Dolcini: “La convenzione non è degna di uno Stato che si ritiene sovrano”.
Polo del lusso: i commercianti e gli imprenditori non ci stanno e né Osla, né Usc condividono la convenzione, approvata ieri notte in Consiglio Grande e Generale.
Mirko Dolcini, presidente dell’Osla, parla chiaro e tondo: “La convenzione non è degna di uno Stato che si ritiene sovrano perché mi sembra fortemente sbilanciata verso gli investitori, al di là del sì o del no al polo del lusso”.
Poche parole che fanno capire la posizione del rappresentante degli imprenditori sammarinesi, che non si schiera a priori contro il polo del lusso, anzi, ma non condivide affatto la convezione “troppo a favore degli investitori
e poco garantista nei confronti dello Stato e del Paese.”
Assai più drastico Massimo Canti, presidente dell’Usc: “La convenzione è una vergogna, le condizioni concesse sono vergo- gnose, gli imprenditori italiani hanno scelto San Marino solo per le agevolazioni fiscali, non perché è bello”.
Per Canti una delle problematiche maggiori e più ambigue è la questione della nuova bretella, per la cui realizzazione gli investitori anticiperanno 2,5 milioni di euro allo Stato: “Non saranno sicuramente sufficienti e i tempi di costruzione in territorio italiano saranno ben più lunghi di quelli previsti da San Marino. In parole povere questa bretella non sarà mai fatta se non fra 4/5 anni. Tutto il traffico, inoltre, verrà convogliato nella parte di Rovereta bassa e si creerà un blocco totale”.
Il presidente Usc afferma anche che “se il polo del lusso sarà realizzato darà il via libera alla realizzazione di altri progetti simili, anche perché la disponibilità di terreni ci sono e oltre al polo del lusso si svilupperanno altre realtà che creeranno ulteriore danno a tutto il sistema”.
Da un punto di vista commerciale per Canti il polo del lusso “non è altro che un centro commerciale con brand già presenti sul Titano: di lusso non ci sarà niente. A Parigi e a Milano i Borletti hanno brand di prima fascia, mentre a San Marino no”.
Sulla questione delle agevolazioni fiscali – spiega Canti – gli investitori costituiranno una società che controllerà sia il settore immobiliare che quello commerciale per poter godere di benefici cumulativi mentre tutte le altre imprese locali non avranno la possibilità di godere di alcuna agevolazione”.
A tal proposito Canti rivela che “l’Uscì, assieme ad Osla e Usot, stanno ragionando – per il momento a livello teorico ma sembra che l’idea sarà portata fino in fondo – per estendere gli stessi benefici a tutte le altre attività sammarinesi, di unirsi e di costituire, come gli investitori italiani, una società.
Il nostro intento è quello di diventare una società in grado di competere con quella degli investitori del polo del lusso, per chiedere anche noi un credito agevolato allo Stato, da reinvestire in progetti veri per il settore commerciale.
Se riusciremo quindi a raggrupparci – aggiunge – ogni singola attività potrà avere gli stessi benefici concessi dallo Stato ai Borletti.
Loro investiranno, per la prima fase, circa 40 mln di euro, noi invece il nostro capitale: è un investimento che oltrepassa anche i 65 mln di euro”.
Al momento si tratta solo di un progetto in fase di studio, ma, confessa Canti, “è un progetto che comunque voglio portare avanti” e aggiunge: “Per minimo 5 anni gli investitori non verseranno niente nelle casse dello Stato, il quale
dovrà accollarsi tutti gli oneri. Poi si parla di un investimento
di 105 mln di euro diviso in due fasi: la prima di 70 milioni, loro tireranno fuori solo 30 mln, gli al- tri 40 li prenderanno dallo Stato, tramite l’aiuto delle banche con interessi all’80%. La seconda fase è prevista dopo il 2017 e quindi non lo possiamo prevedere”.
Infine, “un altro aspetto molto ambiguo è che non si conoscono le percentuali sulla monofase e soprattutto nella convenzione non ci sono clausole di garanzia”.
Francesco De Luigi, La Tribuna