Quando arriva in Consiglio un provvedimento difficile, molto complesso, che ha come obiettivo primario la difesa ambientale, diventa assai disagevole fare opposizione. E allora ci si appella alla difesa delle aziende che, per la loro tipologia produttiva, hanno un carico inquinante considerevole. Considerata la portata degli emendamenti, del dibattito consiliare e delle critiche espresse su certi giornali all’indirizzo della nuova norma ambientale, era sembrato che non si potesse fare impresa senza compromettere in maniera indiscriminata l’ambiente.
Se non ci fossero state la determinazione del Segretario Stefano Canti e la fermezza di Rete nel tenere salda la posizione, frutto di un lunghissimo lavoro di studio, di preparazione e di confronto, le incredibili pressioni della vigilia avrebbero avuto la meglio, anche su qualche esponente di maggioranza, sensibile al canto delle sirene. Però, alla fine, il Codice Ambientale è stato approvato. Tre i passaggi nevralgici: rifiuti, reflui, zonizzazione.
Rifiuti: è stata considerato l’intero processo di produzione, raccolta e smaltimento, con il preciso obiettivo di evitare un nuovo caso “Beccari” e il rischio di una bomba ecologica in grado di fare danni non solo all’ambiente, ma anche ai cittadini. Regole molto rigide impongono che la responsabilità del rifiuto prodotto rimanga in carico al produttore fino al corretto smaltimento e conseguente certificazione. In caso che qualcosa salti nel meccanismo e se lo Stato dovesse farsi carico dello smaltimento, esso potrà rivalersi della spesa con l’espropriazione dell’immobile in cui i residui sono stati stoccati.
Reflui: non sarà più ammesso per alcun motivo sversare scarichi aziendali nei corsi d’acqua che attraversano il territorio. L’obiettivo è duplice: salvaguardare i torrenti dal pericolo di avvelenare non solo le falde idriche, ma anche tutelare fauna e flora di quei microsistemi. Ma soprattutto fare in modo che “chi più inquina, più paga”. Infatti, l’obbligo di convogliare i reflui nella rete fognaria, comporterà il pagamento della tassa ambientale applicata da Hera al momento della consegna. La tasse è progressiva alla percentuale di carico inquinante.
Ci sia permessa una chiosa politica. Civico 10 e SSD, oggi confluiti in Libera, in tre anni di governo non sono riusciti ad arrivare a questo risultato, dimostrandosi sempre succubi di RF.
Zonizzazione. È uno strumento utilizzato in urbanistica. Consiste nel suddividere il territorio in aree omogenee secondo determinate caratteristiche. In questo caso parliamo di rumori, che opprimono le aree urbane vicine ad insediamenti industriali. Il problema è decennale, mai risolto. Il primo obiettivo del legislatore è stato “evitare che vecchie pendenze fossero sanate”. Per tutto il resto, sono stati imposti divieti a superare i limiti massimi fissati dalla legge, ma con adeguamenti progressivi. In sostanza, è stato individuato un periodo transitorio affinché si raggiunga quel delicato equilibrio di convivenza sostenibile tra abitazioni civili e imprese. In ogni caso, sono previste sanzioni importanti per le aziende che non si adegueranno.
Partiranno delle denunce per questi importanti paletti messi alle produzioni inquinanti? Non è escluso. Certo è che i furbetti, coloro che hanno impunemente infangato i fiumi e il buon nome della Repubblica, avranno vita più dura. Il cittadino sorveglierà, insieme con gli organi preposti. Ma soprattutto, il cittadino attende che questa bella stagione di attenzione alla qualità dell’acqua, dell’aria e della terra, prosegua con la risoluzione dei problemi legati allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Perché anche in questo caso, le attuali criticità divengano nuove opportunità di recupero delle materie prime scartate, con risparmio per lo Stato e per gli stessi cittadini.
a/f