Interessante intervista politica al Segretario di Libera, Matteo Ciacci, che arriva in un periodo particolarmente “attivo” da parte di Consiglieri e partiti e all’indomani di un’altra intervista, quella al Segretario Pedini Amati, che ha innescato un acceso dibattito. Dalla chiacchierata con Ciacci emergono diversi punti e spunti per decifrare quello che accadrà da qui ai prossimi mesi.
Segretario, anche durante l’ultimo Consiglio abbiamo assistito ad ammiccamenti più o meno velati fra Consiglieri e partiti. Prove di nuova maggioranza?
“Una maggioranza così attaccata alla poltrona è difficile trovarla. Detto questo, appena si riuscirà a costruire una alternativa reale a questo governo, l’esecutivo andrà in crisi e smetterà di fare danni. E’ arrivato il momento di lavorarci concretamente”.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte litigiosità tra le forze della sinistra. E’ possibile costruire oggi un soggetto, un contenitore, che possa “quantitativamente” insidiare la Democrazia Cristiana?
“Sono convinto che serva, oggi più che mai, una forza riformista che possa interpretare per davvero una voglia di cambiamento che persiste nella cittadinanza. Libera sta lavorando per questo, è in mezzo alle persone, e, in vista del 25 Marzo, lancerà una proposta politica forte ed unitaria insieme a tutti coloro che si riconoscono nei valori progressisti”.
Ha letto l’intervista di ieri, su queste pagine, a Pedini Amati? Una apertura molto importante…
“Libera ha dimostrato che si può aggregare la sinistra e sviluppare un progetto riformista concreto che si discosti nettamente da chi non vuole mai cambiare nulla. L’ingresso di Iro Beluzzi in Libera, l’anno scorso, ha aperto ad un progressivo ed ulteriore rafforzamento della nostra area di riferimento. Apprendo con favore le dichiarazioni di Pedini Amati, dobbiamo passare dalle parole ai fatti mettendo al centro ciò che ci unisce e la buona politica: visione, coraggio e coerenza. Basta promettere soluzioni facili a problemi complessi o chi fa politica solo per interessi personali”.
E’ pensabile un futuro governo con la Dc all’opposizione?
“Nel 2016 è successo, perché non potrebbe ricapitare? Solo che alcuni riformisti sono più democristiani dei democristiani, se riescono ad emanciparsi, tutto è possibile”.
Durante l’ultimo Consiglio ha parlato di Banca Centrale. Che ne pensa del lavoro che sta portando avanti la Presidente Tomasetti?
“Alla Presidente Tomasetti do grandi meriti, in particolare quello di aver avuto la competenza e la capacità di frapporsi ad una serie di interessi che da troppo tempo legavano Banca Centrale, Tribunale e Banca Cis. Situazioni che sono emerse nella relazione della commissione d’inchiesta e che abbiamo contrastato insieme, avviando un percorso che ha portato a far pagare 60 milioni a coloro che hanno creato il dissesto bancario. Inoltre, ora, il sistema bancario non è più sotto i riflettori: questa stabilità è sicuramente un elemento importante da considerare. Dalle prossime settimane dovremo lavorare, non solo sul passato, ma per un progetto di prospettiva, che coinvolga il presidente di Bcsm e che porti alla definizione del memorandum con Banca d’Italia, che credo sia la priorità per una crescita del nostro sistema insieme alla libera circolazione dei servizi. Insomma bene il passato ed il presente, ora guardiamo al futuro e ad una Banca Centrale più calibrata rispetto alle nostre esigenze”.
Cot e Des. E’ possibile trovare la quadra o ormai è muro contro muro?
“Crediamo che le criticità della sanità siano sotto gli occhi di tutti. Medicina di base in primis. Sul Des condivido la posizione del sindacato: le residenze non domiciliate, insieme alle residenze atipiche che tra l’altro non agevolano gli affitti per i nostri ragazzi in cerca di casa, possono diventare un boomerang pericolosissimo per i rapporti internazionali. Per non parlare dei progetti faraonici promessi: un vero e proprio ritorno alla mentalità del ‘soldo facile’. Libera ha raccolto migliaia di firme su questi temi ed insieme alla cittadinanza cercherà di bloccare questa situazione e proporre un modello di sanità e di sviluppo diverso. Medicina territoriale, aiuto per i più deboli, politiche sociali eque e supporto per la nostra piccola media impresa. Questi sono i nostri presupposti programmatici”.
David Oddone
(La Serenissima)