Le recenti polemiche che hanno investito Roberto Saviano ci hanno fatto venire in mente una delle sue più belle considerazioni, tanto banale quanto vera: “La libertà di stampa è anche la serenità di lavorare, di raccontare senza ritorsioni, senza che il proprio privato sia utilizzato come un’arma per far tacere”. Il comunicato stampa degli avvocati e notai di San Marino è equilibrato, chiaro e incredibilmente pertinente. Soprattutto è stato centrato perfettamente il punto che ha mosso la penna del nostro giornale, poi sbeffeggiato nientemeno che dal capo dei giudici (che giudice non è). Ovvero chiederci e chiedere se è vero che “pecunia non olet”. La questione, come introdotto in maniera dotta dal comunicato dell’Oan, è soprattutto morale, più che giuridica. E infatti siamo giornalisti e non avvocati, dunque è da questo punto di vista che volevamo commentare il caso “Chironi”, lanciando una riflessione che avremmo voluto venisse colta dal Segretario agli Esteri (che abbiamo criticato per le sue vanterie pubbliche di fronte a una condanna), non certo dal Dirigente del tribunale, che con tutti i problemi, gli scandali, le indagini, le dicerie, che hanno investito e stanno investendo la giustizia, ha preferito salire in cattedra a darci una lezione non richiesta e certamente fuori luogo e sopra le righe. Per certi versi anche intimidatoria, almeno da come è stata percepita qui dalla redazione. Il dibattito sulla possibile fine di soldi sporchi di sangue (e che appartengono al popolo del Congo) sequestrati dal tribunale sammarinese, resta dunque aperto e ora si può fregiare dell’alto e qualificato intervento degli avvocati e notai, che sottolineano la bontà e l’importanza della discussione rilanciata da queste pagine. Abbiamo aperto questo breve commento con una massima e lo chiudiamo con un’altra (di Mario Calabresi), certi come si dice, che chi ha orecchie per intendere, intenda. “Ci sono Paesi in cui per il giornalista il ‘pericolo’ viene associato soltanto all’andare a raccontare le guerre all’estero e Paesi in cui ci vuole coraggio a descrivere ciò che accade sotto casa. Ci sono Paesi in cui le due cose convivono”.
