San Marino. Chiusa la petizione per salvare gli alberi: intervista a Simona Capicchioni

Da mesi Repubblica Sm sta dando voce a chi denuncia una deriva per cui all’improvviso gli alberi del centro storico sono diventati il complemento oggetto di una vera e propria persecuzione. A nulla erano infatti valse le 800 firme raccolte per scongiurare la morte di alberi storici, i pini marittimi di via Paolo III. Di lì a pochi mesi la Segreteria al Territorio ha annunciato che altri alberi, sempre in via Paolo III, sarebbero stati abbattuti. E’ a quel punto che Repubblica.sm ha lanciato una petizione che l’associazione Porta del Paese ha fatto subito propria e che ha ottenuto oltre 500 firme che verranno consegnate alla Reggenza. Per sapere se la sensibilità dei sammarinesi per la tutela del loro patrimonio arboreo verrà tenuta o meno in considerazione ci siamo confrontati con il presidente dell’associazione Porta del Paese, Simona Capicchioni.

Che fine farà la petizione lanciata da questo giornale per salvare gli alberi di via Paolo III?
“Quel che è certo è che le associazioni che hanno aperto la problematica procederanno sulla base del consenso ricevuto dalla petizione. Concretamente Associazione Porta del Paese e Associazione Micologica hanno provveduto immediatamente ad intavolare un discorso per la pianificazione e la tutela del verde in centro storico e nella Repubblica invitando al tavolo Ufficio Progettazione, Ugra, Commissione Monumenti, Centro Naturalistico, tutti gli attori che entrano in gioco quando si pianifica”.

Un tavolo del verde, dunque. Era presente anche il Segretario Michelotti?
“No, abbiamo volutamente tenuto fuori la politica perché crediamo che gli uffici debbano rappresentare un punto di riferimento a prescindere dalla politica: i tecnici restano ed è in capo a loro la gestione del quotidiano”.

E in quale clima si è svolto?
“Il clima è stato buono anche se per esempio Ugra non è intervenuta perché ci è stato comunicato che Ceccoli, il dirigente, aveva altre urgenze. Questa è stata la conferma dell’opinione che ci siamo fatti su Ugra, ovvero una certa autoreferenzialità per cui se non c’è Ceccoli non c’è un delegato. La Commissione Monumenti dal canto suo ha detto di aver fatto dei concorsi per pianificare il verde, concorsi che si sono però rivelati vacui, progettazioni mai messe in pratica. E’ emerso infatti che c’è una sensibilità ma manca un raccordo, manca il fatto che gli uffici si parlino, che i progetti siano esposti con la maggior chiarezza possibile”.

Qual è stata la vostra richiesta?
“Abbiamo chiesto che l’iter burocratico degli interventi venga rivisto, che tutte le commissioni competenti abbiano la possibilità di vedere le pratiche complete e non soltanto relativamente alla parte di competenza. Poi ovviamente abbiamo chiesto venga riprogettato l’ascensore e tutto il progetto Cappuccini sia rivisto”.
Quest’ultimo è anche l’auspicio di Repubblica.sm soprattutto alla luce delle parole pronunciate anche dal presidente della commissione monumenti Leo Marino Morganti che in una recente intervista al nostro giornale aveva detto che la commissione si era espressa contrariamente al progetto per via dell’impatto dell’ascensore ma che gli uffici avevano assicurato che pur intenzionati a procedere tale impatto sarebbe stato mitigato dal verde. Paradossalmente invece anziché piantarne di nuovi si è pensato di ‘completare l’opera’ e abbattere gli alberi storici rimasti in via Paolo III.