Sono stufi i consiglieri di maggioranza, stufi di sentir parlare sempre delle stesse cose.
Di tutto infatti vorrebbero dibattere eccezion fatta per le questioni che hanno rischiato di spazzar via il Paese e che non è detto – è ragionevole pensare sia vero il contrario – non stiano ancora trovando terreno fertile perché l’opera venga portata a compimento.
La preoccupazione che è vero e proprio assillo è il comma comunicazioni che dà la possibilità ai consiglieri di minoranza di parlare di ciò che in ufficio di presidenza non passa per ragioni di numeri, come il tema Sanità.
A metter fine a questa sofferenza ci penserà con ogni probabilità il regolamento che approderà in aula a luglio e che dovrebbe ridurre il tempo a disposizione per parlare in comma comunicazioni.
Nel frattempo giovedì i consiglieri di maggioranza hanno provato a tamponare e pur riluttanti ad andar dietro ai discorsi aperti dai rappresentanti dell’opposizione, hanno dato voce a una specie di grosso pensiero collettivo che li ha fatti nuovamente ricadere nella sindrome del complotto.
Evidentemente non è mai facile respingere la suggestione che dà il sentirsi parte di una élite, si finisce per non vederne gli aspetti deteriori, per vederne solo i grati canti e nobilitanti. Ma la misura è davvero colma. Tanto più che si è compiuto un clamoroso autogol.
Perché “Tutto – scriveva Goethe – tranne ciò che ha una conseguenza, può essere imposto alla società”.
Ai sammarinesi diciamo che è in gioco la democrazia stessa della Repubblica. E si sta facendo di tutto per tenere il Paese all’oscuro delle decisioni che si vogliono prendere sulla vostra pelle.
La RepubblicaSM