Marino Cecchetti perde con ben due sentenze nella fase inquirente la causa per diffamazione, da lui promossa, contro il Direttore di Giornalesm Marco Severini che aveva osato, in una discussione su Facebook chiedersi come lo stesso avesse fatto a
- ”far assumere il parentale nelle banche’‘?
- oppure ”E chi l’ha data la licenza dell’assicurazione a Mastro Cecchetto? Probabilmente a costo zero e che lui si è rivenduto profumatamente”
- oppure aveva osato chiamarlo ”MASTRO CECCHETTO”
- o ”PENSIONATO D’ORO, con una pensione, solo lui, da 50.000 euro circa”
Nel 2016 il Sig. Marino Cecchetti (Libertas.sm) presenta querela contro il Direttore di Giornalesm.com Marco Severini (dopo che lo stesso aveva rifiutato di chiedere scusa e ritirare quanto aveva scritto ndr) perché quest’ultimo, prendendo parte – scrive il Giudice Morsiani nella sentenza di archiviazione- ad una conversazione virtuale, ospitata sulla bacheca della pagina del Sig. Alessandro Rossi, avrebbe secondo il Cecchetti offeso il suo onore diffamandolo (sempre secondo Cecchetti) mediante l’utilizzazione di epiteti ironici nei suoi confronti (Pensionato d’oro, con una pensione solo lui da 50.000 euro circa e Mastro Cecchetto) che avrebbe ottenuto una licenza assicurativa in modo irregolare, che avrebbe rivenduto ad un prezzo elevato (è vero che ha preso 180.000 euro per la vendita delle quote?) e insinuando che avrebbe fatto assumere propri parenti nelle banche scrivendo ”come ha fatto a fare assumere il parentame nelle banche?”. (…)
Esposto, continua il Commissario Morsiani, che la conversazione incriminata aveva preso spunto da un’intervista rilasciata dal Sig. Gianfilippo Dughera ad un giornalista de ”La Voce”, avente ad oggetto i contrasti tra l’intervistato e il Sig. Marino Cecchetti e che nell’ambito di tale intervista che il Sig. Gianfilippo Dughera ha posto in dubbio il possesso, da parte del Sig. Marino Cecchetti, delle necessarie qualifiche professionali per operare nel settore assicurativo;
Riassunto – continua Morsiani – le difese invocate dal Sig. Marco Severini, che, quanto alla qualificazione del Sig. Marino Cecchetti come ”pensionato d’oro”, ha sottolineato trattasi di un’espressione oramai entrata nel linguaggio comune per indicare la percezione di pensioni particolarmente elevate, il cui ammontare è, in ogni caso, a tutti noto, risultando da fonti pubbliche a chiunque accessibili – continua il Commissario della legge Morsiani – quanto, poi, all’altra insinuazione ”sull’assunzione di parentame nelle banche”, ha sottolineato che essa si collocherebbe nell’ambito di un interrogativo su circostanze note (l’essere cioè i figli del Sig. Marino Cecchetti essere o essere stati impiegati in istituti bancari o presso aziende collegate ad istituti di credito), riferite ad un soggetto che, in maniera altrettanto nota, ha in passato ricoperto incarichi negli organismi di un istituto bancario; quanto infine, e su un piano più generale, all’ipotizzata natura diffamatoria delle sue affermazioni egli l’ha esclusa, asserendo che si sarebbe limitato a porgere ”domande, per nulla retoriche, tendente ad appurare la verità che lo stesso Cecchetti non ha voluto fare emergere”. (…)
Reputato che non può rappresentare – continua il Commissario Morsiani – una esimente né la circostanza che certe affermazioni siano state fatte al di fuori dell’attività informativa tipica e cioè nell’ambito di conversazione fra utenti della piattaforma Facebook, né il fatto di riferirsi a profili di pubblico interesse o alla notorietà del soggetto interessato, dacchè ciò che rileva è l’effettiva configurabilità dell’offesa all’onore della persona;
Reputato, infine – conclude il Commissario Morsiani – che ”a) i contenuti richiamati da Severini trovano immediato antecedente in pubblicazioni offerte all’opinione pubblica esposte ad una conoscibilità certamente più ampia di quella dello scambio in questione; b) lo schema usato da Severini è palesemente interlocutorio, per cui, pur insinuando in maniera piuttosto manifesta, egli non arriva ad attribuire fatti determinati; c) le espressioni utilizzate, seppur sgradevoli per il Cecchetti, non appaiono poter assurgere in sé a consistenza di penale rilevanza quanto all’intensità di un’offesa arrecata, si che, conclusivamente, le espressioni utilizzate dal Sig. Severini non paiono idonee a pregiudicare l’onore e la reputazione del Sig. Marino Cecchetti.
Concludendo in questo modo il Commissario della legge Avv. Morsiani ha disposto l’archiviazione.
FINE PRIMA PARTE … CONTINUA …