Analizzato il Decreto n.100/2014 con cui il Governo ha prolungato l’indennità di disoccupazione per chi aveva già i requisiti per riceverla, non possiamo esimerci da un breve commento.
Il Segretario Belluzzi, durante l’enfatica conferenza stampa di un paio di settimane fa durante la quale è stato fatto annuncio dell’adozione di questo decreto e di quello sulla moratoria dei mutui prima casa, nonché della prossima (?) adozione del fondo di solidarietà (atteso da ben 18 mesi!), aveva tenuto a sottolineare che queste misure “forniscono risposte anche alle preoccupazioni espresse dall’opposizione, in particolare da Civico10”.
Ci sembra evidente, oggi, che tali parole altro non erano che un tentativo elegante per giustificare l’indecente bocciatura senza discussione del Progetto di Legge sul Reddito di Cittadinanza che ci vedeva fra i promotori.
Tentativo tra l’altro mal riuscito, dato che il nostro PdL dava una risposta strutturale a necessità che i due decreti approvati dal Governo non toccano affatto.
I disoccupati di lungo corso che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali, o un giovane che ancora non è ancora riuscito ad entrare nel mondo del lavoro, o un autonomo che a causa della crisi è stato costretto a chiudere la propria attività sono infatti completamente tagliati fuori da questo Decreto, come si sono accorti diversi cittadini recatisi presso gli uffici dell’ISS a chiedere informazioni.
La storia ci insegna che palliativi “straordinari” come quello proposto, che ai Governi sammarinesi piacciono tanto, non servono a nulla, se non a far calare dall’alto un po’ di carità su qualcuno in difficoltà.
Non servono a dare maggior fiducia a chi è senza reddito per incentivare una ripresa dei consumi, perché si tratta di un provvedimento a termine e non per tutti. Non servono a dare maggior forza contrattuale a chi si trova in condizioni di subire contratti capestro sul luogo di lavoro, pena il licenziamento, per gli stessi motivi. Non servono neppure a spingere un disoccupato a formarsi per adattarsi alle necessità di un mercato di lavoro in perenne mutazione.
Non servono, in definitiva, a risolvere finalmente in maniera strutturale il problema della mancanza di reddito a causa di una situazione di disoccupazione involontaria.
Attendiamo di poter valutare il funzionamento del fantomatico Fondo di solidarietà, per capire se almeno quello introdurrà qualche novità significativa in questo senso.