San Marino come la Sicilia! In Tribunale si usano i pizzini. Ecco quello di San Marino….di Marco Severini

I pizzini hanno avuto improvvisa notorietà in occasione dell’arresto di Bernardo Provenzano nel cui ultimo rifugio ne sono stati rinvenuti molti. Questi sono stati utilizzati per lungo tempo dai mafiosi con lo scopo di prevenire eventuali intercettazioni da parte delle forze dell’ordine, che si potrebbero avere con i mezzi di comunicazione tradizionali. Sembra sia d’uso farli passare attraverso molte mani per rendere difficile il collegamento tra il mittente e il destinatario.

Dai pizzini si ricava una chiara panoramica dei rapporti tra i differenti livelli gerarchici dell’organizzazione mafiosa (padrinicapifamigliapicciotti). Spesso è lo stesso padrino a definirsi tale all’interno del pizzino e a rivolgersi al sottoposto chiamandolo figlioccio, riferendosi ai propri affari illeciti col termine cosa nostra.

Questo è quello che dice Wikipedia sui pizzini ed e’ emblematico che, con i dovuti distingui, la situazione qui a San Marino non sia, poi, così diversa.
Addirittura si usano i ”pizzini” in Tribunale, che anziché essere il tempio della giustizia è stato declassato come un posto per pizzini, quindi un posto dove nascondere, trafficare, immondare. Ma scherziamo davvero?
Un posto, il Tribunale , dove è normale che vi si possono trovare Giudici indagati e sotto azione di sindacato, come il nostro caro amico Manlio Marsili, che da oltre 4 mesi – da Luglio – sta aspettando (e noi con lui) di sapere quale sarà la sua sorte dopo quel pasticciaccio brutto su Vitalucci. Ma si sa la giustizia è lunga, anche se qui appare chilometrica, ed è il Collegio dei Garanti che deve decidere se l’azione di sindacato nei suoi confronti sia attuabile o meno. Intanto lui beatamente svolge l’importante azione di PM. Una sospensione? manco a parlarne.
Qui poi – se fossero confermate le accuse mosse da Bacciocchi – siamo all’assurdo, ovvero al fatto che un Giudice ha parlato con un’indagata (cosa di per se clamorosa ed illegale, se non accompagnata dal suo avvocato di fiducia) e gli abbia addirittura già detto l’esito di un procedimento  (!!!) che le riguarda proprio lei. Ma se  ripetiamo se fossero confermate le accuse dell’avvocato di Dogana vuol dire che abbiamo raggiunto il fondo come stato di degrado del Tribunale.
Ma se c’è del marcio in Danimarca bisognerà estirparlo.
Occorre quindi una seria revisione del Tribunale, delle attribuzioni, del comando e di tutti quei giudici la cui azione è stata dubbia e che questo, il Tribunale, ritorni ad essere, come lo era nel passato, un vero ”pezzo” importante della nostra statualità e che – invece – non diventi uno strumento in mano a qualcuno, come molti pensano sia diventato.
Non ce lo possiamo permettere, e se questo accadrà è inevitabile che il popolo, che è sovrano, non se ne stia zitto e buono a beccarsi ogni sopruso. Alle ingiustizie se perpetrate in modo sistematico (e la storia ce lo insegna) la gente risponde sempre.
E’ inevitabile.
Questa di oggi, del pizzino, se confermata è l’emblema dello sfascio del nostro Tribunale. Altro che ricusazione; si dovrebbe discutere – ripeto se fosse vero e confermato – di seri provvedimenti sia contro la Bonelli che contro il Giudice Di Bona perché anche loro non sono al di sopra della legge sovrana, come nessuno.
Ripeto se fossero confermate le accuse rivolte dal Bacciocchi queste due dovrebbero provare solo vergogna e non presentarsi mai più in Tribunale, talmente è abbietto e gravissimo ciò che si presume sia accaduto.
Se fossero confermate queste accuse vorrebbe dire che il Tribunale è totalmente delegittimato e quindi si può pensare che si è condannati e/o assolti non per giustizia, non per interpretazione della legge, ma solo per convenienze personali. E questo non ce lo possiamo permettere, che figura facciamo di fronte alla comunità internazionale? Un’altra delle nostre?
Il cambiamento, forse è solo a parole! Di facciata.
Marco Severini – Direttore del Giornale.sm (direttore@giornale.sm)