San Marino. Ciacci sferra l’attacco sulla campagna vaccinale. Ciacci chi? … di Alberto Forcellini

Tra l’Epifania e l’immediato weekend, il segretario politico di Libera Matteo Ciacci sferra un nuovo attacco, questa volta scoprendo le carte. Prende di mira senza mezzi termini il Segretario alla Sanità, perché “non vuole, o peggio, non sa rispondere ai nostri interrogativi”. Quindi si rivolge ai tecnici che, forse non sa, hanno già risposto adeguatamente a tutte le sue domande. Che sono di un’inconsistenza sconcertante: vuole sapere perché non ci si è rivolti alle case farmaceutiche, perché non c’è l’accordo con l’Italia, perché non si è investito sulla terapia intensiva, perché San Marino è in cima alle classifiche mondiali per decessi Covid, perché è stato fatto un reparto Covid al Casale la Fiorina. La gente che legge il comunicato scrolla la testa. Ma basta! Ciacci chi? Quello del passato governo? Non c’erano loro alla Sanità, non sanno cosa hanno lasciato? Non c’era neanche un reparto infettivi. E i medici scappavano a gambe levate. A Cerasolo stanno vaccinando? Ma che vada a vedere.

Insomma, potremmo continuare a lungo con il sarcasmo, o meglio la delusione, di chi segue anche se sommariamente i giornali. A parte forse quel tipo, che nel capannello con il caffè in mano e il giornale nell’altra, se ne esce con la sua trovata: “San Marino ha sbagliato tutto, doveva comprare 200 mila vaccini e poi rivenderli. Così faceva i soldi”. Il tipo viene dato in quota RF, ma con tutte queste fake messe in giro ad arte, anche chi è correttamente informato, rimane interdetto. Come se la politica e la vita reale viaggiassero su mondi paralleli destinati a non incontrarsi mai.

In ogni Paese del mondo, chiunque si sia trovato a gestire la sanità durante la pandemia, probabilmente avrebbe preferito fare un giro all’inferno. Di soloni, è pieno ovunque, ma il manuale delle istruzioni per combattere il contagio, non ce l’ha nessuno. Anche sui vaccini, è successo di tutto: scarseggia la produzione per quelli approvati, per altri manca ancora l’approvazione, c’è la corsa all’accaparramento. C’è stato anche chi ha suggerito di surclassare l’Europa e di comprare il vaccino Astrazeneca dall’India, dimenticando che l’India già da una settimana ha messo il blocco all’esportazione. Con 1 miliardo e 300mila cittadini, prima pensa per sé. Che poi è l’atteggiamento simile in quasi tutti i Paesi. La primavera scorsa, all’inizio del lockdown, c’erano nazioni che fermavano gli arei carichi di farmaci e dispositivi sanitari. Non ce lo possiamo dimenticare.

Per come è messo San Marino, con il ricordo che è stato lasciato a livello di rapporti esterni, con gli scandali finanziari che sono stati creati, non è che il governo sia stato facilitato a ottenere canali privilegiati. Adesso, quelli che hanno distrutto il Paese hanno la ricetta per combattere il contagio, per avere il vaccino, per pagare l’enorme debito che hanno lasciato, per rilanciare l’economia, per fare le riforme che non hanno mai fatto. Improvvisamente sono maestri in tutto ciò in cui hanno fallito. E proprio nel momento storico più terribile dal dopo guerra in poi, quando pacatezza e buon senso, collaborazione e disponibilità, sono le uniche cose che la gente chiede alla politica, queste forze politiche fanno tutto il contrario.

Quelle stesse forze politiche dovrebbero sapere che un piano vaccinale si fonda su tre punti strategici inderogabili. Prima di tutto servono i vaccini. E non abbiamo dubbi che arriveranno, settimana prima o settimana dopo è davvero ininfluente. In ogni caso, sarà merito di Ciacci, che l’aveva detto…

Poi serve un piano logistico operativo, che è già stato illustrato dai tecnici in conferenza stampa (ma forse Ciacci aveva da fare altro e non ha sentito). Infine serve che il numero maggiore possibile di vaccini venga distribuito al numero più grande possibile di persone. E anche qui, sicuramente San Marino farà la sua parte, perché si vince con tutte e tre le componenti.

I giornalisti tendono a soffermarsi sulle forme e sulle procedure della politica, ma anche i contenuti sono importanti. Quindi guardano con interesse anche il successivo comunicato di Ciacci, che scrive: “Libera, che ha da sempre proposto unità e riappacificazione nel contesto politico, sociale ed economico, ad un anno dall’insediamento del Governo dei 44 non può però che limitarsi a constatare una incapacità di fondo da parte di questo Esecutivo a mettere mano ai reali problemi del Paese (…)”

Unità e riappacificazione? Davvero? Se non ci è sfuggito qualcosa, non si è mai vista né disponibilità al dialogo, né proposte serie, né una vera volontà che non fosse quella di distruggere. Si usa un luogo comune, in genere di natura disfattista, e lo si usa come un mantra. Anche ieri i giornali vicini al passato regime, titolavano: “14 giorni senza vaccini”. Incredibile: ci sono 60 milioni di italiani, meno 650 mila, che sono senza vaccino; quasi 8 miliardi di esseri umani su tutto il pianeta, meno un paio di milioni sparpagliati tra i continenti dell’orbe terracqueo. Ma qui, chiunque può salire in cattedra, prendere un microfono e tirare pietre. O peggio, sputare sul lavoro di tante persone, che non sono solo quelle politiche. Purtroppo succederà ancora, finché i fatti finalmente dimostreranno il contrario, come del resto è già successo.  Allora, all’improvviso si abbandona tutto e si cambia bersaglio. Ma senza rinunciare a quell’ostruzionismo compulsivo e a quella mania di protagonismo, che sicuramente non fa crescere la comunità. E probabilmente non porta neanche voti.

a/f