San Marino. CLAN DI LAURO, RICICLAGGIO E FRODE (evasione 43 milioni di euro), nei guai MARCO GATTI del PDCS. La Voce di Romagna

marcogattiInchieste in Italia. Indagini tra Forlì, Napoli ed il Titano. Tra i coinvolti il commercialista sammarinese insieme ad altri personaggi italiani.

Forli, Napoli, San Marino. Un triangolo già visto e che ora torna ad essere al centro di interesse delle procure competenti che stanno mettendo insieme una serie di elementi che portano anche ad ipotizzare un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio e truffa ai danni dello Stato italiano attraverso un complesso sistema di ”frode carosello” mediante la esterovestizione di persone fisiche e società e la creazione di cartiere. O meglio come dicono a San Marino di ”Missing traders”, cioè di strutture commerciali fantasma.

Dalle ultime inchieste forlivesi portate avanti dal Procuratore Sergio Sottani e dal Procuratore Filippo Santangelo che hanno scoperto la compravendita di oltre un milione di telefonini transitati virtualmente da San Marino per abbattere l’Iva ed essere immessi nel mercato italiano a prezzi concorrenziali.

La procura di Napoli, in particolare, indaga ancora una volta sui collegamenti tra la città partenopea e la Repubblica del Titano. Così la procura di Napoli e di Forlì stanno mettendo assieme vecchi e nuovi documenti per tracciare un quadro che sarebbe molto pesante. In particolare è stato ripreso in mano un fascicolo dalla Guardia di Finanza di Novara dove si ipotizza l’associazione a delinquere e dove, fra le persone coinvolte, c’è Marco Gatti, sammarinese, commercialista ed amministratore di una società ed attuale Segretario del Partito della Democrazia Cristiana sammarinese.

Nel fascicolo che ha numero di registro col modello 21 della Guardia di Finanza di Novara è arrivato a Napoli e Forlì, vengono ipotizzate gravi accuse e si legge ”che è stata rilevata l’esistenza di una associazione a delinquere transnazionale”.

Marco Gatti, nella sua qualità di socio della E-Vox – viene scritto negli atti – ha agito con dolo specifico di consentire alla Project Spa l’evasione dell’Iva e dell’Ires. Coinvolti anche Stefano Gozzi (già arrestato per dei collegamenti con il Clan Lauro), Carmene Ventrella, Giuseppe Merola, Stefano Iannucci e Paolo Bortolon. Ma pure coinvolte ci sarebbero 25 società e 30 società straniere. Quest’ultime con sedi in Inghilterra, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Usa , Romania, Cipro, Estonia e San Marino.

Dai conti fatti degli esperti della Guardia di Finanza si parla di 665 milioni di euro (665.593.553,21 per l’esattezza) e di un’evasione di 43 milioni 853mila 530euro e 18 centesimi. Secondo gli inquirenti buona parte di questo denaro è rimasto come ”nero” nella disponibilità delle persone coinvolte e dei soggetti interposti a vario titolo posto in essere a vantaggio della Project Communications Spa con l’ipotesi di coinvolgimento della Ngn Telecom Spa e Max Power Srl.

Stefano Gozzi è un nome già noto alla Procura di Napoli che nell’ambito del filone Project aveva arrestato a Castagnola per l’attività di capitali illeciti, attraverso diverse società. Secondo questa inchiesta tutte le persone arrestate (cinque in tutto) erano collegate tra di loro per la conduzione di un attività per conto del Clan DI LAURO.

Si parlava della vendita del traffico telefonico nazionale ed internazionale mediante la costituzione di carte telefoniche prepagate il cui traffico non veniva pagato perchè i rapporti con i noti gestori di telefonia italiani erano intrattenuti attraverso società di comodo.

La Voce di Romagna