Lo diciamo ormai da tempo: la politica deve fornire risposte concrete sul tema del lavoro. E’ già tardi e non è più possibile rimandare la discussione.
Civico10 ha sempre sostenuto, fin dalla sua nascita, che per rispondere a chi si trova involontariamente disoccupato, nonostante stia cercando attivamente una nuova occupazione, serva un atto di solidarietà.
Crediamo che la solidarietà tra chi si trova in condizioni migliori rispetto a chi in condizioni peggiori, sia un valore aggiunto, specialmente in questo periodo storico.
E’ arrivato il momento di ribaltare il luogo comune che a pagare saranno sempre gli stessi e che non si possono andare a chiedere “piccoli” sacrifici a chi, nonostante la crisi, “grossi” sacrifici non li ha ancora fatti: concretizziamo quindi il principio che “chi più ha più deve contribuire”.
Facendo riferimento alla solidarietà non possiamo non ricordare come il nostro movimento abbia già proposto ed affermato anche in questi giorni, mediante il progetto lavoro, il patto di solidarietà. Un intervento fortemente solidaristico richiesto a coloro che producono redditi certi ed elevati (per ragioni storiche o di mercato), per poter finanziare un reddito di cittadinanza destinato a chi, questo reddito, non lo percepisce più.
Questo contributo solidaristico fornirebbe al disoccupato la possibilità di formarsi, riqualificarsi, svolgere attività lavorative in azienda e simili coadiuvato da un moderno servizio di ricollocamento, così come abbiamo delineato nel nostro Progetto Lavoro. Pensiamo, infatti, che occorra accompagnare il disoccupato verso la ricerca di un nuovo lavoro in azienda e non “parcheggiarlo” in mille lavoretti temporanei che non gli forniranno l’attrattività ad essere nuovamente assunto dalle imprese. I sussidi così come li intendiamo servono a realizzare un vero reimpiego delle risorse umane disponibili!
Nella nostra proposta avevamo, infatti, previsto un contributo progressivo a scaglioni con aliquote fortemente crescenti all’aumentare del reddito, ma un’esenzione completa per i redditi più bassi. Questa proposta è resa ancor più attuale quando, proprio in questi giorni, si vedono pubblicati sui vari quotidiani locali i considerevoli stipendi di alcuni dirigenti pubblici che, senza nulla togliere alla professionalità degli stessi, mal si conciliano con l’ottica solidaristica che, sicuramente, ognuno di noi vedrebbe e vorrebbe per il proprio Paese.
Siamo stati criticati, attaccati, derisi per la proposta sul reddito di cittadinanza, presentata orami più di un anno fa. Oggi sempre più se ne sente invece parlare ma purtroppo se si fosse agito, anziché perdere tempo nelle critiche, oggi non ci sarebbero quasi 1000 persone senza alcun reddito, assolutamente non degni di un Paese Civile. E forse il metodo di finanziamento proposto sarebbe stato più accettabile dei tagli lineari proposti dal Governo sui dipendenti pubblici, che pesano oltretutto maggiormente su chi la certezza del lavoro non ce l’ha: i precari.
Accogliamo quindi la richiesta dei “lavoratori disoccupati” ai quali riconfermiamo con ancora più forza la nostra proposta: un Patto di Solidarietà.