«AVEVAMO problemi enormi con l’Italia, avevamo problemi con l’Ue, con il Moneyval ed eravamo in lista grigia con l’Ocse. Eravamo indifendibili sul piano internazionale. La questione Delta e Cassa di Risparmio si è inserita in questo contesto». Inizia così l’intervento del segretario di Stato al Territorio, Antonella Mularoni, in Consiglio in seguito alla lettura della relazione della Commissione consiliare d’inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla vicenda Carisp-Sopaf. Nessuno stupore, a sentire dagli interventi, di fronte ai comportamenti attribuiti all’ex segretario di Stato agli Esteri Gabriele Gatti, definiti «irrituali e inopportuni», e alcune perplessità da parte dell’opposizione nei confronti di Antonella Mularoni, che ha partecipato con l’allora collega ad alcuni degli incontri più scottanti’ dell’affaire Carisp-Sopaf. Da quanto ricostruito Mularoni non si sarebbe accorta di nulla, e proprio per questo nella relazione la sua posizione viene definita neutra’. Ma in aula c’è chi mette in dubbio il suo atteggiamento. Fra loro Andrea Zafferani. «Qui non siamo in ambito sportivo, ma come minimo si può parlare di omessa denuncia politica di un fatto grave che riguardava affari di governo». L’esponente di Civico 10 è convinto che il membro di governo «abbia agito in buona fede, ma la faccenda «presenta aspetti problematici che vanno evidenziati». Poi su Gatti: «Nella relazione ci sono elementi per capire che forse dietro il suo adoperarsi ci fosse una tangente lussemburghese, mi auguro che il tribunale riesca a ricostruire i passaggi interessati». Da parte sua, Mularoni dedica solo una parte del suo intervento al ruolo avuto durante i colloqui finiti al centro del ciclone: «Sono contenta di aver partecipato perché ho fatto quello che ritenevo fosse giusto rispetto a una importante istituzione bancaria della Repubblica dice Non ho mai affermato in commissione che partecipai perché Cassa di risparmio era un istituto primario, ma solo perché l’avevo promesso al presidente Gilberto Ghiotti». (…) Il Resto del Carlino
