San Marino. Challenge pericolose online: abbiamo il dovere di tutelare le persone che amiamo – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Da giornalista, ma soprattutto da genitore, sono estremamente preoccupato per gli ultimi terribili fatti di cronaca come quello della morte della bambina di appena 10 anni a Palermo. Sotto accusa sono finiti i social network. A costo di sembrare brutale vorrei esprimere un concetto chiaro: difficilmente è uno strumento a poter e dover essere demonizzato, ma l’uso che se ne fa. Si pensi solo all’importanza che ha internet in quei Paesi dove non sono garantite le libertà fondamentali. Ovviamente un minore difficilmente può comprendere appieno i pericoli di certi comportamenti, ed è lì che devono assumersi le proprie responsabilità i famigliari. Certo, non è semplice. Chi ha la fortuna di avere ancora un lavoro o deve sbarcare il lunario è costretto in molti casi a lasciare i figli da soli. Non sempre si può vigilare in maniera ferrea. E limitarsi a vietare provoca l’effetto opposto. Se a un ragazzo non si dà il cellulare o gli si toglie “Tik-tok” o facebook, siamo sicuri che non ci andrà lo stesso con un amico? Dire semplicemente “no” non porta a nulla. Inoltre non è possibile 24 ore su 24 sapere che cosa fa un ragazzino, in particolare quando comincia ad avere 14 o 15 anni. Le challenge on line, le sfide all’ultimo respiro (come quella che a quanto si sa ha causato la morte atroce della bambina della Kalsa) come possono essere evitate? La polizia postale impegnata in prima linea sul tema offre questi consigli:

  • Parlate ai ragazzi delle nuove sfide che girano in rete in modo che non ne subiscano il fascino se ne vengono al corrente da coetanei o sui socialnetwork;
    • Assicuratevi che abbiano chiaro quali rischi si corrono a partecipare alle challenge online. I ragazzi spesso si credono immortali e invincibili perché “nel fiore degli anni”: in realtà per una immaturità delle loro capacità di prevedere le conseguenze di ciò che fanno potrebbero valutare, come innocui comportamenti letali.
    • Alcune challenge espongono a rischi medici (assunzione di saponi, medicinali, sostanze di uso comune come cannella, sale, bicarbonato etc), altre inducono a compiere azioni che possono produrre gravi ferimenti a sé o agli altri (selfie estremi, soffocamento autoindotto, sgambetti, salti su auto in corsa, distendersi sui binari, etc);
    • Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone: potrete capire meglio cosa li attrae e come guidarli nell’uso in modo da essere sempre al sicuro.
    • Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a challenge, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide segnalateli subito a  www.commissariatodips.it
    • Tenetevi sempre aggiornati sui nuovi rischi in rete con gli ALERT che vengono pubblicati sul portale www.commissariatodips.it e sulle pagine Facebook Una Vita da Social e Commissariato di PS Online

Nessuno ha la bacchetta magica e nella realtà le cose non sono facili per nessuno. Detto questo è necessario trovare del tempo per parlare con i nostri figli. Immagino che per molti genitori vi siano anche dei limiti “tecnologici”, visto che non conoscono bene computer e affini. Ed è qui che gioca o dovrebbe giocare un ruolo fondamentale la scuola, che dovrebbe prevedere anche durante l’orario scolastico momenti di approfondimento. Gli stessi genitori dovrebbero fare qualche sforzo in più per avvicinarsi e conoscere il “mondo” nel quale vivono i propri figli, partecipando ad incontri e comunque informandosi il più possibile. So benissimo che non c’è mai tempo per fare nulla e che tutti quanti dobbiamo combattere con mille problemi. Ma ne va della vita: abbiamo il dovere di tutelare le persone che amiamo.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”