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  • SAN MARINO. Comites: bene il progetto di legge che prevede la proroga dei termini per l’ assunzione della cittadinanza, ma rimangono aperte altre questioni

     

     

    Nella sessione del Consiglio Grande e Generale di questa settimana fra i vari argomenti
    posti all’ordine del giorno verrà discusso il progetto di legge in materia di assunzione e
    riassunzione di cittadinanza presentato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni.
    Tra i punti del progetto di legge che il vicepresidente del Comites San Marino
    Alessandro Amadei (foto) valuta positivamente vi è sicuramente la proroga del termine
    previsto dall’art. 6 della Legge 121 del 2019 e concesso in sanatoria ai figli di madre
    sammarinese e padre straniero per assumere la cittadinanza materna, pur non avendo
    questi ultimi il requisito di residenza in Repubblica da almeno 10 anni, come richiesto
    dalla normativa ordinaria. Per una serie di motivi legati alle difficoltà ad espletare le
    pratiche amministrative in tempi di pandemia, la Segreteria di Stato per gli Affari Interni
    propone di fare slittare il termine per la presentazione della domanda di concessione
    di cittadinanza sammarinese in sanatoria dal 17 agosto 2021 al 31 ottobre 2021. E
    sempre, secondo il progetto di legge, la documentazione a corredo della domanda
    dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2023.
    Un certo scetticismo è nutrito, invece, da Alessandro Amadei in merito alla disposizione
    contenuta nel progetto di legge che prevede la possibilità di chiedere la cittadinanza
    sammarinese per il figlio, il cui genitore sia deceduto “senza aver presentato domanda,
    pur avendone diritto”. Questo perché la trasmissione ad un terzo di un diritto, di cui il
    dante causa non è titolare può sembrare una forzatura giuridica.
    Forti perplessità e preoccupazioni, poi, destano, sempre a parere del vicepresidente del
    Comites San Marino Alessandro Amadei, le tante questioni irrisolte da tempo sul tavolo
    della politica che ancor oggi rendono aggrovigliata una normativa di per sé complessa
    e frastagliata come quella della cittadinanza. Il primo nodo da sciogliere rimane ancora
    la rinuncia alla cittadinanza di origine, come condizione per ottenere la cittadinanza
    sammarinese per naturalizzazione, che l’ECRI ed altri organismi europei chiedono da
    tempo a San Marino di eliminare. L’obbligo di rinuncia alla cittadinanza di origine è una
    vera spina nel fianco per tanti cittadini stranieri residenti, ai quali dopo anni di vita
    trascorsi a San Marino, si chiede di rinnegare le proprie radici. Per evitare che il quadro
    normativo relativo alla materia della cittadinanza rimanga un cantiere aperto, in cui il
    legislatore interviene ogni volta in modo parziale e disorganico per sopperire alle

    necessità del momento, occorre una riforma organica, di sistema, possibilmente non
    ispirata da pulsioni elettorali, che affronti le tante problematiche con una visione di
    insieme.

    Alessandro Amadei
    (vicepresedente Comites San Marino)