Che San Marino stesse vivendo una stagione nera lo si era capito da un pezzo. Ma lo si è capito soprattutto dopo che è andato in scena l’attacco diretto alla magistratura con il quale si è potuta toccare con mano l’assoluta mancanza del senso del limite. Ne abbiamo voluto parlare con il consigliere di Rete Roberto Ciavatta che in questi ultimi mesi ha speso molte energie per denunciare una situazione ormai insostenibile per il Paese.
Il suo intervento degli scorsi giorni mi dà lo spunto per porle alcune domande. Torno anzitutto sulla questione Rondelli che di recente ha rilasciato al nostro giornale una lunga intervista. A questo proposito lei ha avuto parole dure contro il Segretario Podeschi che appare poco credibile quando se la prende persino con Sgarbi. Si cercano scuse per coprire che cosa?
“Come succede in ogni occasione questi segretari cercano dei pretesti quando vogliono allontanare persone che non vanno a genio o che semplicemente sono di troppo perché altri devono essere messi al loro posto. Io non conosco bene Rondelli, mi sono interfacciato con lui soltanto per ragioni di lavoro e l’ho trovato professionale e competente”.
Da mesi voi denunciate la presenza di un governo ombra che starebbe agendo alle spalle dei sammarinesi. Se le cose sono gravi come dite, quali sono gli strumenti a vostra disposizione per fare in modo che il Paese non vada a sbattere contro un muro?
“Noi purtroppo non abbiamo a disposizione chissà quali strumenti. Chi sta guidando ora il Paese soffre di una sindrome pericolosa che è quella dell’onnipotenza. Io dico che bisognava pensarci prima di dare il potere a persone così: che portano avanti i propri interessi senza guardare in faccia a nessuno e aggirando le leggi tramite i decreti”.
Significa che ormai la situazione è irreversibile?
“Noi percorriamo tutte le strade per dare al Paese una via d’uscita ma è innegabile che gravi danni siano stati fatti e che se non si torna indietro presto la situazione sarà sì irreversibile”.
Su chi potete contare?
“La nostra coalizione sta facendo sentire forte la propria voce. Non è un caso che il Fondo Monetario Internazionale ci abbia voluto incontrare. E l’incontro è servito a mettere a parte quell’organismo di elementi di cui era stato tenuto all’oscuro. Non abbiamo tralasciato nulla: abbiamo raccontato tutte le anomalie portate avanti da questo governo e c’è la speranza di essere finalmente ascoltati. Il problema finora è stato anche legato alla mancanza di informazione visto che la stampa trasmette quasi unicamente informazioni governative”.
E veniamo appunto alle problematiche finanziarie, dopo la chiusura forzata di Asset Banca contro i suoi ex vertici si è scatenato l’effetto branco e si è anche messa in dubbio la buonafede dei correntisti. Ma Asset non era una banca uguale alle altre e come tale sorvegliata da Banca Centrale?
“Tutto l’iter che ha condotto alla liquidazione coatta di Asset Banca è pieno di falle. Il piano era quello di impossessarsi di una banca servendosi di Banca Centrale i cui vertici comunicavano via mail con uno dei più grandi debitori del Paese: Confuorti. Non ho mai creduto che in Asset banca venissero svolte attività più strane che in altri istituti mentre sono fermamente convinto che non sia stato utilizzato lo stesso metro di vigilanza su tutti gli istituti.
Sarebbe toccato al Tribunale mettere un freno a tutte queste falle e invece il giudice chiamato a decidere sulla legittimità della liquidazione di Asset Banca è stato ricusato.
La magistratura era l’ultimo potere sul quale mettere le mani e quel che è avvenuto rientra perfettamente nella logica di questo governo che punisce tutti quelli che osano o si azzardano a contraddirne l’operato. Non si è più sentita né la voce dei sindacati né quella dell’associazione bancaria sammarinese. E questo mi fa dire che se ci sarà una riscossa essa non potrà che arrivare da fuori. Anche la cittadinanza è scomparsa ed è stata messa a tacere. Ormai non ci sono più regole: vale tutto e il contrario di tutto. Purché non si contraddica il potere”.
Olga Mattioli (Repubblica SM)