San Marino. Chi ha in mano cloche del Tribunale?

La storia evidentemente è destinata a ripetersi. Così le forze di opposizione stanno dicendo a gran voce che il caos che è stato portato nel Paese con la distruzione del sistema bancario viene ora replicato sulla giustizia. Anche questa volta però aumentare i decibel della discussione parrebbe esser servito a poco. A sostenerlo è stato il consigliere di Rete Roberto Ciavatta nella cornice della trasmissione di Sonia Tura ‘Il cantone delle botte’ in onda mercoledì su Rtv, dove, unico rappresentante di opposizione, se l’è però cavata molto bene nell’affrontare Luca Boschi di Civico10 e Lorenzo Lonfernini di Repubblica futura che hanno aggiunto ben poco al dibattito se non ripetere il solito mantra dell’aver scoperchiato un calderone e dell’opposizione che avrebbe alzato troppo i toni. “Se si sono alzati i toni – ha detto Ciavatta – è per via della sordità di questa maggioranza. Prima di andare sulla stampa o a fare le denunce, era il 2017, noi siamo andati dalla maggioranza che era alla guida del Paese a spiegare che dal nostro punto di vista c’era un disegno, un piano sul sistema finanziario sammarinese. Ad aprile o maggio abbiamo chiesto un incontro con l’allora segretario alle Finanze Celli (nel quale lui si è portato anche i segretari Santi e Zanotti) per dirgli che dentro una banca c’era un certo Confuorti, grande debitore del sistema, e che accadevano cose strane. Celli si è preso l’impegno di verificare poi ci ha richiamati e ci ha detto due settimane dopo ‘ragazzi sapete, ho verificato e non c’è traccia’”. Il consigliere Roberto Ciavatta – giova ricordarlo – è lo stesso che nei giorni scorsi in aula consiliare durante il proprio riferimento sulla giustizia ha parlato del fatto che colui al quale è stata messa in mano la cloche del Tribunale, Giovanni Guzzetta, “non è estraneo all’universo del finanziere Francesco Confuorti”. L’intervento del consigliere Ciavatta (i cui contenuti sono stati riportati ieri sul nostro giornale), seguito da quello di Elena Tonnini che a sua volta ha parlato di collegamenti tra Guzzetta e Confuorti, è stato oggetto di approfondimento da parte di Giovanni Zonzini che in un suo articolo pubblicato su TribunaPoliticaWeb.sm ha scritto:
“Giovanni Guzzetta, neo-dirigente del Tribunale, è nel comitato scientifico della Fondazione Giuseppe Tatarella. In quello stesso organo si trova, con altri notissimi volti italiani quali Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti, anche Paolo Messa, che fra le tante sue attività partecipa come moderatore alla conferenze di Confuorti. Poco sotto quello di Messa, troviamo anche il Magnifico Rettore Antonio Uricchio, marito di Cartanese, la quale, da consigliera di Carisp nominata da Adesso.SM, è coinvolta in scambi epistolari con Confuorti, scambi ormai da tempo sotto l’occhio della magistratura e all’origine del ‘Caso Titoli’. La Fondazione Tatarella, inoltre, vede nel suo comitato promotore Riccardo Pedrizzi, socio e collaboratore di Confuorti, nonché padre di un commissario straordinario di Asset Banca voluto da Savorelli. E sui rapporti fra Savorelli e il patron di Advantage Financial potremmo scrivere enciclopedie, ma non serve, visto che lo sta già facendo il giudice Morsiani per le sue inchieste”. Alla luce di questi ulteriori elementi pare comunque che maggioranza e governo siano intenzionati a tirare dritto approvando una legge che oltretutto equipara le funzioni del dirigente a quelle del magistrato dirigente. E’ stato di recente il consigliere di Md Federico Pedini Amati a dire: “maggioranza non vede, non sente, non studia”.

Repubblica Sm