San Marino. Chieste le dimissioni di Renzi

Nel pomeriggio di ieri il segretario Renzi (foto) è dovuto passare sotto le forche caudine dell’aula consiliare dove i consiglieri di minoranza che hanno parlato nel comma comunicazioni (la gran parte di quelli di maggioranza si sono via via cancellati dopo essersi iscritti) non gli hanno fatto sconti. L’accusa rivolta nei riguardi del Segretario Renzi è stata quella di aver mentito in aula. “Le dichiarazioni che ha fatto in Consiglio – ha detto il consigliere di Rete Roberto Ciavatta – sono state immediatamente contraddette da due persone che hanno fornito un resoconto dettagliato degli incontri avuti con lei con tanto di indicazione dei giorni, dei luoghi, dei testimoni che hanno confermato. O lei denuncia per diffamazione queste persone oppure deve dimettersi perché ha mentito”. A sostenere con forza che “le persone meritano di sapere la verità” è stato anche il segretario della Dc Gian Carlo Venturini. Gli ha fatto eco il consigliere del Psd Gianfranco Capicchioni che rivolto a Renzi è andato al cuore del problema: “quando lei parla, parlerà a breve di Europa, abbiamo bisogno di poterci fidare”. Proprio la mancanza di trasparenza avrebbe contribuito, ha detto il consigliere di Rete Elena Tonnini a fare in modo che la stampa estera dipingesse San Marino “come un Paese disposto ad accettare di tutto svilendo il ruolo della nostra politica estera. Non ci è nemmeno stato detto che cosa interessa ai russi, lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa che parla di trattative sul settore agroalimentare e bancario. Al ministro russo è stato almeno detto che San Marino non è uno stato canaglia?”. Un po’ tutti hanno chiesto a Renzi di spiegare il perché siano state dette delle bugie. L’opposizione si è così rivelata molto più curiosa di sapere come stanno realmente le cose di quanto in questi due anni si sia mostrata la maggioranza che a dire del capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa: non sente, non vede, non parla. “Qualcuno –ha detto – ha spinto il bottone rosso ma quel qualcuno ha un nome e un cognome. Ora vogliamo difendere l’onorabilità dello Stato ma sono facili affermazioni quando si è gli artefici di quei dipinti caricaturali. Ci ricordiamo quando durante l’annuncio delle proprie dimissioni Celli inveiva contro Bcsm prefigurando una futuribile vendetta”? Ma la curiosità dei consiglieri del Ps e Psd Alessandro Mancini e Iro Belluzzi si è spinta anche oltre. “Abbiamo letto sulla stampa – ha detto il consigliere Belluzzi – una conversazione tra un certo Nicola e un certo Marino, entrambi molto informati su quel che accadeva o doveva accadere in Bcsm. Marino in particolare si preoccupa delle sorti del direttore, Moretti, si preoccupa di Mazzeo nei cui riguardi il direttivo stava prendendo provvedimenti. Marino arriva a dire che ‘abbiamo un consiglio direttivo che non riusciamo più a controllare’. Chi sono questi due? Si può presumere? Chi è informato mi renda nota l’identità di queste due persone perché la conversazione fa emergere elementi molto gravi che vanno a influenzare le istituzioni”. Più esplicito il capogruppo del Ps Alessandro Mancini che ha chiesto al Segretario di chiarire la sua posizione rispetto a quanto emerso. “Segretario – è stato l’invito – dica che non è lei”.

Repubblica Sm