Il problema decisivo per il futuro della nostra sovranità tra pressioni di opportunisti, inadeguatezza del governo e insufficiente attenzione dei cittadini. Chiediamo pubblicamente al Segretario di Stato agli Affari Interni, l’avv. Andrea Belluzzi, se è vero che nell’esercizio delle sue funzioni ha fatto pressione verso i suoi colleghi e verso la maggioranza consigliare che sostiene il Governo, per orientare la Reggenza, ormai in scadenza di mandato, ad emettere il decreto legge che proroghi fino a dicembre l’adempimento della rinuncia alle cittadinanze estere possedute.
Non si comprende per quali ragioni e su quali basi giuridiche ed istituzionali vengano fatte queste pressioni per l’emanazione di un decreto di tale natura. Il progetto di legge, che noi giudichiamo al di fuori di ogni legittimità istituzionale e al di fuori di tutta la nostra storia, che invece è sempre accogliente, ma gelosa custode della sua storia e della sua sovranità faticosamente conquistata nei secoli, è in seconda lettura nella Commissione competente. Farà il suo iter come tutti i progetti di legge. Oltretutto il tema non era neppure nel programma di Governo, ma furbescamente è stato collocato a seguito di una istanza d’arengo, fuorviante.
La legge n. 114 del 2000 e successive modifiche sono pienamente in vigore e tanti residenti stabili sono diventati nostri concittadini, con l’adempimento consapevole delle leggi. Non c’è nessun vuoto legislativo; I DECRETI DEVONO AVERE ASSOLUTAMENTE IL REQUISITO DELL’URGENZA CHE NON C’È IN QUESTO CASO perché la legge è pienamente in vigore e non c’è alcun vuoto normativo.
Il Segretario Belluzzi può confermare alla pubblica opinione che la scelta del termine di dicembre sia voluta perché entro quella data il Consiglio dovrebbe approvare il progetto di legge sulla naturalizzazione con il quale continuare la pesante pressione e l’illecita intromissione, in una materia delicatissima da sempre, tale da compromettere il nostro tessuto culturale e sociale.
Il Segretario di Stato Belluzzi può in aggiunta confermare che ci sono i primi 37 naturalizzati che in cinque anni non hanno trovato il tempo o non hanno voluto rinunciare alla loro cittadinanza. Se ciò è vero e comprensibile, la conseguenza vuole che il Segretario degli Affari Interni o chi per lui designato dalla legge o da atto amministrativo, mandi una lettera per comunicare la loro decadenza dalla cittadinanza sammarinese, come sancisce la legge. L’ha già fatto? Se non l’ha fatto o non l’ha voluto fare, è in questo caso lui a violare gli obblighi della legge. Sarebbe bene avere ampia e veritiera documentazione di questi dati.
Dire inoltre se è vero che, entro la fine dell’anno, ci sarà un nutrito gruppo di persone che devono adempiere all’obbligo di legge, più di 170 naturalizzati, i quali, sempre attraverso il Presidente Comites, fanno pressione per tenersi la loro cittadinanza, anche più di una e aggiungere in sovrappiù quella sammarinese. Il Segretario ci dica anche il numero dei naturalizzati degli altri 4 anni successivi. Tutto questo agire di un organo istituzionale, non ci sembra proprio normale.
Il Segretario di Stato Belluzzi ci dica se è vero che ha trovato la soluzione di scaricare sui Gruppi Consiliari nel prossimo Ufficio di Presidenza, giovedì 4 settembre, il problema del decreto. In sostanza è vero che vorrà chiedere ai Gruppi Consiliari, anche, ma soprattutto, di opposizione, di dare il via libera alla emanazione del decreto, che nella sostanza si configura illegittimo perché non avrà i requisiti previsti dalla legge.
Ribadiamo: il Segretario dica a noi e alla pubblica opinione se chiederà all’Ufficio di Presidenza, il via libera per tale decreto, introducendo una anomala procedura, con la quale, attraverso il voto generale e unanime dell’Ufficio di Presidenza, intende trasformare magicamente l’illegittimità in legalità e conformità alla legge.
Fortunatamente sembra che, fino ad ora, nella maggioranza ci sia chi ha fatto rilevare l’illegittimità di tale procedura e di tale atto.
Le norme sulla cittadinanza non sono temi da trattare con l’illegittimità degli atti e con superficialità senza valutarne le conseguenze.
Ci sono stati interventi autorevoli e competenti, nella società civile, anche al di là delle appartenenze politiche che solidarizzano con il Comitato Civico per la cittadinanza e hanno sollevato temi sui quali riflettere e sui quali né il Presidente Comites, né il Segretario agli Interni si sono degnati di entrare, anche in maniera problematica. Hanno finora espresso solo pressioni e decisioni autoritative.
E dire che nessun microstato europeo ha una legislazione in materia come quella che si vuole con leggerezza imporre.
Vogliamo valutare queste cose avendo come obiettivo l’interesse superiore della Repubblica? Noi ci siamo.
La concessione di cittadinanza non può essere un puro atto formale, la cittadinanza, nella nostra micro realtà, che ha retto nei secoli, non può essere un passaporto in più senza i doveri tutti e pieni. La cittadinanza non può tradire la nostra storia e il giuramento di fedeltà alla Repubblica da parte dello straniero che con tale atto certifica la sua piena integrazione, non è atto burocratico senza visione di appartenenza con diritti ma anche con doveri.
Sempre disponibili al confronto, ci auguriamo che la saggezza di tanti Consiglieri, ovunque collocati, prevalga per il bene della Repubblica.
Comunicato stampa – Comitato Civico per la Cittadinanza