Dopo le discussioni in congresso di Stato, il luogo dove prendere una decisione si sposta e sarà oggi la sede di Banca Centrale dove è in programma l’assemblea dei soci.
Sul tavolo una patata bollente che non mancherà di suscitare dibattiti nell’opinione pubblica e tra la politica con anche un paio di interpellanze già pronte per chiedere chiarimenti.
La vicenda riguarda gli ex vertici dell’istituto di vigilanza che il mese scorso si sono dimessi.
Il direttore generale l’ha fatto a seguito della comunicazione giudiziaria per la mancata segnalazione ai fini dell’antiriciclaggio nella vicenda che riguarda una trattativa per l’acquisto di licenze bancarie da parte di investitori esteri sponsorizzati da alcuni dei principali indagati nell’ambito di uno dei filoni della maxi inchiesta sul “conto Mazzini”.
E sulla scia delle polemiche, derivanti dalla vicenda delle autosospensioni del coordinamento della vigilanza, poi revocate e tutto quanto ne è seguito, alla fine ha dato le dimissioni anche il presidente Renato Clarizia.
Ma a quanto si apprende la sua richiesta, messa nero su bianco anche in una comunicazione al Comitato per il credito e il risparmio, chiederebbe che il 2015 gli sia pagato per intero (pari quindi a circa 300mila euro, meno alcune decurtazioni) nonostante l’incarico termini in realtà in queste settimane.
E così dopo la discussione in Congresso di Stato e prima ancora nel Consiglio direttivo di Bcsm, ora il tutto approda all’assemblea dei soci dove lo Stato sarà rappresentato dai segretari Pasquale Valentini e Gian Carlo Capicchioni. Bisognerà vedere quindi se oggi tale richiesta sarà accolta e in che termini, se in toto o parzialmente. Tra l’altro sembra che in assemblea si valuterà anche la proposta relativa all’ex direttore generale Giannini a cui il consiglio direttivo di via del Voltone sembra abbia accordato una proposta di remunerazione legata all’esito della vicenda giudiziaria.
Franco Cavalli, La Serenissima