Riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri sulla relazione illustrativa della proposta di revisione normativa e organizzazione del Dipartimento di Polizia e relativa audizione del comandante della Gendarmeria. Nota della Della Torre 1.
Alessandro Gentili, comandante: “Sono qui da cinque mesi e oggi posso parlare di una tematica che è stata alla base della mia scelta. La problematica affonda le sue radici nel tempo. Il primo tentativo è del 2001. Ho preparato una relazione illustrativa, sfruttando le mie esperienze, anche all’estero. Mi sono fatto un’idea precisa di come funzionano le polizie delle altre Nazioni.
I corpi di polizia sono quasi sempre più di uno in quasi tutti gli Stati e sono spesso dei giocattoli con cui tutti amano giocare. E così si rompono e rimetterli in piedi è complicato. Capisco che ci si ponga il problema di un assetto più razionale. Ovunque è così. I corpi di polizia svolgono attività preventiva, che costa molto e non si vede se non quando fallisce, e attività investigativa.
E’ stata diffusa una prima bozza, ma non ne sono influenzato. A San Marino ci sono tre corpi di polizia, un dipartimento di polizia, un consiglio di dipartimento e infine la figura del coordinatore. Sono stati due negli anni, entrambi con poca fortuna. Il primo non ha lasciato segni, il secondo ha dato dei contributi all’interno di una presenza burrascosa. Da tre anni la figura non c’è ed è una carenza grave. Manca l’elemento di sintesi tra i tre corpi, occorre dunque trovare una soluzione. La riforma della Pa richiama il dipartimento di Polizia istituito nel 1994 e modificato nel 1998 e ha tolto i collegamenti con i dipartimenti Interni ed Esteri. Ci sono anche problemi amministrativi, di assegnazione di fondi. Occorre mettere in funzione il dipartimento di Polizia, che ora deve non solo coordinare ma anche amministrare.
La riforma va fatta lasciando ai corpi i compiti che hanno. Hanno delle specificità. Gendarmeria e Guardia di Rocca non fanno parte della funzione pubblica, la Polizia civile ha le sue peculiarità, serve omogeneizzazione ma con gradualità. Ora va messo in funzione il dipartimento di Polizia. Un corpo unico per me non è possibile, dove c’è una sola polizia la magistratura vi è assoggettata. La Gendarmeria ha dei limiti, di preparazione, ma è organizzata.
L’autonomia del dipartimento di Polizia è fondamentale. Il congresso militare ha competenze che forse vanno riviste per un fatto funzionale. I comandanti dei tre corpi non hanno infatti potere disciplinare. Il congresso militare è fatto di volontari, è un organo non in linea con la tradizione occidentale. In Europa non si vuole che i militari disciplinino e governino i corpi di polizia. Questo è lo spirito con cui parlo di differenziazione delle competenze del congresso militare. Sarà la politica a definirne i modi. Alcuni funzioni amministrative devono essere in capo al dipartimento di Polizia. Nella relazione non c’è pretesa di dire alla Repubblica cosa fare.
Il direttore di dipartimento, alla luce degli insuccessi dei coordinatori, deve avere delle prerogative. Nella relazione parlo di un direttore che è anche comandante della Gendarmeria, per avere la certezza che le direttive siano eseguite da almeno uno dei tre corpi. Non voglio azzerare i comandanti dei corpi, il direttore di dipartimento svolge funzioni amministrative. Per il comandante della Gendarmeria caldeggio di scegliere tra i Carabinieri perché ci sono affinità tra i due corpi e hanno una preparazione più vasta rispetto ai funzionari di Polizia. E’ ora comunque di selezionare qualche giovane laureato e formarlo: prendetene tre, mandateli a fare un corso nelle scuole di polizia italiane e tra cinque-dieci anni potrete avere comandanti sammarinesi. E’ una vostra scelta. Non è la laurea che conta, ma una formazione specifica.
Il dipartimento di Polizia sarà composto da tre-quattro persone, non facenti parte dei corpi di polizia. C’è un consiglio di dipartimento. Sulla lotta al riciclaggio pensavo a un reparto interforze, si troverà una soluzione, ma va fatto. E servono formazione, tempo e soldi. Anche se il comandante nell’immediato va trovato da qualche altra parte. Anche in questo caso è una scelta. Occorre formare anche dei futuri quadri direttivi per tutti e tre i corpi.
Un altro punto riguarda l’ufficio centrale nazionale Interpol: dovrebbe rientrare nel dipartimento di Polizia. Non la Protezione civile, anche se quando c’è un’emergenza scatta il problema della centrale operativa. Dovrebbe essere unificata per gestire i tre corpi. Sull’ufficio informazioni e sicurezza, San Marino tiene molto alla sua sovranità e deve avere una porta con la targa Servizi segreti. Quando non ci sono si presta il fianco a strumentalizzazioni e problemi di ogni genere. Non una mega struttura: una o due persone che facciano da referenti dei Servizi in Italia. Stabilirete voi l’autorità cui risponderanno e chi li deve dirigere.
Io non chiedo uomini anche se servono, ma siamo in spending review. E’ una riforma a costo zero, non si chiedono soldi. Anch’io sono a costo zero. Ho un trattamento economico modestissimo, inferiore ai mie predecessori con cui ho posizioni molto diverse, io sono dirigente in Italia da 15 anni. Ho la mia età ed è una bella sfida. Sono disponibile ad adattare ciò che sceglierete alle normative. Sappiamo cosa si dovrebbe fare e cosa si potrebbe fare. Il punto è cosa si vuole fare”.