San Marino. Comma Comunicazioni. Matteo Ciacci e le dimissioni: ”Ancora con questa barzelletta? Avreste dovuto chiedere scusa!”

Le accuse mosse a Matteo Ciacci riguardo le sue presunte incompatibilità continuano a sollevare dibattiti che ormai sembrano più utili per strumentalizzazioni politiche che per un serio confronto sulla gestione del governo. Una vicenda che dovrebbe ormai essere archiviata continua a riemergere come un refrain stantio, confermando come il clima politico a San Marino sia più improntato sullo scontro personale che sulle questioni concrete.

Le dimissioni di Ciacci dalla carica di amministratore unico della cooperativa culturale “Il Timbro” sono avvenute il 21 luglio 2024, un giorno prima del suo giuramento come Segretario di Stato. Questa tempistica, da lui stesso ribadita in più occasioni, è conforme ai termini stabiliti dalla legge qualificata 15 dicembre 2005 n.184 sul Congresso di Stato, che impone la rinuncia a incarichi incompatibili entro cinque giorni dal giuramento.

Nonostante questo, l’opposizione – composta da Repubblica Futura, RETE e Domani Motus Liberi – ha continuato a insistere su una presunta irregolarità, definendo la situazione come una violazione delle norme. Tuttavia, i fatti dimostrano il contrario: non solo le dimissioni sono state formalizzate nei tempi previsti, ma la stessa cooperativa “Il Timbro” non possedeva licenza d’impresa, escludendo di fatto ogni incompatibilità legale.

A fronte di accuse infondate, sarebbe stato opportuno, per gli accusatori, ammettere l’errore e ritrattare pubblicamente. Invece, la vicenda è stata cavalcata con un evidente intento di minare la credibilità di Ciacci e della sua coalizione. Questo atteggiamento ha trasformato una questione amministrativa, già risolta, in una “barzelletta politica” che rischia di alienare l’attenzione dalle vere priorità del Paese.

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