Il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa: “A chi giova tornare sul conto Mazzini? Probabilmente anche a coloro che devono distogliere l’attenzione della massa da ciò che realmente sta accadendo in Repubblica. Vengono applicate le più elementari regole basiche della comunicazione distorta: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”.
E siamo al teatro dell’assurdo: tante storie apparentemente slegate fra loro che cogliendo lo spettatore di sorpresa si rivelano alla fine unite da un solo fil rouge. Così la narrativa politico-sociale delle vicende sammarinesi sembrerebbe per il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa manifestare quelle stesse dinamiche. Solo apparentemente ‘slegate’ dal resto sarebbero infatti le lettere indirizzate alle più alte cariche istituzionali e consegnate prima in forma anonima o con firma illeggibile e poi con gli stessi contenuti ma con firma che recherebbe il nome di ‘omissis’ (“Io non so se sia la sua, e francamente m’importa anche poco”).
Tali lettere tornerebbero sul conto Mazzini specificando come sebbene il sindacato non figuri coinvolto, esso all’epoca dei fatti c’era per così dire dentro con tutte le scarpe.
“E’ altresì noto, ed è ciò che esprime il fantomatico autore, che il Sindacato non è mai stato toccato da quella indagine. Oggi, nell’assurdità degli avvenimenti, invece li nomina uno ad uno, adducendo teorie maldestre secondo cui “tutti quanti fossero colpevoli” in quel periodo”.
“Tale lettera – è il ragionamento svolto da Zeppa – è stata protocollata a differenza di quella che sarebbe giunta a segretari di stato, ad alcuni membri di maggioranza e ad alti funzionari di istituti bancari. Di quella lettera è stata data notizia su un giornale che attribuisce la colpa del clima di veleno che si sta respirando all’opposizione. Viene quantomeno da do- mandarsi come il giornalista sia entrato in possesso di una lettera che a differenza dell’altra non è stata nemmeno portata a corredo dell’ufficio di presidenza.
“Esisterebbero dunque lettere di serie A e lettere di serie B”.
Poi la domanda: “A chi giova tornare, oggi, sul Conto Mazzini?
Chi è il puparo che muove i fili”?
“Probabilmente anche a coloro che devono distogliere l’attenzione della massa da ciò che realmente sta accadendo in repubblica. Vengono applicate le più elementari regole basiche della comunicazione distorta: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.
Giova evidentemente a questa maggioranza, incapace di staccarsi da una figura ingombrante come quella di Confuorti. Oppure, svilendo il ruolo che ricoprono; rendendosi ridicoli di fronte ad avvenimenti reali, quelli sì davvero tangibili. Come il Segretario Zanotti, che in piazza, nell’ottobre scorso, parlando ai correntisti di Asset, chiese loro “ma voi non vi eravate premuniti? Non avevate il sentore di quel che stava accadendo?” Dica oggi, qui, lo stesso segretario, cosa ne pensa della sentenza emessa dal Giudice per i Rimedi Straordinari, Treggiari, in merito alla liquidazione coatta amministrativa di quella banca. Dica qui, perché non una sillaba è stata proferita dal “governo del cambiamento”, che ha persone evidentemente funzionali all’annientamento del sistema, anche dentro Bcsm, fatto salvo colei che da pochi mesi è qui nel ruolo di Presidente.
Oppure il Segretario Renzi, intento ad aprire ponti d’oro con diplomazie del continente arabo, o a spingere sull’acceleratore per l’accordo con l’UE. Con l’immensa macchia da segretario con delega alla Giustizia, nell’aver cacciato il magistrato dirigente, fuori da ogni normativa prevista.
O che si accanisce contro un consigliere della Repubblica, cercando di ledare la sua dignità ed autonomia nel contesto europeo. Domando: forse perché ha portato quel caso (il caso Tonnini ndr) all’attenzione del Consiglio d’Europa?
O che tramite la mia persona, ed ovviamente ho le prove di quanto sto dicendo, propose al Movimento Rete di togliere un articolo scomodo sulla nostra pagina internet, riguardante l’incarico diplomatico che concesse al suo amico Arcelli? A chi giova tutto questo?
Giova a chi ha sentenziato la morte di un sistema economico; coloro che uccidono istituti bancari, lasciando in vita quelli che non potrebbero esserlo, ma lo sono perché di proprietà di amici di amici di amici.
Giova a chi dice evidenti falsità per attaccare chi a questo sistema del tutto simile all’arrivo “dell’altro Stato”, si oppone con tutto sé stesso: opposizione e CSU.
Giova a chi vuole zittire coloro che non ammettono o concedono che siano fatte porcate con i risparmi dei sammarinesi, primo e secondo pilastro compresi, per sanare altre posizioni debitorie.
Giova a chi non capisce che oggi il Conto Mazzini non è affatto terminato con la sentenza di primo grado.
I medesimi metodi sono ancora più accentuati. Cambiando il nome in alcuni casi; ma è oramai palese che corrotti e corruttori, oggi ancor più violentemente di ieri, vanno a spasso, magari in spiaggia assieme, tenendosi per la mano.
Ecco il fil rouge del teatro dell’assurdo sammarinese.
Gli attori sono noti.
Gli scopi anche.
E chi si oppone a ciò, deve essere abbattuto”.
La Repubblica.SM