San Marino, cittadinanza: Rete esulta per lo stop alla rinuncia, ma avverte: “Vigilare sull’iter”

“Una richiesta anacronistica e iniqua che potrà essere definitivamente archiviata”. Non usa mezzi termini il Movimento Rete per commentare il via libera, arrivato dalla Commissione Affari Interni, all’eliminazione dell’obbligo di rinuncia alla cittadinanza originaria per i naturalizzati. Un passaggio chiave del nuovo progetto di legge che segna, secondo il partito di opposizione, una svolta storica per i diritti civili sul Titano.

In un comunicato a firma del capogruppo Emanuele Santi, Rete rivendica la paternità politica di una battaglia definita “antica quanto il dibattito sul tema”. “Siamo orgogliosi di aver contribuito ad arrivare a questo punto”, si legge nella nota, che ricorda l’azione di pressione esercitata meno di un anno fa con un emendamento alla Legge Sviluppo, atto che aveva “sollecitato il Governo ad affrontare il nodo e scioglierlo una volta per tutte”.

La riforma tocca nervi scoperti anche sul fronte della rappresentanza democratica. Il Segretario del movimento, Giovanni Zonzini, ha messo in luce i paradossi dell’attuale sistema elettorale: mentre cittadini di quarta o quinta generazione residenti all’estero, spesso privi di legami reali con il Paese, mantengono il diritto di voto, a chi vive e lavora in Repubblica da decenni veniva chiesto, fino a oggi, di “abiurare alle sue origini” per poter partecipare alla vita politica.

Nonostante la soddisfazione, Rete invita alla prudenza e annuncia che manterrà alta la guardia fino all’approvazione definitiva in Consiglio Grande e Generale. “È ancora presto per cantare vittoria”, avverte il comunicato, segnalando il rischio che le resistenze politiche interne alla maggioranza possano ostacolare il cammino della legge. “Occorrerà vigilare attentamente sul percorso del PdL perché le forze che si oppongono a questa impostazione non facciano deragliare il Governo dalla strada giusta”, conclude la nota.