San Marino. Commissione Consiliare Permanente I – Mercoledì 10 dicembre 2025 pomeriggio. Report by Askanews

La Commissione Permanente I, nella seduta pomeridiana di mercoledì 10 dicembre 2025, approva il progetto di legge “Norme relative alla cittadinanza per naturalizzazione” con 10 voti favorevoli e 1 astenuto. 

Prima dell’approvazione, i lavori si soffermano sull’articolato del progetto di legge. Emerge un confronto intenso, soprattutto attorno ai criteri di residenza, all’obbligo di rinuncia alla cittadinanza d’origine e all’introduzione di nuove prove di conoscenza linguistica e civica. La maggioranza – con le uniche eccezioni che arrivano da Alleanza Riformista – si muove compatta attorno alla proposta del Governo, che fissa la soglia dei vent’anni di residenza effettiva, elimina definitivamente il concetto di “dimora” dalla normativa e introduce requisiti più chiari e verificabili per l’accesso alla naturalizzazione, inclusa la conoscenza della lingua italiana e un test sulla storia e sulle istituzioni sammarinesi. La ratio dichiarata dal Segretario di Stato Belluzzi, nell’esame dell’articolo 2, è quella di rafforzare l’integrazione culturale e civica, uniformandosi alle prassi diffuse in molti altri Stati e creando un sistema più ordinato e coerente con la futura riforma delle residenze. L’opposizione principale nel dibattito proviene da Alleanza Riformista, che propone con un emendamento modificativo di reintrodurre i trent’anni di residenza e di mantenere un legame tra la riduzione dei termini e la rinuncia alla cittadinanza d’origine. AR sostiene che una condizione opzionale di rinuncia non sia discriminatoria ma, al contrario, eviti disparità tra chi giura fedeltà esclusiva alla Repubblica e chi mantiene più cittadinanze. Contro l’emendamento di AR si esprimono le altre forze di maggioranza insieme a Rete, ritenendo che la soglia dei vent’anni sia equilibrata, che la rinuncia alla cittadinanza non debba essere un requisito né diretto né indiretto, e che gli emendamenti governativi rendano il testo più coerente e applicabile. 

L’articolo 3 ridefinisce chi esamina le domande di cittadinanza (un collegio con magistrato, ufficiale di stato civile, dirigente della Segreteria Istituzionale e comandante della Gendarmeria) e come le valuta, includendo il nuovo requisito G-bis. 

Nel dibattito sull’articolo 4 la Commissione si concentra sull’introduzione, in modo strutturato, dell’obbligo di conoscere la lingua italiana e di superare un test sulla storia e sulle istituzioni sammarinesi per ottenere la cittadinanza per naturalizzazione. Il Governo spiega che il livello minimo richiesto di italiano è il B1, certificabile attraverso titoli di studio o percorsi scolastici in lingua italiana riconosciuti sia a San Marino sia in Italia, e che il test civico viene modellato sulle prassi già in vigore in molti altri Paesi. Viene chiarito che minori, ultraottantenni e persone con gravi impedimenti psicofisici possono essere esentati, e che il riferimento alle scuole italiane serve a garantire libertà di scelta formativa a chi, acquisendo la cittadinanza, ha diritto a studiare anche oltre confine. Le forze di maggioranza accolgono l’impostazione e la considerano un buon compromesso: da un lato vedono nella prova linguistica e nel test sulle istituzioni uno strumento per rafforzare il senso di appartenenza e il “comune sentire” civico, dall’altro colgono l’occasione per proporre che lo stesso modello di corsi e verifiche sia esteso in futuro anche a chi, pur non essendo residente, vorrà accedere ai concorsi pubblici o a funzioni sensibili della pubblica amministrazione, soprattutto in vista dell’Accordo di associazione con l’Unione Europea. Alleanza Riformista, pur riconoscendo l’importanza della conoscenza delle istituzioni, legge in questa norma il rischio di un pregiudizio implicito verso i cittadini naturalizzati, come se si desse per scontato che essi non abbiano competenze e attaccamento al Paese. AR insiste sul fatto che esistono naturalizzati che rappresentano esempi altissimi di “sanmarinesità” e giudica discriminatorio introdurre obblighi specifici solo per questa categoria di cittadini. 

L’articolo 5 riscrive la disciplina per assumere o riassumere la cittadinanza originaria: fissa le condizioni di residenza continuativa in Repubblica per i figli di cittadino/cittadina sammarinese divenuto forense, estende la cittadinanza ai figli minori in certe condizioni, consente al genitore di origine di riassumerla anche dall’estero e pone il limite di assenza di condanne penali gravi. 

L’articolo 6 introduce una norma transitoria: blocca le cancellazioni dai registri della cittadinanza per i cittadini di origine che non hanno dichiarato nei termini di voler mantenere la cittadinanza, rende questa tutela retroattiva ed evita che chi è stato cancellato negli ultimi due anni per non aver rinunciato alla cittadinanza d’origine resti escluso. 

Concluso l’esame dell’articolato, si passa alle dichiarazioni di voto.

Rete sostiene che è sempre stata favorevole all’eliminazione dell’obbligo di rinuncia, vede questa riforma come un passo importante per integrare meglio i naturalizzati e annuncia voto favorevole, pur criticando il fatto che non si sia fatta una revisione organica complessiva della cittadinanza.

Il PSD richiama l’origine del percorso nell’istanza d’Arengo, rivendica la coerenza con il mandato ricevuto e condivide l’idea di una revisione più ampia in seguito, annunciando il voto favorevole al progetto.

Il PDCS sottolinea il lavoro di sintesi fatto in maggioranza, ringrazia tutte le forze politiche e il Comitato civico, e considera la legge un equilibrio tra identità sammarinese e cambiamenti sociali, esprimendo un chiaro sostegno al testo.

Alleanza Riformista ribadisce che avrebbe preferito affrontare prima l’intera materia della cittadinanza e solo dopo la naturalizzazione, giudica il percorso troppo affrettato e annuncia quindi un voto di astensione, non contrario ma critico sul metodo e sulle priorità.

Libera, pur riconoscendo che l’iter poteva essere diverso, rivendica la scelta di “fare” subito sulla naturalizzazione per dare risposta concreta ai cittadini, conferma il sostegno all’eliminazione dell’obbligo di rinuncia e anticipa un sì al progetto, legandolo all’impegno per una riforma più ampia.

Repubblica Futura, infine, denuncia la mancanza di un confronto vero e di una visione organica sulla cittadinanza, giudica il provvedimento parziale e frutto di una scelta frettolosa e annuncia che non parteciperà al voto. 

Infine viene messo in votazione l’Odg presentato da PSD, PDCS e LIBERA, accolto con 9 voti favorevoli. 

Di seguito una sintesi dei lavori 

20251210 – Commissione Consiliare Permanente I – mercoledi 10 dicembre 2025 pomeriggio