Commissione Consiliare Speciale per le riforme istituzionali
Martedì 28 ottobre 2025, mattina
Protagonisti delle audizioni odierne sono stati il Giudice d’Appello Dott.ssa Valeria Pierfelici, il Commissario della Legge Fabio Giovagnoli e il Giudice presso la Corte europea dei diritti dell’uomo Dott. Gilberto Felici.
Aprendo i lavori, Valeria Pierfelici ha ancorato il dibattito alla specificità dell’ordinamento sammarinese e al sistema delle fonti. “Ogni riforma a San Marino deve tenere in considerazione la specificità dell’ordinamento e delle sue fonti,” ha detto, criticando la “ideologia positivistica” e una gerarchia delle fonti mutuata da modelli esterni. Ha richiamato la centralità delle lodevoli consuetudini e del diritto comune come serbatoio di principi, non di precetti, sottolineando la coerenza con la Rule of Law europea e con l’art. 1 della Dichiarazione dei Diritti. In vista dell’Accordo di associazione UE, ha indicato due priorità: formazione e tecnica legislativa. “Andiamo tutti a scuola,” ha esortato, proponendo una “cabina di regia culturale” e testi unici normativi, oltre al recupero di finalità di legge e glossari: “Se c’è una cosa che non dobbiamo più fare è imitare.”
Fabio Giovagnoli ha inquadrato l’intero cantiere riformatore nel perimetro dei valori europei. “Lo sforzo richiesto è declinare i principi del Rule of Law in un contesto microdimensionale,” ha affermato, indicando per il Consiglio Giudiziario una composizione mista togati–laici, competenze sullo status dei magistrati e presidi etici e deontologici. Ha valorizzato trasparenza e pubblicità delle sedute “eccettuate le materie disciplinari”, e un dialogo cauto con la Commissione Affari di Giustizia per evitare interferenze. Sulle incompatibilità, ha ricordato l’obbligo di immediata astensione e la necessità di nomine “ben calibrate” anche per i membri laici. Critico verso modelli di sorteggio: “I membri devono esprimere legittimazione e merito; l’estrazione rischia di sostituire la fiducia con il caso fortuito.” Quanto all’architettura delle garanzie, ha difeso la scelta di coinvolgere la Reggenza nelle decisioni su astensioni/ricusazioni come “congegno di bilanciamento” adeguato alle dimensioni del sistema.
Gilberto Felici ha invitato alla prudenza costituzionale: “Sono contrario a riforme frequenti; i diritti non si cambiano per qualsiasi cosa.” Ha definito “intoccabile” l’art. 1 della Dichiarazione (“siamo tra i pochi ad affermare la prevalenza dei trattati sui diritti fondamentali”), giudicando adeguata l’attuale impostazione dell’art. 5. Sul funzionamento della giustizia, ha richiamato l’indipendenza come “cardine dello Stato di diritto” e ha proposto di valutare un ricorso costituzionale diretto sul modello tedesco/austriaco per rafforzare i rimedi interni: uno strumento che “sprona la comunità forense a impegnarsi sui diritti fondamentali”. Ha salutato positivamente la riforma del 2021 (uscita dei politici attivi dal Consiglio Giudiziario e tipizzazione della responsabilità disciplinare), chiedendo però una “legge di status” chiara per i magistrati (residenza, trattamento fiscale, indennità) a tutela della fiducia pubblica. Sul giudice di terza istanza penale ha messo in guardia dai rischi di concentrazione (“potenziale deriva ‘monocratica’”) e ha difeso il ruolo della Procura del Fisco come presidio dell’intenzione del legislatore. Capitolo Ombudsman: “Una garanzia in più è tendenzialmente meglio, ma senza risorse rischia di diventare uno sportello reclami; meglio cumulare funzioni e coordinare con la legge sul procedimento amministrativo.”
Di seguito una sintesi dei lavori:
20251028 – Commissione Consiliare Riforme istituzionali – Report martedi? 28 ottobre mattina












