglio. La politica ha un compito importantissimo: risollevare questo Paese. Non è il Tribunale che ha il compito di risollevare questo Paese. Il Tribunale ha il compito di fare il suo dovere e lo sta facendo. Anzi auspico vada ancora più a fondo”.
Oscar Mina, Pdcs: “Il conto Mazzini è stato definito il fondo occulto della politica. Nell’indagine è stato chiamato in causa anche il segretario Felici. Di fronte alle sue dimissioni è evidente che non possiamo pensare si tratti di una mera sostituzione o di un semplice fatto tecnico. Ma da ieri si sta facendo molta demagogia al limite del buon senso inserendo nel medesimo vortice giudiziario tutta la politica di vecchia data. Non mi addentro sulle accuse, ma ribadisco che oggi si intravede il compito fatto a tutto campo da una Magistratura che agisce in piena autonomia. La politica è sotto accusa. Non sono più sufficienti gli slogan. Serve un cambiamento radicale della classe dirigente. Le dimissioni di Felici vanno in una direzione ben precisa: senso di responsabilità personale legato al suo ruolo di Segretario di Stato. Non abbiamo elementi per valutare il suo grado di responsabilità nella vicenda ma oggi dobbiamo riconoscere che Felici si dimette per accuse basate solo sul sospetto. Le dimissioni del Segretario Felici credo debbano essere recepite come necessarie per fugare ogni dubbio sollevato nei confronti dell’opinione pubblica. Va rimarcato il lavoro del Governo che ha allineato San Marino a tutti gli standard internazionali. Oggi però la priorità è la governabilità del paese. Serve rilancio dell’azione di governo rallentata da questioni giudiziarie. Oggi le condizioni del Paese sono direttamente proporzionali alla qualità della politica prodotta. Serve qualità della politica superiore ma ciò potrà avvenire solo se dimostriamo che scenario è cambiato. Politica del compromesso al ribasso tra i partiti è finita”.
Franco Santi, C10: “E’ una polemica strumentale quella del consigliere Cenci che ha tirato in ballo un comunicato di Civico 10 risalente a giugno. Legga il nostro comunicato e non si affidi a quello che riporta uno pseudo giornalista d’inchiesta. Attività di governo e questione morale sono due elementi che si intersecano tra di loro. La questione morale non è la corruzione o la tangente ma è molto di più: è un metodo di fare politica legato al voto di scambio e alle pratiche clientelari. Un meccanismo che è sempre stato presente nella politica sammarinese. Siamo veramente convinti che la politica si sia affrancata dalla questione morale? Per questo quando la politica si interroga su certi argomenti credo che abbia il dovere di entrare nel merito di certi meccanismi e trovare gli anticorpi per superare questa cosa. Chiedo al consigliere Beccari dove era fino ad oggi? Il Governo si è comportato in maniera diametralmente opposta a quanto da lui auspicato. L’approccio di cui parla il consigliere non c’è stato da parte della maggioranza. E io penso che questa maggioranza sia già al capolinea. Non è stata in grado di adottare quei provvedimenti che erano necessari già due anni fa. La spending review era necessaria già due anni fa. Qual è cosa più responsabile da fare? Continuare questa agonia o cercare strade nuove? Io credo che in fase di stallo, quando la politica non riesce a dare risposte al Paese, la cosa più giusta sia quella di tornare alle urne”.
Grazia Zafferani, Rete: “La tangentopoli sammarinese continua a mietere vittime e durante l’interrogatorio di Mirella Frisoni emergono tre nomi tra cui quello del segretario Felici.

La lettera di Felici è condivisibile. Non credo che il governo andrà avanti per il Bene comune, slogan indigesto. Potete provare a rilanciare slogan come sviluppo, lavoro, moralità, ma la carta canta perché la patrimoniale a carico dei cittadini, il condono fiscale per gli evasori, le riforme fiscali inapplicabili vanno a vantaggio di chi ha sostenuto un sistema mafioso.

Quale verità deve emergere? Le dimissioni le devono dare tutti i membri di governo oggetto di indagini gravi. Si parla di decine di libretti al portatore a favore di politici, banchieri, uomini d’affari a discapito della collettività e lo dice la magistratura, non i giornali. La moralità, priva di umiltà e responsabilità, resta una parola senza significato, a questo governo manca l’ingrediente più importante per governare un Paese, la governabilità”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura: “Se dovessi presumere che la magistratura ha solo il sospetto di un mio coinvolgimento nell’inchiesta che sta conducendo, provvederei immediatamente a rassegnare le dimissioni. Sono d’accordo con chi è intervenuto e dice che non sia necessario un avviso di garanzia per mettere in discussone il ruolo del governo, il limite deve essere fissato ben prima. Ma sono d’accordo con chi dalla maggioranza ha sostenuto una verifica dei ruoli e dei metodi che possa consegnare la Repubblica alle nuove generazioni. Siamo a un cambio culturale che vede una dimensione più ampia del passato, assunta grazie alle battaglie degli ultimi anni. Ci sono stati compromessi raggiunti con maggioranze prima impossibili, per giungere alle trasformazioni di un patrimonio comune. Chi ha voluto la trasparenza sempre e comunque e si è sentito sconfitto nel 2006 con l’Italia. Quella classe politica, la nostra, nonostante la volontà di trasformare il sistema dei segreti, ha avuto necessariamente contatto con quel modus operandum, anche facendo accordi per determinare una maggioranza per far fare al Paese piccoli passi che oggi ci travolgeranno. Chi ha accettato quei compromessi è stato sicuramente contaminato e non potrà far valere le cose buone fatte. La proposta di cui Ap si è fatto promotore va nella direzione giusta, così come quella del mio partito di coinvolgere le forze di opposizione in questo cambiamento. E’ un momento che richiede la responsabilità della maggioranza e la sta dimostrando affrontando scelte dolorose, ma la stessa responsabilità è chiesta all’opposizione che non può permettersi di stare alla finestra o criticare, deve assolutamente impegnarsi in prima persona per far fronte al cambiamento, le soluzioni sono complesse e complicate. Alla fine di tutto questo percorso, che deve essere breve, si devono cogliere le opportunità aperte dal lavoro dello stesso segretario Felici, che ha messo il Paese nelle condizioni di aderire per primo tra i paesi virtuosi allo scambio automatico delle informazioni e conquistando dignità di entrare in white list, dando piena credibilità al sistema economico e di conseguenza al sistema politico”.

San Marino, 21 Ottobre 2014/02