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Chi la fa l’aspetti, ricordava un vecchio adagio popolare… E così, chi dai banchi di minoranza parlamentare ha voluto -mi si permetta, “bullescamente”- utilizzare il Codice Etico per attaccare, mettere alla gogna un consigliere di maggioranza, si ritroverebbe con lo stesso problema in “casa sua”…
Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi, verrebbe da dire. La bomba l’ha sganciata, senza preavviso, senza preventive dichiarazioni di “guerra”, il consigliere Gian Nicola Berti durante i lavori dell’ultimo Consiglio Grande e Generale, dove ampia parte del comma “Comunicazioni” è stato occupato dalla “lapidazione” integralista di Alessandro Mancini, Presidente della Commissione Finanze, “reo” di non aver acconsentito alla pubblicazione della situazione finanziaria di alcune società in cui è coinvolto.
Certo, ha dichiarato la sua personale condizione economica nel rispetto della trasparenza, ma non ha ritenuto opportuno mettere in piazza la situazione di realtà giuridiche, la cui pubblicazione avrebbe poi indirettamente violato la privacy dei soci, che nulla hanno a che vedere con il Codice Etico dei consiglieri.
Una scelta, questa di Mancini -che ha rigettato al mittente la “strumentale” richiesta di dimissioni dall’incarico di vertice della Commissione Finanze che riveste- che ha visto la minoranza consigliare, ovvero Libera e Repubblica Futura, sparare a zero su Mancini per il non aver adempiuto in pieno al Codice Etico dei consiglieri spifferando alla piazza la situazione economica di realtà in cui è socio.
Una vicenda, questa, che impone una urgente revisione dello stesso Codice Etico, perchè essere coinvolto in una società che non naviga in buone acque o avere una situazione personale economicamente esposta, non significa in nessun modo rischi di mala-gestione, men che meno disonestà, nella gestione della cosa pubblica. Anzi, tanti importanti e famosi imprenditori oggi di successo, hanno anche fallimenti nel loro curriculum…
Così, come ha sostenuto, lasciato intendere Gian Nicola Berti in Consiglio Grande e Generale, chi ha cavalcato strumentalmente la scelta di Mancini, oggi si ritroverebbe lo stesso problema in casa…
“Invece di fare speculazioni di basso livello” -ha dichiarato Berti in Aula- chi oggi accusa “si sarebbe dovuto preoccupare delle dichiarazioni dei loro partiti” O, meglio, dei loro “compagni” di partito… “Tutti quanti abbiamo fatto dichiarazioni sull’adempimento del codice etico -è la bomba lanciata dal consigliere- e c’è qualcuno ha detto bugie!”.
Già, ma chi ha mentito sulle dichiarazioni rilasciate nel rispetto del codice etico? Circola un preciso nome nei corridoi del Palazzo. Un nome che -però- mi rifiuto di rendere noto, sia perchè ritengo l’obbligo di mettere in piazza la propria situazione economica una stupidaggine figlia di quella deriva moralistica figlia di “Tangentopoli” del best-seller “La Casta” -apripista per l’affermazione dell’antipolitica alla guida dell’Italia-, sia perchè ciò è inderogabilmente una palla al piede che limita l’esercizio democratico, spingendo tanti “cervelli” a rinunciare di mettersi al servizio del Paese per non rendere nota la propria condizione economica e rinunciare al sacrosanto diritto alla privacy.
Non sc riverò chi sembra sia il consigliere che avrebbe mentito nella sua dichiarazione imposta dal Codice Etico, ma confermo che il nome che circola insistentemente -e che avrebbe quindi fornito false dichiarazioni- sarebbe un consigliere di minoranza. Di quella stessa minoranza che denuncia la pagliuzza nell’occhio degli avversari senza accorgersi, poi, di avere la stessa, nel suo… Una pagliuzza che, vista la magra figura rimediata -perchè appaiono così bravi da scoprire le “malefatte” degli avversari, senza accorgersi di quelle dei propri compagni- per i compagni di partito del consigliere accusato velatamente da Berti, diviene una trave!
Ora, mi vien da chiedermi, Libera e Repubblica Futura, così solerti a richiedere le dimissioni di Mancini, si scaglieranno sul compagno che non avrebbe detto la verità o la avrebbe detta solo parzialmente omettendo qualche elemento importante? O, essendo un “alleato” o compagno di partito, faranno finta di nulla?
Enrico Lazzari