San Marino. Che fine ha fatto il progetto della piccola auto elettrica Trilogy? Leggi l’articolo, speranzoso, del 2012 di Fixing

trilogy_11Ricordate quando San Marino Fixing parlò del progetto Trilogy? Era il novembre dello scorso anno e in prima pagina ci lanciammo in un titolo piuttosto emblematico: “Finalmente qualcosa di concreto”.

Trilogy è una vettura elettrica frutto di una join venture italo-cinese, che ha come partner la storica griffe Maggiora e il colosso multinazionale Wonder International Group. Il prototipo di questa piccola automobile era stato presentato, proprio in quell’occasione, al Kursaal di San Marino, al Forum “Meeting point dello sviluppo” e poi successivamente fu presentata anche al Salone di Milano. San Marino, scrivemmo, con il marchio OSMA (Officine San Marino Automobili) sarebbe diventato il luogo di assemblaggio delle Trilogy destinate al mercato europeo.

Proprio in questi giorni la domanda “che fine ha fatto Trilogy” se l’è posta Carlo Ennio Morri organizzatore dell’Ecorally San Marino – Città del Vaticano nonché esponente dei Moderati Sammarinesi, affermando che se da allora non si è più sentito nulla ciò lascia credere “che il tutto si sia affossato in qualche meandro tecnico-burocratico”.

Anche senza il quesito provocatoriamente posto da Morri, la curiosità di sapere qual è lo stato dell’arte di questo progetto ci avrebbe spinto ad approfondire l’argomento sui prossimi numeri di Fixing. Così abbiamo colto l’attimo, anticipando i tempi, ed abbiamo interpellato a proposito Piero Michelutti, C.E.O. di OSMA, che ci ha parlato delle future strategie del gruppo.

Allora, a che punto siamo? Trilogy partirà oppure no da San Marino?

“Trilogy partirà sicuramente – afferma Michelutti – e anche in tempi piuttosto brevi, devo dire. Per mettere in moto una fabbrica che produce automobili di solito servono almeno quattro o cinque anni, dunque non c’è nessun ritardo anzi credo che siamo piuttosto avanti con i tempi. Stiamo ultimando tutte le attività propedeutiche all’inizio della produzione. Abbiamo già individuato la struttura che ospiterà lo stabilimento, proprio nei prossimi giorni sarò a San Marino per trovare un accordo con l’istituto di credito proprietario dell’immobile, e poi potremo completare l’operazione di insediamento”.

Nel frattempo cosa è successo in questi mesi?

“Nel frattempo abbiamo sondato i mercati e abbiamo verificato che purtroppo ad oggi ancora non esistono i presupposti per il successo di un’auto interamente elettrica. Così abbiamo by-passato il problema anticipando i tempi nell’introduzione del nostro ‘Range extender system’, un innovativo concetto utilizzato ad esempio sulla Opel Ampera e sulla Chevrolet Volt (quest’ultima eletta Auto dell’Anno 2012, ndr), sistema che di fatto permette all’auto elettrica di moltiplicare la propria autonomia e incrementare notevolmente le prestazioni, pur mantenendo le proprie caratteristiche di mezzo ecologico”.

Può spiegare meglio?

“Purtroppo in Italia, e non solo, non sono stati fatti dalle varie amministrazioni locali investimenti atti ad incentivare lo sviluppo della tecnologia elettrica, creandone le apposite infrastrutture: parlo ad esempio dell’installazione di colonnine per la ricarica. Così a mio parere il futuro dell’elettrico ad oggi è fortemente legato a questo sistema, ovvero il Range extender system, che altro non è che un motogeneratore alimentato a benzina che gira a velocità costante, ovvero un motore termico collegato a un generatore di corrente che mantiene in carica le batterie del veicolo durante il viaggio. In sostanza questo motogeneratore entra in funzione quando termina l’autonomia delle batterie, e provvede a ricaricarle. L’automobile intanto continua a viaggiare consumando sempre corrente elettrica. Il piccolo generatore è autonomo e non legato all’acceleratore, dunque i consumi non variano con il variare dell’andatura. Consumi che peraltro sono estremamente ridotti: parliamo di un paio di litri per ogni cento chilometri, con un motore a iniezione elettronica euro 7”.

Praticamente funziona un po’ come una vettura ibrida.

“Più o meno è così. Trilogy è dichiarato come un veicolo elettrico, ma per definizione, è un ibrido. Il motore, un due cilindri boxer a benzina con 0,5 litri di cilindrata, è in grado di fornire energia elettrica per la guida e la carica della batteria (modalità seriale), e a velocità più elevate è meccanicamente accoppiato alla trasmissione (funzionamento in parallelo). Trilogy aveva inizialmente un’ottantina di chilometri di autonomia ad una velocità massima di 70 km orari. Ora grazie a questo nuovo strumento, possiamo superare i 500 chilometri di autonomia, con una velocità di punta di ben 130 km all’ora, che ne può consentire anche percorrenze autostradali. Parliamo di prestazioni da auto a benzina, dunque”.

E voi l’avete sviluppato in questi mesi?

“No, ci stiamo lavorando da circa tre anni. Semplicemente all’inizio pensavamo di partire con l’auto elettrica e di inserire questo sistema in seconda battuta, poi però la risposta dei mercati ci ha fatto cambiare direzione e anticiparne i tempi”.

Quindi quando partirà la produzione?

“Presenteremo ufficialmente la macchina con il nuovo ‘Range extender system’ montato a bordo il prossimo marzo in Cina, al Salone di Shanghai, dove saremo presenti con un nostro stand. Subito dopo partirà la produzione”.

A San Marino?

“Sì, assemblaggio e distribuzione per l’Europa sono previsti da San Marino”.

Che ambizioni nutrite? E quali sono i progetti futuri?

“Riteniamo che grazie a questo innovativo power-train, ed visto il continuo aumento dei costi dei carburanti, Trilogy possa essere una piccola bomba sui mercati: una auto elettrica compatta ma a tre posti, con le caratteristiche di un’auto a benzina: possiamo già dire che abbiamo tra le mani una sorta di molto competitiva anti-Smart. Le aspettative sono molto buone. Poi stiamo chiudendo un paio di business importanti con i nostri partner in Oriente, ma di questo è ancora prematuro parlare”.

Fixing, articolo del 2012