Il Comitato Civico per la Cittadinanza solleva questioni complesse sullo status dei naturalizzati, sulle doppie cittadinanze e sulle possibili ripercussioni elettorali.
A San Marino si riaccende il dibattito sulla cittadinanza, con particolare attenzione alle norme che regolano la doppia appartenenza e i diritti elettorali dei naturalizzati. Il Comitato Civico per la Cittadinanza ha evidenziato diverse criticità che, a loro avviso, richiedono un esame approfondito e una regolamentazione chiara.
Tra le questioni sollevate, il Comitato critica l’uso di strumenti come decreti legge e delibere – in particolare la delibera n.1 del 13 agosto 2025 – che eliminerebbero l’obbligo per i naturalizzati di rinunciare alle cittadinanze precedenti. Gli attivisti sottolineano che tale approccio non affronta seriamente la materia e rischia di generare disparità tra i cittadini.
Il Comitato richiama anche l’intervento dello Stato Italiano attraverso la legge n.555 del 1912, che consente la restituzione della cittadinanza italiana a chi l’aveva rinunciata prima del 1992. Tale norma evidenzia la necessità di considerare gli effetti della legislazione estera sulle procedure interne sammarinesi.
Un altro punto di attenzione riguarda il cosiddetto “sistema delle porte girevoli”: politici con doppia cittadinanza che possono candidarsi sia in circoscrizioni italiane sia in quelle sammarinesi, sollevando dubbi sulla coerenza del sistema elettorale e sulla rappresentatività degli eletti.
Infine, il Comitato segnala l’importanza di chiarire quale risposta verrà fornita alla loro istanza d’arengo e quale impatto possa avere l’elettorato al momento del voto. Gli effetti di queste questioni sulla vita politica e sui diritti dei cittadini sono considerati rilevanti e richiedono attenzione normativa.
Il tema della cittadinanza resta quindi al centro del dibattito pubblico, con implicazioni significative per la partecipazione democratica e la regolamentazione delle doppie appartenenze.