San Marino. Commissione Consiliare Speciale per le riforme istituzionali – Report 10 giugno mattina by Askanews

Martedì 10 giugno, mattina 

I lavori della Commissione Consiliare Speciale per le Riforme Istituzionali vedono al centro del dibattito il tema delle audizioni e delle consulenze di esperti. È emersa una visione condivisa  sull’importanza della fase di ascolto, con attenzione sia alla competenza interna sammarinese sia  all’esperienza comparata. Guerrino Zanotti (Libera) ha ribadito la necessità “di ascoltare esperti di  diritto costituzionale e storici delle istituzioni”. Per Enrico Carattoni (Rf), è fondamentale un  approccio a 360°: “Partiamo da soggetti qualificati, poi penseremo ai consulenti”. Da più parti si è  proposto di demandare ai Presidenti la raccolta dei nomi, con il supporto della Segreteria Istituzionale. 

Sulla figura del consulente, l’orientamento è di posticiparne la scelta. “Prima le audizioni, poi i  consulenti”, ha chiarito Renzi. “Dovranno supportarci nella stesura delle proposte”, ha aggiunto  Zanotti. Infine, è stato riferito che i Presidenti avranno un incontro informale con il prof. Giostra del  Collegio Garante. La prossima seduta sarà dedicata alla raccolta dei nominativi per le audizioni.  

Di seguito una sintesi dei lavori 

Comma 3 – Proposte di audizione e relativa calendarizzazione 

Filippo Tamagnini (Pdcs) Presidente: Abbiamo terminato nella scorsa riunione il punto due, abbiamo  fatto il programma, diciamo, dei nostri lavori è convenuto che l’inizio della dei lavori della Commissione  saranno incentrati sul Consiglio Grande Generale. Ora iniziamo il tema relativo alle audizioni con le  indicazioni che vorremmo dare. Quindi se lavorare tema per tema anche sulle audizioni piuttosto che  aprire ad una calendario generale di audizioni e poi restringere il lavoro sul tema del Consiglio Grande  Generale. Seguirà con un tema simile anche la discussione relativa ai consulenti che abbiamo già  previsto come possibilità nella legge che ci regola. 

Nicola Renzi (Rf) Presidente: Faccio solo questa riflessione: io personalmente credo che le audizioni  siano uno strumento fondamentale in questa fase. Già alcuni materiali inviati sono relazioni molto  risalenti nel tempo e oggi ci sono stati tanti progressi, anche strumenti tecnologici. Le audizioni  potrebbero essere molto utili per fare delle riflessioni sull’esistente sammarinese e per ampliare la nostra  gamma di conoscenza. Se vogliamo mettere due impronte a questa Commissione, una è ragionare  esclusivamente su noi stessi e per le nostre competenze, l’altra è capire come si regolano anche altri  paesi. Dobbiamo cercare di valorizzare le conoscenze sammarinesi e individuare persone che da  sammarinesi e studiosi della materia ci possano dare un contributo su questa materia molto vasta. Un  altro filone potrebbe essere spaziare verso anche altre esperienze, per le quali servono esperienze dirette  o comparativismo. La Repubblica ha competenze interne e una rete per poter contattare persone che  hanno ricoperto ruoli istituzionali di rilievo. Poi c’è la questione delle modalità, specialmente per i nomi  e cognomi; chiediamo alla Commissione se ritiene di farlo al microfono o fuori microfono, come  valutazioni preliminari. A noi non interessa come presidenti, ma vogliamo rispettare la legge istitutiva  della Commissione. È bene che questo venga fuori nella discussione, perché non c’è niente di  preordinato.

Mirko Dolcini (D-ML): Io penso che le audizioni siano uno strumento utile e non ho nulla in contrario.  Per le audizioni, si potranno valutare personalità della nostra Repubblica, giuristi, o comunque persone  esperte. Riguardo a come affrontare le audizioni, affrontare il mare magnum delle istituzioni mi sembra  eccessivo; penso sarebbe più opportuno concentrarsi di argomento in argomento, di organismo in  organismo. Ad esempio, iniziare dal Consiglio Grande Generale, invitando un esperto. Anche se la  nostra è una riforma ad ampio raggio, e chi parla di un organismo inevitabilmente toccherà altri  argomenti, preferisco procedere organismo per organismo. Per individuare i soggetti a microfono aperto  o in separata sede, credo che se si userà il buon senso nel rispetto delle persone, si possa fare a microfono  aperto. L’aula e la maggioranza decideranno, e anche la separata sede non mi scandalizza. Ci si rimette  sempre al buon senso dei commissari. 

Guerrino Zanotti (Libera): Io credo che le questioni da sviluppare riguardino intanto come procedere  con i lavori della Commissione rispetto al tema audizioni o consulenze che si decida di attivare con  figure professionali competenti utili ai lavori. Questo è un tema fondamentale. Credo che sia utilissimo  e assolutamente necessario fare audizioni con esperti in materie di diritto costituzionale o con  conoscenze storiche dell’evoluzione delle istituzioni della nostra Repubblica. Si può partire dal piccolo,  da San Marino, e successivamente ampliare la visione verso altre esperienze accomunate per cultura  alla nostra. Questo programma di audizioni è assolutamente necessario, utile e necessario per arricchire  le conoscenze e il confronto. Anche se ci siamo dati delle priorità partendo dal ruolo del Consiglio  Grande Generale, non ritengo che le audizioni debbano essere così settoriali. Il ruolo del Consiglio lo  si analizzerà nel rapporto con le altre istituzioni della Repubblica di San Marino, quindi è anche utile  sapere come si colloca all’interno del sistema istituzionale. Credo sia utile focalizzarci poi nelle  proposizioni finali sul Consiglio, ma che il lavoro di approfondimento riguardi il Consiglio all’interno  delle istituzioni sammarinesi e nel rapporto con gli altri organismi. Per quanto riguarda la questione  legata ai nominativi, noi crediamo che per una questione di sensibilità e delicatezza ci sia la necessità  di farlo al di fuori di quelli che sono i microfoni. 

Enrico Carattoni (Rf): Io faccio una proposta. Credo che noi dovremo questa mattina dettare delle  linee guida di indirizzo. Secondo me, è necessario fare una riflessione a 360°. Dobbiamo non solo  definire compiti e potenziali miglioramenti di un organo, partendo dalle priorità del Consiglio, ma  capire anche come questo si interseca e interagisce con gli altri organi, come il Congresso di Stato o il  Collegio Garante. Secondo me, quantomeno in un primo giro di consultazioni, sarebbe bene avere una  visione a 360° di una serie di soggetti che ci possano dare la loro opinione rispetto alle esperienze dirette  che hanno vissuto. Immagino di partire da soggetti qualificati o estremamente qualificati che ci possano  fornire il loro contributo. Penso alla Segreteria Istituzionale, a magistrati, giudici del Collegio Grande,  a ex consiglieri, ex Segretari di Stato. Avere questo ventaglio ampio può essere positivo. Entrare oggi  nell’elencazione dei singoli nominativi rischi di diventare un esercizio sterile. La mia proposta concreta,  mozione d’ordine, è iter di audizioni con il più ampio spettro possibile e demandare l’elencazione ai  presidenti, con riserva che ognuno di noi può offrire il proprio contributo. Spero venga accolta anche  per cercare di efficientare i lavori della commissione. Vorrei che su questo ci fosse un confronto ampio  e condiviso. 

Luca Lazzari (Psd): La politica non ha una cultura così profonda del diritto pubblico, quindi serve il  rapporto con esperti. Quando si parlava di questa Commissione, si disse di formare un comitato tecnico  scientifico. Secondo me il punto non è solo ascoltare gli esperti tramite audizioni episodiche, ma stare  in rapporto permanente e strutturato con chi conosce bene la materia. Questo appoggio costante può  aiutarci, allargare gli orizzonti, trovare nuove strade e farci vivere l’intervento in modo meno politico.  Chiedo se non c’è la possibilità di nominare un organismo con questo carattere, magari un comitato  ristretto, che coordini le audizioni con soggetti qualificati, come l’Istituto Giuridico, l’Ordine degli  Avvocati o l’università. La proposta che faccio è valutare la nomina di un comitato tecnico scientifico  o organismo di supporto, con figure permanenti scelte insieme, per un lavoro cumulativo. Limitare le audizioni al tema specifico rischia di limitarci molto. Nella fase iniziale serve raccogliere un ventaglio  ampio. Sarebbe limitato fare audizioni solo sull’ambito del Consiglio. 

Emanuele Santi (Rete): Sono completamente d’accordo sulla possibilità di fare audizioni, sono  necessari, importanti, anche perché noi non siamo dei tecnici e avere riferimenti puntuali è molto  importante. Credo che questo primo giro debba essere fatto con un riferimento ampio su tutti gli  argomenti del programma che abbiamo deliberato. Dovremmo mandare questo documento alle singole  persone che decideremo di audire per avere un riferimento puntuale sull’agenda, potendoli poi risentire  su singoli temi. Le audizioni in seduta pubblica penso non ci sia nulla di contrario, sono un segmento  di approfondimento anche per la cittadinanza. Se viene un costituzionalista a parlare della nostra  istituzione, è un momento di arricchimento per tutti. Sul fatto delle audizioni pubbliche non ci sono  dubbi. Sulla scelta dei singoli nomi, invece, come succede in altre Commissioni quando si parla di  persone, credo sia abbastanza antipatico farlo ai microfoni. Quindi, avere questa sensibilità quando si  parla di persone. Lo statuto della Commissione stessa prevede che noi possiamo nominare i consulenti  che ci aiuteranno a fare il miglior lavoro possibile. Già oggi potremmo fare una riflessione su quali  saranno le persone da audire preliminarmente e poi individuare possibili consulenti. Dobbiamo  coinvolgere organismi come la Segreteria Istituzionale, costituzionalisti, Collegio Garante, Ordine degli  avvocati. Dobbiamo andare in questo ambito qua, interno, per la conoscenza maggiore, ma nulla vieta  di farci raccontare esperienze di altri paesi. La vedo così, presidente, possiamo entrare nel merito delle  questioni già ora. 

Iro Belluzzi (Libera): Io credo che l’elaborazione delle norme che delineano il perimetro e la  funzionalità degli organismi che ci approntiamo a riformare debba essere compito della Commissione  stessa. Non possiamo affidare questo lavoro a un comitato tecnico scientifico dando in outsourcing il  lavoro, altrimenti chiuderemmo la commissione oggi e risparmieremmo denaro e tempo. Le strutture di  supporto alla commissione, come gli istituti legislativi, l’ufficio legale e l’Istituto giuridico, esistono. Le  audizioni sono un elemento importante, e chi chiamiamo per relazionare può già diventare consulente  per poter tradurre in norma scritta quelle che sono le decisioni assunte dalla commissione. La politica,  e in particolare il Consiglio Grande Generale, dovrebbe smetterla di essere mero ratificatore di norme  scritte in altri ambiti, che è purtroppo un’inventariata abitudine. Dobbiamo pensare di essere classe  dirigente del paese. L’elaborazione e il confronto ci permettono di individuare le traiettorie. Noi  vediamo le strade e gli elementi di intervento, e i tecnici traducono in norma la nostra volontà. Questo  è essenziale per non fallire nella policy, nelle regole che determinano il perseverarsi e la tutela della  democrazia. Dobbiamo iniziare a pensare a cosa vogliamo costruire, confrontandoci con chi conosce  profondamente le nostre istituzioni e la nostra costituzione, per definire aggiustamenti, funzioni e il  ruolo del consigliere. La Repubblica di San Marino è unica, non un principato, un patrimonio  dell’umanità che ci riempie d’orgoglio e grande responsabilità nel salvaguardare e aggiungere novità.  Sebbene il comparativismo nel diritto costituzionale sia utile, dobbiamo riaffermare il rispetto delle  norme, perché la democrazia vive nel rispetto delle stesse. Le norme che proporremo dovranno essere  rispettate e non aggiustate in funzione di quelle che sono le micro necessità di una piccola Repubblica;  proprio perché siamo piccoli, dovrebbero basarsi su norme solide e sempre rispettate. 

Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): Qualche riflessione per essere un po’ specifici rispetto ai lavori che  stiamo portando avanti. Credo che sia importante identificare gli argomenti anche sui vari temi che si  vogliono convocare in audizioni, le persone che ci possono dare uno spaccato specifico su determinate  tematiche. Questo è in ottica di approfondire in maniera specifica i temi che abbiamo identificato anche  in quel documento che abbiamo sottoposto alla Commissione nelle passate sedute. Quindi partendo dal  Consiglio Grande Generale fino a scendere su tutti i vari organismi istituzionali che sono stati  identificati. Quindi io non la vedo male la proposta di identificare dei temi su cui partire con la priorità.  Lo abbiamo anche già fatto perché anche nell’ordine del giorno della Commissione c’è il Consiglio Grande Generale. Le varie forze, le varie compagini presenti all’interno di questa Commissione possono segnalare ai presidenti delle figure che possono essere audite per dare spunti di riflessione e spaccati  più ampi rispetto alle singole tematiche. Dopodiché magari mettiamo ai voti questa commissione di  persone per le varie audizioni, non so, anche attraverso il mandato che diamo ai presidenti. E poi mano  mano per avere anche un po’ di praticità rispetto, come dicevo prima, alle tematiche che vengono poste  all’attenzione della Commissione, facciamo audizioni sui singoli organismi su base tematica. 

Enrico Carattoni (Rf): Il mio ragionamento, anche in accordo con quanto han detto i commissari Santi  e Ugolini, facendo un passo indietro, mi pare che dall’impostazione data si fosse deciso di dividere  l’attività in due tronconi: prima un ciclo di audizioni e poi individuare i consulenti. Questo perché, fatte  le considerazioni generali, si sarebbe proposto il tipo di consulente. Noi abbiamo un ruolo politico, chi 

ci dà sostegno un ruolo tecnico. Credo sia necessario fare un tipo di analisi differente prima, partendo  dalle criticità che individuiamo e avendo opinioni esterne da dirigenti pubblici, magistrati per una  conoscenza empirica esterna. Vista la complessità del lavoro, che è complessivo, credo sia necessario  questo primo giro di audizioni da soggetti che forniscano spunti di riflessione che non abbiamo.  Possiamo confrontare l’ordinamento con altri paesi, microstati o stati con caratteristiche simili. Soggetti  con esperienza sammarinese, membri del Collegio Garanti, dirigenti istituzionali possono farci capire  le peculiarità del nostro ordinamento. Questo è il senso della seduta di oggi; individuare i nomi o  formare sottocommissioni mi sembra ridondante. I consulenti verranno in un secondo momento, valutati  dopo le audizioni e potranno essere diversi per argomento. Questa prima fase ad ampio spettro è  innegabile. Per essere efficaci, chiedo che ci si esprima sulla proposta affinché i presidenti tirino le  redini per individuare l’elenco, alimentato dalle proposte dei commissari. 

Mirko Dolcini (D-ML): Il mio ragionamento mi porta a credere che dobbiamo fare un passo avanti,  entrare nel concreto e lavorare pragmaticamente per valutare le riforme, analizzando bene l’organismo.  Temo che l’approccio di ascoltare e audire su tutti i massimi sistemi, tutte le volte, ci farà perdere del  tempo e allungherà enormemente il brodo. Non siamo qui per assistere a lezioni magistrali per la nostra  cultura generale, ma per comprendere e approfondire ciò che ci serve. Dobbiamo indicare dei singoli  temi da affrontare e concentrarci argomento per argomento per essere efficaci. È ovvio che quando si  parla di un singolo organismo, si dovrà approfondire anche i collegamenti con altri, come il rapporto  tra Consiglio e Congresso, ma se non lavoriamo sul singolo aspetto rischiamo di stare qui mesi e mesi  soltanto per nozioni generali. Per quanto riguarda l’indicazione delle personalità da audire, non  intendevo proporre nomi a caso. Piuttosto, credo si debba fare una rosa di nomi, magari analizzata in  separata sede dai presidenti. Penso sia poi utile, per trasparenza e concretezza, informare la cittadinanza  sul perché è stata scelta una personalità piuttosto che un consulente, spiegando la sua esperienza,  professionalità e i suoi rapporti con San Marino. Ci sarà prima una scelta interna, ovviamente. Non mi  opporrò ad altre valutazioni, ci mancherebbe, ma l’importante è andare nel concreto. 

Nicola Renzi (Rf) Presidente: Il mio obiettivo è mettere nero su bianco i criteri generali o le categorie  per i consulenti o auditionees. Questi includono ex esponenti politici con esperienza istituzionale, ex  membri del Collegio Garante, ex o attuali magistrati, studiosi di diritto istituzionale esperti, persone che  ricoprono ruoli istituzionali in altri paesi, e dirigenti o ex dirigenti di uffici pubblici. Si potrebbe fare  anche un nome, una personalità come Barbera. Credo si debba fare una rosa di nomi, magari analizzata  dai presidenti, e penso sia utile informare la cittadinanza sulle scelte. Per fare questo, l’aiuto della  segreteria istituzionale potrebbe essere importante per vedere persone che sono state a San Marino o  contattando vie diplomatiche. Ci daremo un tempo, tipo una settimana o dieci giorni, per l’inoltro dei  nomi alla segreteria istituzionale da parte dei gruppi. La prossima riunione prenderemo i nominativi  pervenuti. Riguardo alle audizioni, l’interrogativo è se farle settoriali o generali. Per me devono servire  anche a studio e approfondimento, quindi le persone saranno registrate e utilizzate. Credo sia più  organico e si risparmino costi permettere a chi viene di parlare di più argomenti (Consiglio, Congresso,  Garante) in una volta sola, piuttosto che farlo tornare. Ci impegniamo a mandarvi presto, magari la  prossima settimana, il documento licenziato e lo specchietto con le categorie. I gruppi faranno pervenire i nominativi alla segreteria istituzionale due giorni prima della prossima convocazione. Questa potrebbe  essere la proposta. 

Manuel Ciavatta (Pdcs): Visto che abbiamo ragionato anche di soggetti eventualmente di altri Stati,  valutiamo di fare audizioni eventualmente anche online, non per forza in presenza. Questo potrebbe  semplificare e anche economicizzare un pochino i lavori che male non fa. Inoltre casomai è più semplice  anche dovesse essere bisogno di una repetita, fare anche più di un di un incontro. 

Viene concordato di individuare una serie di nominativi tra esponenti politici, quali segretari di Stato,  consiglieri, ex Segretari di Stato, ex consiglieri con esperienza sul tema delle istituzioni, membri ed ex  membri del Collegio Garante, magistrati ed ex magistrati del Tribunale, studiosi di diritto, dirigenti ed  ex dirigenti di uffici pubblici ed eventuali soggetti che ricoprono sul tema generale anche ruoli  istituzionali in altri Stati. 

Comma 4 “Discussione sulla eventuale individuazione di consulenti” 

Nicola Renzi (Rf) Presidente: Faccio un piccolo reminder. In fase di istituzione della commissione  avevamo deciso di adottare le modalità di votazione a 2/3 proprio perché garantissero in qualche modo  la possibilità che i consulenti potessero essere individuati sia dalla maggioranza che dall’opposizione.  L’altra domanda. Il tema che si pone per i consulenti: vogliamo dotarci immediatamente o nel tempo?  Terza domanda: come intendiamo i consulenti? Cosa vogliamo che facciano? Ad esempio ho fatto  riferimento all’intervento che prima faceva consigliere Lazzari. Cerchiamo di definire, insomma, più o  meno che cosa vorremmo dai consulenti. Dovremmo parlare anche gioco forza di quali risorse siamo  disponibili a dedicare ai consulenti e quindi queste sono un po’ le direttrici fondamentali che solo i  consiglieri ed i gruppi possono sciogliere. 

Guerrino Zanotti (Libera): Credo che la figura del consulente sarà ovviamente necessaria per la  formulazione di proposte di modifica all’impianto istituzionale della Repubblica di San Marino. Per  come la vedo io, sarà utile nella fase di definizione di quelle che potrebbero essere le proposte che  stabiliscono da questa commissione. Vedo che il ruolo del consulente venga assolutamente  successivamente a quello che è il lavoro di approfondimento, di studio, di confronto, di sintesi da parte  della commissione. In quella fase credo sarà necessario l’individuazione di una o più figure di consulenti  che siano in grado di supportarci nella fase di elaborazione finale. Di conseguenza, pensando a come io  credo sia utile avere il supporto dei consulenti in una fase successiva, credo che forse adesso sia  prematuro pensare di individuare ora le figure necessarie al lavoro della commissione. Questo potrà  avvenire una volta che avremo trascorso una fase di approfondimento, di studio, di confronto, di  elaborazione di una sintesi al nostro interno. Vedo io vedrei in quel frangente l’individuazione di un  consulente o più consulenti a supporto. 

Enrico Carattoni (Rf): Concordo con un primo ciclo di audizioni per valutare le problematiche. Solo  dopo individueremo i consulenti, con un lavoro ibrido per guidarci sulle macrostrategie e dare supporto  tecnico alle proposte. Non necessariamente un unico consulente, dipenderà dalle specificità. Dopo le  audizioni, individueremo i consulenti, magari 4-5, definendo risorse e proponendo all’ufficio di  presidenza. Iniziare dai problemi emergenti ci aiuterà a identificarli meglio per supportarci. 

Manuel Ciavatta (Pdcs): Allora, un po’ quello che è stato indicato è che per i consulti dipenderà  dall’esercizio della commissione. Sulla questione della votazione sui due terzi, chiaramente è quanto  più garantista possibile, ma per come lavoriamo, non credo ci saranno problemi. Nella misura in cui ci  sarà esigenza, troveremo le figure più appropriate. Penso anche che un grosso aiuto ce lo possa dare la  Segreteria Istituzionale, senza sovraccaricare il personale, per indicazioni e suggerimenti. Questo mi  sembra molto opportuno.

Luca Lazzari (Psd): Io intanto faccio un’osservazione su questo termine “consulente” che però mi pare  di capire se è già stato codificato, che nel po’ nell’immaginario nostro si porta dietro anche dei significati  negativi e in un ambito come questo mi sembra non proprio adatto. Poi, anche se ci impegneremo in  una prima fase di studio, a mio parere sarebbe utile avere una guida già a partire da subito. Secondo me  queste figure non servono solo a valle, nella fase poi di traduzione di quelli che sanno gli indirizzi  politici in un vero e proprio dispositivo di norma, ma anche in una fase preliminare nella quale serve  raccogliere delle coordinate, serve tenere aperto il confronto. Quindi, a mio parere, sarebbe utile già da  subito individuare delle figure. Io ritengo, per esempio, che alcune figure interne e io sarei anche magari  per indicare delle figure esterne al nostro sistema potrebbero accogliere questo tipo di proposta con una  formula senza magari bisogno di riconoscimento economico, ma solo di un riconoscimento rispetto al  valore e alla conoscenza. 

Emanuele Santi (Rete): Ho ascoltato attentamente le riflessioni dei colleghi e devo dire che entrambe  le versioni ci stanno. Io faccio questa riflessione: è vero che noi prossimamente partiremo con delle  audizioni e individueremo queste figure. Il ragionamento che faccio è che nulla vieta che poi queste  figure che vengono a fare audizioni possano anche diventare consulenti. Questo è un po’ il senso, un  interrogativo, un passaggio. Io in questo momento vedrei forse più il fatto di iniziare con le audizioni e  valutare anche sulla base delle loro disponibilità e di chi verrà audito, la propria volontà e disponibilità  anche a ricoprire eventualmente questo ruolo di consulente, di affiancatore di questa commissione.  Quindi da che parte la prendiamo secondo me la prendiamo bene. Bisognerebbe anche capire se queste  persone, che credo vengano volentieri a portarci la loro conoscenza, abbiano poi la disponibilità nel  magari diventare anche consulenti. Nulla vieta che se vogliamo anche individuare altri consulenti lo  possiamo fare. Secondo me, in questo momento, è meglio partire con le audizioni, poi dopo vediamo  come approfondire l’argomento. 

Iro Belluzzi (Libera): Ho ascoltato le riflessioni dei colleghi e devo dire che entrambe le versioni ci  stanno, però faccio questa riflessione: se la politica ha stabilito che era necessario intervenire sul  funzionamento di certi poteri e riformare le istituzioni perché abbiamo ravvisato che ci sono punti da  aggiustare, l’audizione a cosa serve? Ci devono raccontare dove siamo? A me sembra una diminutio  delle istituzioni. Lo sappiamo dove siamo e cosa dobbiamo fare. Non sarebbe male invece di farci  raccontare come erano le istituzioni quando tutto andava meglio, cominciare a mettere il fuoco su quello  che dobbiamo riformare, come, quali sono le disfunzioni. Certo, nulla vieterebbe che le figure che  vengono a fare audizioni possano anche diventare consulenti, insomma, affiancatori di questa  commissione, valutando la loro disponibilità. Non tutti gli auditi diventeranno consulenti, ma chi ha una  visione e interpreta bene le esigenze delle istituzioni lo sceglieremo. Ho paura che attraverso l’audizione  andiamo a procrastinare e allungare i tempi. Se non ci sentiamo pronti ad affrontare i temi della riforma,  chiamiamo pure personaggi da audire, sennò potremmo cominciare a mettere in luce e audire chi ci può  dare soluzioni su temi specifici per non perdere tempo. 

Filippo Tamagnini (Pdcs) Presidente: L’orientamento della Commissione è che è prematuro discutere  di consulenti. Quindi rimanderemo nel corso delle audizioni le future decisioni nel merito.  

Il Comma 5 “Dibattito generale sul tema Consiglio Grande e Generale” viene soprasseduto.  Comma 6 “Varie ed eventuali” 

Filippo Tamagnini (Pdcs) Presidente: Informo che tramite il Segretario agli Interni è stato richiesto  un colloquio a me, al collega Renzi, dal professor Giostra del Collegio Garante che dovremmo vedere  in questa settimana concomitanza di una riunione del Collegio. Probabilmente è un incontro  conoscitivo per un primo scambio di opinioni. Sarà nostra cura informarvi dei contenuti di questo  colloquio.