San Marino. “Che Stato è quello che prima chiede di formarti, poi l’anno dopo cambia idea?”

Lettera di un gruppo di insegnanti che domandano: “Tu studieresti ancora?” 

Che Stato è quello che prima chiede di formarti, riconosce la tua specializzazione poi l’anno dopo cambia idea? tu studieresti ancora?”.

Con questa duplice domanda, un gruppo di insegnanti precari si rivolge alla popolazione spiegando di avere “appreso della presentazione di una Istanza d’Arengo, avente per oggetto la formazione del personale docente della scuola, che chiede di non considerare più i punteggi conseguiti con ‘corsi di perfezionamento istituiti da Consorzi che operano on line…’ come se si trattasse di corsi virtuali o non legalmente riconosciuti”.

Gli insegnanti scrivono che “per dovere di verità v’è da dire che per molti di detti corsi di on line c’è solo l’iscrizione poiché per il conseguimento del titolo specialistico è necessario il superamento di esami scritti e orali presso le sedi ove detti corsi vengono organizzati”.

“Gli elementi portati a sostegno dell’Istanza d’Arengo – spiegano – non sono del tutto esatti”, perché “generalizza i corsi di perfezionamento senza alcun criterio e non distingue la diretta incidenza e professionalità che detti corsi in realtà determinano anche e pro- prio sull’attività didattica”.

“Riteniamo – aggiungono – che prima di avallare le affermazioni contenute nell’Istanza d’Arengo, sia necessario effettuare i dovuti approfondimenti specialmente per ciò che riguarda i corsi di specializzazione biennali che hanno stretta attinenza con le materie oggetto di insegnamento.

Viene da chiedersi allora – lamentano – quale sia il vero scopo dell’Istanza d’Arengo: per quale motivo non si dovrebbe tenere conto dei titoli di specializzazione legalmente riconosciuti dalla legge del nostro Stato, quando in ogni settore non si fa altro che parlare di meritocrazia, formazione continua, incremento della professionalità ecc.?

Non sarà forse che qualcuno dopo essersi iscritto a tali corsi di specializzazione, e dopo avere realizzato che occorreva impegnarsi per conseguire il titolo, abbia pensato di ‘aggirare’ l’ostacolo richiedendo alla politica un intervento regressivo e contrario ai più elementari principi di meritocrazia, per vanifi- care l’esperienza acquisita da chi invece ha speso tempo e denaro per qualificarsi maggiormente?”. (…) San Marino Oggi