Di seguito un estratto degli interventi odierni al Comma 4, sul Decreto Legge n. 29 “Misure urgenti in caso di crisi di aziende che godono di incentivi statali previsti dalle normative vigenti”.
Andrea Zafferani, segretario di Stato con delega al Lavoro
Il provvedimento nasce dalla vicenda One Gallery Outlet che ci ha fatto riflettere sulle situazioni che riguardano la non regolarità di pagamento degli stipendi da parte delle aziendi in difficoltà, situazioni che necessitavano di una maggiore flessibilità per consentire agli stessi dipendenti di sganciarsi da questo tipo di rapporto di lavoro, senza che questo costituisca una forma di dimissione e crei l’impossibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Abbiamo così semplificato la possibilità di uscita per i lavoratori. Un secondo problema era creare qualcosa che consentisse allo Stato di intervenire concretamente in queste situazioni di difficoltà di aziende che godono di sussidi pubblici ma non sono in regola con il pagamento retribuzioni, utenze, tasse etc. E’ uno strumento che nel nostro ordinamento mancava.
Marco Gatti, Pdcs
Capiamo che in quel frangente, per il One Gallery, non poteva farsi diversamente, ma chiedo alla Segreteria l’impegno ad un confronto serrato, per trovare norme più giuste per tutti gli operatori economici e meno discrezionali, che non lascino tutto questo potere alla politica ma anche ad associazioni di categoria così come si prevede con l’istituzione del comitato tripartito.
Alessandro Mancini, Ps
Siamo consapevoli perché si è arrivati a questo decreto, ma mi unisco alle perplessità espresse dal collega Gatti sull’istituzione del comitato tripartito, è un tavolo potrebbe avere margini discrezionali e non è inoltre un soggetto giuridico.
Marianna Bucci, Rete
La visione del Segretario va nella direzione giusta, ovvero stabilire una procedura che dia effettività di controlli e sanzioni. Non condivido però che il protagonista di questa procedura sia il Congresso di Stato, organismo politico.
Dalibor Riccardi, Psd
La discrezionalità della politica in alcuni casi può fare del bene, in molti casi però abbiamo visto che può mettere in difficoltà il Paese. Mi auguro il lavoro del tavolo tripartito possa contribuire a fare qualcosa di prezioso nel futuro perché aziende che vengono a San Marino, usufruiscono di incentivi e poi non ottemperano agli impegni siano casistiche sempre minori.
Matteo Ciacci, C10
Lo strumento del tavolo tripartito, come obiettivo, deve sicuramente avere il limitare della discrezionalità politica. Non è sicuramente la panacea di tutti mali, sono molti gli aspetti da tenere in considerazione nel caso di una crisi aziendale. È vero che meno interviene il governo e meglio è, ma servono regole chiare ai direttori degli uffici competenti, serve flessibilità perché non tutte le situazioni sono uguali, poi ci sono lacune normative che vanno sanate per dare delle prime risposte e questo è un primo passo operativo. Ma bisognerà cercare di superare il tavolo, dando però strumenti opportuni agli uffici per poter intervenire concretamente nell’ambito di crisi aziendali. Ora servono risposte immediate.
Pasquale Valentini, Pdcs
L’idea di un comitato tripartito come previsto non è accettabile. Poi, se un’azienda che non ha avuto incentivi e non paga i dipendenti, quelli sono figli di nessuno? Ci deve essere una preventiva comunicazione se un’azienda non riesce a pagare i dipendenti, su cui sarà poi possibile fare una valutazione. Se non abbiamo normative a riguardo interveniamo, ma non pensiamo di affrontare le crisi aziendali con organismi politici, sindacali e datoriali che hanno propri interessi diversi dal valutare un’azienda.
Matteo Zeppa, Rete
Certamente non si può mettere a certe situazioni una pezza con decreto. One Gallery non è stato l’unico caso. Ci sono enormi problemi sul lavoro, ma chi ha fatto incentivi e una pioggia di contributi sulla pelle dei lavoratori nella precedente legislatura? Chi ha portato quelli del One Gallery a San Marino? Non importa se un decreto è fatto dal segretario Zafferani o altri, è comunque una risposta perché un decreto legge serve per quello, anche se sono d’accordo anche io che sia una pezza e serva una revisione totale delle normative sul mondo lavoro. La legge di Belluzzi ha fatto disastri e lo dimostra anche il caso One Gallery.
Lorenzo Lonfernini, Rf
Dietro ad aziende che chiudono e difficoltà generali ci sono persone che perdono il posto di lavoro e la possibilità di una vita dignitosa per la propria famiglia. Al di là di osservazioni lecite, come gruppo sosterremo questo decreto perché esigenza primaria in questo momento è tutelare chi perde lavoro.
Andrea Zafferani, segretario di Stato, replica.
Il tema di come si tutela lo Stato di fronte ad aziende che godono di incentivi poi se ne vanno è un argomento su cui si può ragionare insieme con gli interventi sulla legge per le licenze. La parte del decreto relativa alla tutela dei dipendenti che possono sganciarsi da un’azienda che non paga la retribuzione vale per tutti i dipendenti, non è legata solo alle aziende che godono di incentivi. In attesa di modificare tutte le norme, c’era il bisogno di avere uno strumento per affrontare questi casi. Sono il primo ad essere dispiaciuto del creare qualcosa senza parametri definiti, credo nella certezza delle regole. Ma tutte le differenze e casistiche possibili di crisi aziendali rende difficile fissare parametri precisi e predeterminati e un dirigente chiede di agire su parametri. Sul comitato tripartito: è vero che non ha autorità giuridica e deve appoggiarsi ad ufficio pubblico che fa da tramite al tribunale. Il comitato può disporre delle compensazioni dei debiti che un’azienda ha con l’Ecc.ma Camera con crediti che può avere, dove sia possibile. SMNA